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Bao secco

Biografie e Diari

"Noi lo chiamavamo “ Bao secco” in segno di affetto, mangiava di tutto e non prendeva un etto, ci mancherai."
Pessimo elogio funebre, fossi stata la moglie gli avrei tirato l’ acqua santiera con annesso aspersorio.
Che si può dire di sensato in poche righe, in una manciata di secondi, senza cadere nel ridicolo e nel melenso, di una persona che conoscevi fin dall’infanzia e che ora non vedrai più?
Detesto le esequie fatte in sto modo, non hanno senso. Per le onoranze funebri ed il fioraio la cifra sarà cospicua, morire è diventato un lusso.
Va bene piangere, ma addirittura esternare alla folla i sentimenti, la trovo una cosa di pessimo gusto. Sappiamo cosa sentiamo, non c è bisogno di sbandierarlo ai quattro venti.
Tanto, i più se ne fregano di gran classe, usciranno dalla chiesa, ci penseranno il tempo di una sigaretta e nel tragitto per tornare a casa si saranno dimenticati perfino il nome. Per pochi resterà nella memoria, nelle foto ed in qualche video.
E’ morto, mi dispiace, condoglianze alla famiglia e stop.
Parenti, amici, ficcanaso, conoscenti che per quarant’ anni hanno giocato a nascondino, ritornano a gola, inesorabili, come un pasto digerito male. Li avrei cacciati volentieri a pedate nel sedere.
I pochi che riconosco sono i soliti amici di vecchia data.
Povero bao secco, te ne sei andato quando la cosa si stava facendo interessante.
Me lo diceva " mi sento poco bene, c’ è qualcosa che non va".
Dava la colpa agli acciacchi, allo stress, vai a pensare al peggio.
Dopo svariate madonne si decise a farsi controllare e la risposta non fu positiva per nulla.
Se avesse fatto un check- up alle prime avvisaglie, forse ora si riderebbe nel guardare i nostri cari amici pelati, ingrassati, legati alle catene con mogli insopportabili.
Invece, la bestia ti ha domato, ti ha prostrato e ti ha regalato una bella bara di pino con un soffice giaciglio bianco.
La compagna piange, i figli fissano il feretro e amici che mestamente si siedono in silenzio con gli occhiali da sole per non far vedere occhi gonfi.
Bao secco, che coglionata.
Ho ascoltato i pensieri, alcuni molto toccanti, misurati ed onesti, altri da delirio e da arresto.
Però all’appello ne manca uno, se padella questa occasione, passo da casa e lo appiccico al muro, ma ‘ndo cazzo stà?
Avrò riletto una ventina di volte il mio discorso, conosco le virgole ed i punti, parola per parola, potrei pure recitarlo senza leggerlo, ma non gli rende giustizia, improvviserò e buonanotte.
Certo che la vita fa veramente schifo se la guardi da una prospettiva sdraiata, farcito di morfina come un tacchino natalizio....no, via non è il modo di campare.
A nessuno è venuto in mente che almeno ha smesso di soffrire? Per la famiglia era un tormento.
Resterà un vuoto ovviamente, ma vederlo in quel letto.....porca puttana.
Mi ero persa per un istante guardando le composizioni floreali, la chiesa era sempre più gremita.
Erano arrivate anche le squadre di calcetto che allenò e le squadre di canottaggio.
Ecco, ora sì che ci vuole un discorso impeccabile.
Fra la folla, i singhiozzi, il brusio indefinito, qualcuno rideva.....inconcepibile.... poi una sagoma familiare.
Si era operato al ginocchio, mi disse, una convalescenza più lunga della storia romana. Qualche genio dal camice bianco, deve avere cannato l’intervento. Per quanto ancora doveva usare la stampella?? Son passati quattro mesi dalla nostra ultima chicchierata, che potesse riacquistare la mobilità ottimale era un’utopia, ma lui ci sperava a forza di madonne e moccoli.
Si avvicinò alla famiglia, gesti quasi meccanici, si diresse al pulpito, ma prima toccò la bara, la sofferenza unita alla delusione erano palpabili. Mi faceva tenerezza, anche se alle volte mi ci incazzavo di brutto, tolse gli occhiali da sole... un evento rarissimo... prese un respiro..
"Che posso inventarmi per non cadere nel retorico e nel ridicolo? Cosa dire per placare la rabbia? Quali frasi adatte per annullare questo disagio? Nulla, tutto sarebbe inutile, le parole non servono. Hai smesso di soffrire “ bao secco”. Mancherai, porca eva, questo è certo, le tue risate, le tue battute, il tuo modo di essere. Malinconico ed ironico. Il tuo carattere burbero, ma in fondo buono. Eri uno dei migliori, uno dei pochi che meritava l’aggettivo amico."
Da applausi, bacio sulla guancia, abbraccio accademico e sonora toccata di ‘ ulo.
Si abbassò gli occhiali da sole e goffamente prese la via della porta, volevo scambiarci due parole, sapere come se la passava, ma non voleva fermarsi.
Mi guardò un attimo, una brevissima smorfia indicando la stampella con annesso moccolo a fil di voce.
Trattenni le risate a stento, che tipo...
Reagiamo in tanti tanti modi alla morte.
Alcuni l’avvertono appena, per altri è uno schiaffo in faccia, per altri ancora è come una lama nel cuore


Matteo Bio Matteucci 28/06/2016 20:52 856

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«Bao in dialetto livornese sta per Baco, si omette la C.»

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Il primo racconto pubblicato:
 
Scatole & ricordi (09/09/2014)

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Dolce respiro (15/12/2016, 6082 letture)


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