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Elena Poldan
I 15 racconti di Elena Poldan
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E ad un certo punto, mi sono persa. Cercando di andare avanti, avvertendo sulla mia vita tutto il ruvido dei giorni, come prigioni, da colmare con la fatica e un lavoro diventato un macigno, mi sono persa. I miei spazi, il mio mondo fatato, con il glicine
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La violenza dei luoghi comuni
"Come sei bianca!" Col volto quasi schifato, da sempre, ogni santa estate divento bersaglio di frasi del genere, seguite da altre della stessa tipologia. Ogni volta non posso fare a meno di interrogarmi sullo spessore di
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E anche questo lungo, lunghissimo anno scolastico volge al termine, tra qualche amarezza, qualche incomprensione, dove ogni giorno è stato intenso, problematico e impegnativo, dove tutto è stato adempiuto, con serietà e grande dispendio di energie, con
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Viene a trovarmi quasi tutti i giorni, ovviamente senza preavviso, con i suoi abiti pesanti e grigi, sempre inadeguati a qualsiasi condizione meteorologica, così sgradevoli alla vista. Spesso si accomoda senza chiedere il permesso, ignorandomi, ma
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Indosso guanti per barricare il mondo dietro corazze di paure che si dissolvono e volano via. Mi copro dietro una mascherina azzurra, che mi dona un velo di mistero, ma mi soffoca dentro tutti i respiri colmi di svantaggio. Oggi il sole è velato e a
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Fai, scrivi, lavori, cammini, cucini, ridi, ascolti, fai finta di niente, ma poi... precipiti nel baratro delle tue angosce represse...
e sollevarsi ogni volta è una fatica immensa, per cui cerchiamo di non scivolare che per ora il percorso è
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Sento il vento e mi perdo in mille nodi di silenzio, oltre quel muro di pudore. Alle soglie del sole, mi ritrovo nuda, senza passato e con in mano un presente a brandelli, almeno dentro, in quegli antri di cervello battuti da onde malsane, da uno
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Impossibile trasferire nelle parole i vuoti infiniti che hai lasciato nella mia anima.
Pagine di un libro già finito, sul più bello, e non rassegnarsi a chiuderlo e rendersi conto che è già polveroso reperto di qualcosa che è distrutto.
Granelli di
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La vedo, dietro i vetri della mia malinconia, che aspetta, s’acquatta, pronta a intrufolarsi, al primo spiraglio di debolezza, al primo cedimento o passo falso, fra i meandri della mia tristezza, avverto già il suo fiato amaro, le sue scarpe fradicie, la
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Sfioro col vento della nostalgia un tempo ormai defunto. Era di prato il colore di quegli anni selvaggio, in cui, in bilico, fra tensioni e follia, mi evolvevo in una forma astratta, senza aria e senza ali, in un nido aperto a pericoli e arpie.
In quel
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Andare al mare per la prima volta, quest’anno, il 24 giugno, dopo un tacito compromesso con me stessa: ignorare tutte le imperfezioni del mio corpo. Riproponendomi, da domani naturalmente, di mettermi a dieta, di intensificare l’esercizio fisico, di
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Finalmente un pomeriggio libero, dopo tanto tempo! Lo attendeva da parecchio, ne aveva avvertito una grande necessità. Negli ultimi tempi il lavoro non le aveva dato tregua, era stanca, un po’ impaurita, frastornata, annichilita. Non aveva ancora
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Capita che a volte ti senti stanca, ma così stanca che vorresti solo dormire, riposare su di un letto, possibilmente, senza spine, e sognare, magari allietata da coccole e carezze, certezze, amorevoli cure, doni e blandizie.
Perché, magari, tu te ne sei
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Ho smesso di parlare, ho chiuso ogni porta e, rintanata nella stanza più buia, mi assento.
Lascio che si inerpichino sul mio corpo inerme, artigli di piante soffocanti, che ricoprendolo, lo risucchiano e annientano.
Come automa, senza volto e senza
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Era una strada deserta quella che percorreva ogni notte, senza luci, senza alberi. Sola camminava, i suoi passi erano svelti, la sua ombra s'allungava, la notte l'avvolgeva in un abbraccio di morte che le toglieva il fiato e il senso della vita. Sola,
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