Come finirà?
É da mò che é finita!
E allora?
E all’ora 60 minuti.
Avrei voluto dargli una testata fra moccio e bava e lasciarlo lì tramortito.
La domanda più sensata, se vogliam fare il pelo al kiwi, é: "come proseguirà? ".
Proseguirà come adesso, con mancanze, speranze ed attese. Non chiedendoci come stiamo, evitando il più possibile domande e ricordi.
Fingere che vada tutto bene, ma va bene veramente? Manco per il cazzo, ma...
Aspettare fino al giorno che, quel qualcosa di indefinito, prenda una direzione netta, ‘sta nave non reggerà un’altra tempesta, la chiglia è compromessa.
Niente più scuse o rinvii.
Arriverá e forse é già arrivato il momento dell’addio, fare i bagagli, salutare e scendere al primo porto.
Uno dei due, meglio se entrambi, si renderà conto che pur volendo, questo aquilone non spiccherà mai il volo. Non per mancanza di vento, ma per colpa del telaio.
D’altronde fra le troppe incognite é andata alla grande, considerando poi le molte divergenze.
Per il bene di entrambi per trovare pace, sarebbe meglio sparire, chiudere la porta, non farsi sentire, andare via e non tornare.
La soluzione rime a parte, é questa.
Non piace e non era voluta, ma l’unica via d’uscita per non sprofondare... dai retta, é lasciare stare.
E la speranza allora?
La speranza è stanca e non ha più voglia di altre possibilitá, si é messa nell’angolo più lontano per non essere cercata, per non venir tradita, per essere lasciata in pace.
Poi... boh.
Quel "boh" aveva il peso doppio di un blocco di marmo delle cave di Carrara.
Mi guardò con quegli occhi che parlavano senza proferir suoni, ma al momento esprimevano solo rabbia e disgusto.
Nel tardo imbrunire di colori pastello, fra una sirena ed un garrito di gabbiano, mi baciò per l’ultima volta.