Nel mio pollaio ho galline, tanti galli e altrettanti anatre, e, nascosti tra i nidi, velenosi scorpioni.
Chiamo Zio Giovanni in cerca di un consiglio, e lui arriva con dei sacchi pieni di cipermetrina.
— Ma Zio Giovanni, cos’è questo?
Non vedi che ammazzerò tutto il pollaio e le anatre, senza esitare!
Mi guarda arrabbiato, facendo uscire gli animali perché scorrazzino allegri e liberi per il cortile.
Spruzza angoli e fessure, ogni buco, con fervore. E in quel trambusto, zac!, appare Zia Omayra che prega San Francesco affinché stermini le bestie velenose con fervore, e nel caso non bastasse, anche San Isidoro, per favore!
Sarà il caso che mi affido ai santi di Zia Omayra per liberarmi dalla piaga degli scorpioni?
Corro verso casa cercando un rosario, e per strada incontro la nonna, un po’ afflitta mentre recita un "Padre Nostro":
— Nonna, cosa ti succede?
Non dirmi che ti ha punto quella bestiaccia che chiamano scorpione?
Mi risponde tra risate e scherzi:
— Ma di cosa parli, nipote mia?
Lo scorpione che conosco io non è una bestia, ma quell’uomo che chiamano "il Ratto- scorpione"!
E quello non punge nemmeno un fiore.
Quel velenoso "Ratto- scorpione" quel che sa fare è intrufolarsi nelle case del vicinato, imbrogliare gli ingenui perché lo seguano e votino per lui alle elezioni.
— Siediti con me, recitiamo il rosario o facciamo un esorcismo per scacciare tutte quelle bestie chiamate scorpioni, "Ratto- scorpioni" o pipistrelli.
Non sia mai che ci pungano e cominciamo come delle matte a pregare quello che chiamano "il Furbone" o quello che "vede l’uccellino"!
Le rispondo con una risata:
— Nonna, ma cosa dici!
— Eh nipote, di cose se ne sono viste! Sì, signore!