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Sociale e Cronaca

Era una domenica qualsiasi, la maledetta sveglia che la mattina rumoreggiava incessantemente stava zitta! Finalmente il meritato riposo per le orecchie e per il cuore che saltava improvvisamente. Di buon mattino già l'odore del caffè evaporava nell'aria mentre i primi schiamazzi dei bambini si udivano a distanza. Domenica...giorno di festa., giorno da rispettare,giorno per ascoltare la predica di Don Sebastiano nella chiesetta poco distante. Nel frattempo Francuccio pensava che di li a poco, ogni giorno per lui sarebbe stata domenica, in quanto, aveva ricevuto il giorno prima la lettera dall'azienda dove si evicenva la Sua sospensione dal lavoro e quindi il licenziamento. Non aveva avuto il coraggio di dirlo alla moglie Carmela, e quando guardava negli occhi i suoi due bambini, le lacrime di dentro gli stringevano la gola. Si sentiva orfano di dignità, orfano di un padre e di una madre sociale. Si ripeteva che la crisi non era opera sua, che la crisi era di quei sporchi, infangati di melma di banchieri senza scrupoli, di delinquenti liberi di mutare l'andamento di tutte le vite. Fra sè pensava" Come è possibile che una persona impieghi anni e anni, per costruirsi una sopravvivenza e poi, una volta ottenuta, tutto si ripiega d'accapo al reinventarsi".
Intanto, Carmela tenuta all'oscuro di tutto, si affrettava a cucinare il favoloso ragù, accese il gas della cucina e cominciò ad arrosolare la carne nella pentola, nella cucina l'odore della cipolla esalava tenendo compagnia a Carmela. Francuccio si vestì in fretta aveva voglia di uscire, di respirare di camminare e pensare.
Con la scusa di andare a comprarsi le sigarette salutò Carmela, baciò i figli e scappò in fretta per la scale del palazzo. Non aveva voglia di parlare con nessuno, non aveva voglia alcuna, voleva solo sparire tra i folti alberi del bosco vicino casa sua.
Così fece, corse incontro agli alberi come un bambino nelle braccia della madre, cominciò a piangere come non lo aveva mai fatto, i pensieri come cavalli indomiti si affollavano nella Sua testa, pensieri anneriti dalla nebbia del divenire... si chiedeva:" Come faccio a vivere ora...il pigione di casa, la luce, il gas, le bollette varie, le cambiali, accidenti all'uomo che nulla si chiede, nulla per noi povera gente, eppure Lui, aveva sempre rispettato le regole del gioco".
Passò un sacco di tempo a porsi queste domande, interrogandosi sul da farsi, ma non trovava strada alcuna.
Intanto si era fatta l'ora del pranzo e Carmela lo aspettava " il ragù borbottava fumante nella pentola". mandò i ragazzi a cercarlo, ma niente Francuccio non si vedeva. Stava ancora nel bosco a pensare il da farsi, quando da un cespuglio lontano sentì un richiamo, avvicinatosi vide spuntare un barbone ferito dalla notte trascorsa nel bosco, e gli disse:"che ci fai qua" e il barbone gli rispose con voce rauca:" E' la mia casa, non ho niente ,dormo su cartoni e mangio bacche," Francuccio rimase fermo, attendeva qualche risposta dal suo cuore. La risposta arrivò presto. Prese il Barbone
per mano e lo invitò a casa. Tornarono a casa in silenzio, senza parlare, tra poveri ci si intende.
La solidarietà è dei poveri, solo i poveri hanno solidarietà con il prossimo , comprendono bene il disagio, comprendono bene l'angoscia dell'avvenire.
Arrivati a casa Carmela abbracciò Francuccio piangendo,"aveva letto la lettera di licenziamento, lo baciò tante e tante volte, e gli chiese del barbone. Francuccio le disse che lo aveva incontrato nel bosco mal ridotto, "hai fatto bene ad invitarlo rispose Carmela " dove mangiano quattro ne possono mangiare cinque".Non è il pane che ci manca disse,ma quello che ci manca è la giustizia, giustizia dell'uomo verso l'uomo, e di Dio rispetto alle Sue creature,questo ci manca, nulla ci possiamo fare...nulla...
Il ragù nel frattempo aveva smesso di borbottare nella pentola,era pronto! Si sedettero a tavolo e mangiarono in silenzio,fuori cominciava a nevigare,ma non era Natale era un giorno qualsiasi.


Pasqui Lettieri 23/12/2010 21:36 1042

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«Certo licenziare un uomo che ha famiglia è una cosa molto grave, è un qualcosa che va al di la dei soldi e della vita stessa,è un atto crudele,è un infamia e chi la compie non è degno di essere chiamato uomo!»

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