Dopo il lavoro estivo, mio padre a settembre si concedeva 12 giorni di cure termali a Riolo Terme, mia madre, invece, si recava a Montecatini ad ottobre, solitamente con zia Milla e zio Pino; c’erano anche Quinta ed Eugenio Ciuffoli, vicini di casa. Successivamente, la mamma si recava a Milano presso le sorelle e faceva visita ai diversi clienti dell’estate portando loro del pesce fresco. Zio Pino le faceva d’autista conoscendo bene i loro recapiti, in quanto quasi tutti erano del ramo moda, di cui egli s’occupava. Al ritorno, parliamo di novembre, si ricominciava con le cene e con le quotidiane visite dopo cena, ma quell’anno c’era qualcosa che non andava, le visite si diradavano e mia madre che viveva di relazioni non riusciva a spiegarsene il motivo. Lei era abituata ad essere al centro dell’attenzione e non sopportava di rimanere sola, non le bastavano le visite del sabato sera e quelle domenicali, voleva, come ormai s’era abituata da tempo, che tutte le sere ci fosse qualcuno che venisse a trovarci per passare la serata. Consultatasi con la signora Maria Boiani in Amati, vicina di casa e molto assidua della nostra, venne a sapere che i Mancini andavano a vedere la TV dai Rubini ed altri ancora, chissà, forse avevano preso la loro stessa strada.
Alla notizia, la mamma in due e due quattro comprò immediatamente un televisore e per battere la concorrenza comprò il più grande, il più bello. Si trattava di un Voxon che glielo fece avere Lino Vigo, cognato dello zio Renzo e concessionario di quella prestigiosa Casa. Un solo canale in bianco e nero che costava un occhio della testa, 380.000 lire! A quel tempo credo che mio padre guadagnasse circa 60.000 lire in un mese. Presto la casa si riempì nuovamente, ricordo che l’anno successivo (1955) alle serate di “Lascia o raddoppia?” condotte da Mike Bongiorno nel nostro tinello c’erano sedute 14 persone, noi compresi (i Mancini 4, i Bonini 4, la signora Maria Amati, la signora Elvira Foschi e noi 4).
Una sera feci una grossa gaffe: la signora Elvira era anziana e con una vistosa gobba. Giorgio, seduto davanti a me, con la sua schiena larga come una portaerei, tanto per cambiare, si divertiva ad ondeggiare in qua e in là per non farmi vedere il video; come trovavo un varco s’inclinava da quella parte, come guardavo dall’altra, cambiava anche lui posizione. Ad un certo punto spazientito dissi a voce alta, affinché la smettesse: “Ma cos’hai da incurvarti in qua e in là, sembra che tu abbia la gobba!”. Per un momento la platea raggelò, ma la signora Elvira si volse verso me e mi sorrise. Non si perse mai una puntata di quella trasmissione che a quei tempi incollava milioni di telespettatori alla TV.
La domenica pomeriggio era invece il turno di Virgilio Bonini che non abitava vicino a casa e veniva con la moglie Rosina per far vedere la televisione ai nipoti Patrizia e Roberto. Ricordo che la domenica pomeriggio c’era alla TV Telemach (qui eravamo già nel 1957) con Enzo Tortora. Io e Roberto, ormai grandicelli ci divertivamo a pronunciare Telemach con voce cavernosa, spaventando a morte la piccola Patrizia che correva fra le braccia del nonno.