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ORE Di ANGOSCIA

Giallo e Thriller

La mia casa si trovava a pochi metri dal mare, ed io che ero nata e cresciuta lì, mi sentivo parte di quella

natura, di quella sabbia, di quelle palme altissime che ornavano il giardino, assieme ad altre piante tropicali verdissime e rigogliose.

Non avrei cambiato quel posto per nessun altro al mondo nemmeno se fossi stata obbligata a farlo...

Ma nella vita non bisognerebbe mai dire mai.

Vivevo sola, i miei genitori purtroppo erano morti tre anni prima, e non avevo nè fratelli nè sorelle. Le mie amiche mi dicevano che dovevo vendere quella casa, che era troppo grande per me, e che poteva essere anche pericoloso vivere in un posto così isolato. Ma io non volevo nemmeno sentirne parlare di dover andarmene da lì.

Una notte mi sono svegliata di soprassalto perché avevo sentito dei rumori strani venire dal basso in cucina. Mi sedetti sul letto con il cuore che mi batteva forte, e istintivamente presi il mio cellulare sul comodino per chiamare la polizia, ma quando stavo per fare il numero una voce d’ uomo mi disse:

- “ Metti giù immediatamente quel telefono se non vuoi passarla male!”

Evidentemente, sotto in cucina, c’ era qualcun altro che frugava in mezzo ai cassetti, intanto questo era già salito mentre io dormivo.

Con la voce che mi tremava gli dissi che avevo dei gioielli, che se li poteva portare via, ma che non avevo nemmeno un soldo, e che non mi facesse del male.

La risata che seguì le mie parole mi fece gelare il sangue. Mi mise una pistola nella nuca e mi disse:

- “ Sentimi bene bella, adesso fai subito un assegno da € 500. 000 in modo che io lo possa andare a riscuotere senza problemi, mentre il mio amico ti terrà compagnia fino al mio ritorno. E guarda bene di farlo in modo corretto, perché basterebbe una mia telefonata per farti saltare il cervello!”

Io a quel punto mi misi a piangere disperata:

  • Ma chi vi ha detto che io abbia tutti quei soldi?! Siete pazzi!!” al che lui:

  • Basta! Mi sto stufando, stai facendomi perdere la pazienza!” e mentre diceva queste parole mi diede uno schiaffo che mi fece ricadere sul letto.

  • Io, svelta come un gatto, mi buttai dall’ altro lato e corsi alla porta della camera verso le scale, ma una mano forte come una morsa mi fermò e mi fece inginocchiare per terra.

  • Dove ti credevi di andare?” mi disse quell’ altro che era salito anche lui e si trovava proprio sulle scale.

  • Lasciatemi, vi supplico, voi siete informati male, non ho un soldo in banca io! Se mi ammazzate non guadagnerete niente comunque, lasciatemi vi prego!”

  • Senti, ti do l’ ultima chance, o scrivi quell’ assegno o ti lasceremo in un modo tale da rovinarti per sempre, lo capisci o no? Sarai tu stessa a pregarci di ammazzarti!”

A quel punto compresi che non mi rimaneva altra alternativa, mi chiedevo come avevano fatto a sapere che mio padre mi aveva lasciato quella eredità, e dissi loro che avrei fatto quello che mi chiedevano.

Presi in mano l’ assegno e scrissi la cifra, misi “ Al portatore” e quando stavo per firmare tentai l’ ultima mia possibilità si salvezza. Cambiai il mio cognome e misi quello di mia madre. In banca avevo sempre firmato col cognome di mio padre, e in quel momento pregai che il cassiere capisse che ero in pericolo. Era la mia ultima speranza.

Per fortuna quel tipo non poteva sapere come fosse la mia firma, prese l’ assegno e mi lasciò nelle mani di quell’ altro, che possedeva una pistola pure lui e la teneva indirizzata verso di me.

La banca non era molto lontano, e il mio cuore batteva fortissimo, io pregavo dentro di me, sperando di poter salvare sia i soldi che me stessa. Il tempo non passava mai. Ma all’ improvviso sentii le sirene della polizia fermarsi proprio davanti a casa mia. L’ uomo che mi teneva sotto tiro, mi prese per un braccio e mi mise davanti a lui con la pistola sulla mia tempia.

La polizia entrò rompendo il vetro della finestra, e in pochi istanti salirono e aprirono la camera da letto. L’ uomo continuava a tenermi come il suo scudo, dicendo che se non lo lasciavano andare avrebbe sparato su di me. Ma la polizia, usando gli stratagemmi del loro mestiere riuscirono a liberarmi.

Ora sono qui, seduta davanti alla scrivania del comandante di polizia raccontando tutto il fatto. Il comandante mi fece i complimenti per come mi ero comportata e per il sangue freddo che avevo avuto. Mi disse che il cassiere della banca se ne era accorto subito che c’ era qualcosa che non andava. Già vedere quel tipo che veniva a riscuotere una cifra del genere lo aveva messo in allerta, poi al vedere la sua firma non ebbe più dubbi. Facendo finta di niente, era andato subito a chiamare la polizia, il tipo era stato arrestato.

Il resto? Già lo sapete...

Franca Merighi 14/04/2020 15:30 784

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.

I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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