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Annabelle

Amore

Finalmente giunse l’ ora di chiusura, George sfinito, sistemò le ultime scatole di scarpe. La giornata era stata molto impegnativa e con gli sconti di gennaio, il negozio era stato affollatissimo fin dall’ apertura. Pensò tra sé, finalmente è arrivata l’ ora di ritornare a casa e mentre si apprestava ad abbassare la saracinesca, una voce di donna, urlando gli chiese: ” Aspetti non chiuda, ho bisogno di comprare delle scarpe, la prego è importante.”

George spiò dalle fessure della serranda per vedere chi fosse quella rompiscatole, che voleva acquistare delle scarpe proprio a quell’ ora e rispose: ” Signora mi scusi ma è tardi, torni domani.”

Lei insistette: “ La prego, mi faccia entrare, le pagherò più del dovuto, è urgente.”

George osservò la ragazza che per via del vento era tutta scompigliata ed alquanto sconvolta e riflettendo sulla sua proposta, pensò di accontentarla, soprattutto per il guadagno extra. Riaprì la saracinesca e la donna si precipitò dentro come una furia, guardandosi subito attorno per cercare quello che le serviva.

Aveva bisogno di un paio di scarpe nere e con il tacco vertiginoso, quella sera avrebbe voluto essere semplicemente stupenda, il suo ingresso inaspettato alla festa di fidanzamento del suo ex sarebbe dovuto passare alla storia. Questo è ciò che pensava Annabelle mentre sceglieva le scarpe. Impaziente e delusa di non aver trovato nulla che le piacesse, chiese: “ Mi aiuti lei, non ho molto tempo.”

La donna si era seduta sul pouf e maliziosamente aveva alzato un po’ la gonna. George alquanto imbarazzato era arrossito per essersi soffermato su quelle gambe bellissime, poi ripresosi le rispose: ” Forse ho qualcosa che le potrebbe interessare, sono delle scarpe particolari, non tutte le donne possono permettersi di indossarle, ci vogliono delle caviglie sottili ed un bel portamento.”

Dall’ ultimo scaffale su in alto, prese un pacco diverso dagli altri, per le decorazioni e la grafica stampata sulla scatola, sembrava una confezione degli anni 50. Annabelle sorrise esclamando: “ Ma dove l’ ha presa una scatola così originale, spero che anche le scarpe siano all’ altezza.” George prese la confezione come se fosse qualcosa di prezioso e la porse alla donna, la quale per lo stupore restò letteralmente a bocca aperta. Erano le più belle calzature che avesse mai visto, di raso nero, tacco a spillo altissimo, linea sottile ed elegante. Le provò sembravano fatte apposta per lei, si guardò allo specchio compiaciuta, le gambe perfette venivano slanciate ancora di più.

Raggiante per aver trovato quello che desiderava, si buttò impulsivamente al collo di George: ” Grazie, grazie lei mi ha salvato, non sapevo proprio come fare senza il suo aiuto.”

Annabelle aveva saputo del fidanzamento del suo ex, solo poche ore prima e proprio dalla solita pettegola che si fingeva essere un’ amica e che aveva avuto la premura di telefonarle, mettendola al corrente dell’ evento. Lei non aveva mai dimenticato Eliot, che l’ aveva piantata per una donna più grande di lui, molto ricca, praticamente faceva il mantenuto.

Tutto ciò l’ aveva umiliata tantissimo, lei che era così bella, essere lasciata per una donna dall’ aspetto a dir poco decadente, era stato un brutto colpo. Nel frattempo George inebetito dal gesto improvviso della donna le rispose: ” La prego signorina non mi metta in imbarazzo,ho fatto solo il mio lavoro.”

Annabelle pagò ed uscì dal negozio frettolosamente. L’ uomo seguì con lo sguardo la ragazza che si stava allontanando e poi richiuse il negozio. Strano quell’ incontro, strano che avesse trovato qualcuno a cui vendere quelle bellissime scarpe. Erano in negozio da molto tempo e non aveva mai voluto disfarsene. Pensava che alla fine avrebbe trovato la persona giusta a cui venderle.

Quelle scarpe erano speciali perché erano artigianali, le aveva realizzate lui stesso per una persona molto cara che era deceduta improvvisamente e per poterle completare c’ erano voluti due mesi. Distolse la mente dai quei pensieri tristi e pensò che era arrivata l’ ora di rientrare a casa, non doveva fare molta strada, infatti abitava nell’ appartamento sopra il negozio.

Per cena l’ aspettava la solita scatoletta di tonno con insalata. Dopo una giornata cosi faticosa non aveva voglia di mettersi ai fornelli. George era un uomo sulla quarantina, piacente ed anche benestante, ambito da molte donne del quartiere, ma nessuna di queste aveva fatto breccia nel suo cuore. Spesso dopo cena usciva con la sua compagnia, a bere una birra nel solito locale e raramente decidevano di fare qualcosa di speciale.

Stava per cenare, quando il trillo improvviso del campanello lo fece sobbalzare. Rimase sorpreso, non aspettava nessuno quella sera, aprì la porta di casa e sull’ uscio apparve il suo amico Albert, il quale entrò senza farsi invitare: “ Ciao George, sono nei pasticci, non so come fare, ti supplico… mi devi aiutare ad uscire da un grosso guaio ed in nome della nostra amicizia non ti puoi rifiutare.

George conoscendo l’ amico gli disse: ” Cos’ altro hai combinato?” Non era certamente la prima volta che lo aveva tirato fuori dai guai, infatti, era bravissimo ad incasinare la sua vita ed anche quella degli altri.

Donnaiolo senza pentimento, collezionava femmine di tutte le età belle e meno belle, l’ importante che avessero la gonna. Albert ancora più agitato rispose: ” Ti ricordi di Ellen?”

George assentì ma in realtà non sapeva di chi stesse parlando. L’ amico continuò: “ Una gran bella gnocca, sto uscendo con lei da un paio di settimane, ma sto frequentando contemporaneamente anche Stephanie e Giuly; tu mi dirai: dove sta la novità? Ebbene, questa volta sono realmente interessato a lei e non voglio rovinare tutto, lei per questa sera mi ha chiesto di accompagnarla ad una festa, che si terrà in un locale vicino. Ma ho saputo da fonte certa, che ci sono anche le altre due donne, perchè hanno degli amici in comune. Per me quindi, è assolutamente proibitivo presentarmi lì, mi farebbero a pezzi.

Tu adesso mi chiederai ed io che c’ entro? Ecco il mio piano: invece di accompagnarla io, al mio posto ci vai tu, inventandoti una delle solite scuse e le dirai che andrete insieme. Che ne pensi?”

George spazientito rispose: ” Non se ne parla nemmeno, è arrivato il momento di darti una regolata, ma quando ti deciderai a crescere?”

Albert insistette: ” Non puoi farmi questo…”

Mentre diceva ciò, pensava che alla fine sarebbe riuscito a convincerlo, così come del resto era accaduto altre volte. L’ affetto che George nutriva nei confronti dell’ amico era sincero e gli dispiaceva che non si rendesse conto del male che poteva fare ad altre persone.

E così anche quella sera, si convinse ad aiutare Albert, accompagnando Ellen alla festa. Si vestì con cura, indossò un abito “ Versace”, dal taglio sportivo ma nello stesso tempo molto elegante e come era sua consuetudine senza cravatta. Indossarla gli sembrava rinchiudersi in una scatola.

Arrivò sotto casa della ragazza puntuale, ma per poco non gli prese un colpo e non solo per l’ apparizione di quella fata che era semplicemente splendida, ma con sua grande sorpresa vide che era la stessa donna che era andata al negozio a comprare le scarpe.

Indossava un vestito di seta, che scivolava morbidamente sul suo corpo, lasciando intravedere delle forme perfette e sensuali. Le spalle scoperte la rendevano più accattivante e il decolleté mostrava una pelle levigata e senza imperfezioni, liscia e morbida. E poi il tocco finale, le scarpe altissime che la slanciavano elegantemente, rendendo quella donna straordinariamente incantevole.

George, per l’ emozione deglutì a fatica, si avvicinò alla donna spiegando l’ imprevisto che aveva avuto l’ amico Albert e se per lei andava bene, che l’ accompagnasse lui alla festa.

Lei lo fissò ed osservandolo meglio gli chiese senza scomporsi più di tanto: ” Ma lei non è il negoziante di calzature?”

George annuì, aggiungendo di essere anche un caro amico di Albert. Annabelle per niente contrariata accettò, infatti a lei non importava con chi sarebbe andata alla festa, l’ importante era rovinarla con la sua presenza, a qualcun altro.

Per partecipare all’ evento, a quel buffone dell’ amico aveva dato anche un nome falso, tanto a lei serviva solo un allocco da portare in giro per fare ingelosire Eliot. George le sembrava molto più interessante di Albert. Non solo era affascinante, ma aveva anche un bel fisico prestante, inoltre, quando l’ aveva fissata con quegli occhi scuri e profondi, che sembrava l’ avessero spogliata in un secondo, aveva sentito un brivido percorrerle la schiena.

Salendo in auto, si era lasciata cadere morbidamente accanto a George e maliziosamente le si era avvicinata all’ orecchio sussurrando con voce sensuale: ” Credo proprio che ci divertiremo.”

Il suo profumo: ” Magie noir“, l’ aveva inebriato, era qualcosa di sublime e lei ne era perfettamente consapevole, quando lo indossava ne bastava una goccia per lasciare una scia lunga ed intensa e con il suo splendido corpo diventava una miscela seduttiva ed attraente.

Il tragitto fu breve, il grazioso locale: ” La Pineta” sorgeva su di una collinetta di abeti, appena fuori il centro abitato. Annabelle non vedeva l’ ora di fare il suo ingresso trionfale e vedere la reazione del suo ex. Appena entrarono, lei ridendo si aggrappò al braccio del suo accompagnatore e con disinvoltura si avvicinò alla coppia dei festeggiati. Un silenzio innaturale piombò nella sala, Eliot e la compagna si scambiarono un’ occhiata di stupore, non sapevano che diavolo ci facesse lì e chi l’ avesse invitata. Annabelle sfrontatamente e sicura della sua bellezza gli disse: ” Ciao Eliot, sono solo passata per farvi gli auguri, non potevo certo mancare all’ evento dell’ anno. Un ragazzo che si impegna con una donna attempata non succede spesso.”

Lui diventò livido dalla rabbia e trascinandola fuori da un braccio le disse: ” Ma cosa ti sei messa in testa? Vuoi rendermi ridicolo? Non ci riuscirai!”

Annabelle ribatté: “ Tranquillo, lasciami il braccio che mi stai facendo male, resterò ancora un po’ con il mio uomo, anzi vieni che te lo presento.”

George, che era rimasto in disparte ad osservare la scena, non sapendo cosa fare e contrariato di essere stato usato dalla donna e da Albert si avvicinò esclamando: ” Io vado via, se tu vuoi restare sei libera di farlo”.

Lei sapeva che oramai non c’ era più niente da fare, capì che aveva perso Eliot per sempre e quindi, decise di andar via con George. Una volta in macchina lei si abbandonò in un pianto di rabbia e sebbene George fosse palesemente adirato, si dispiacque nel vederla in quello stato. Una cosa che odiava era vedere una donna piangere.

L’ abbracciò teneramente stringendola a sé, sentiva il suo corpo scosso dai singhiozzi e così, per tentare di calmarla gli venne naturale accarezzarla. Ma accadde qualcosa di inaspettato, lei alzò il viso rigato dal pianto e improvvisamente lo baciò. Fu un bacio dolcissimo che travolse tutti i sensi ed a questo ne seguirono altri più profondi.

Si fermarono nel boschetto di abeti, era la notte di San Lorenzo, lui le chiese: ” Ti va se ci fermiamo?” Non ci fu bisogno della sua risposta, furono presi da un frenesia incontrollabile, di sfiorarsi, toccarsi, assaporare il gusto dell’ altro, scoprirsi nell’ intimità. I loro corpi fremevano per l’ intensa passione, travolti da un’ eccitazione sempre più travolgente. Quando lui turgido dal desiderio sprofondò in quel caldo intimo piacere, lei lo accolse stringendolo in una morsa bollente di goduria. Il mondo scomparve in un attimo, esistevano solo loro due, in quel magico momento non si erano uniti solo due corpi ma anche due anime, espressione dell’ amore universale. Si amarono sotto quel cielo in cui superstizione e magia diventavano una cosa sola. All’ improvviso una scia luminosa attraversò la volta celeste ed entrambi espressero lo stesso desiderio, che questo fosse solo l’ inizio di una bella storia d’ amore.

Anna Rossi 11/02/2017 06:36 1136

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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