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Questa è un racconto erotico: se può turbare la tua sensibilita o se non hai più di 18 anni dovresti evitare di leggerlo.

Eva la volontariosa - capitolo iii

Erotismo e per adulti

IL REINCONTRO

Eva stava per compiere diciott’anni e si sentiva felice. Primo, perché per i suoi genitori terreni, la loro bella figlia raggiungeva la maggiore età, era ormai una donna fatta; secondo, perché i suoi ricordi delle sue altre vite erano intatti, nulla era cambiato, e terzo, e forse più importante, perché due mesi prima aveva avuto il primo incontro con Adamo, e si era sentita così emozionata che non vedeva l’ora di rivederlo. Certo, Adamo non la ricordava con la stessa nitidezza, poiché i suoi ricordi del passato non avevano ancora raggiunto lo "status" che Eva aveva raggiunto. A volte si chiedeva se suo Padre non avesse ragione, e se lei stesse in qualche modo rallentando la sua crescita. No, oggi non voleva pensarci. Continuò a camminare per il parco, come faceva ogni giorno; le piaceva quel parco, le ricordava un po’ il Paradiso. Mentre passeggiava, dentro di lei, vorticavano frenetiche emozioni e, senza pensarci due volte, decise di andare a trovare Adamo. Lo trovò intento a lavorare su una magnifica scultura; si avvicinò silenziosamente e sentì un desiderio così forte che lui si girasse e la prendesse tra le braccia. Ma l’emozione le annebbiò i sensi, e l’unica cosa che riuscì a dire con parole che le sembravano bolle di sapone fu:

— Ciao Adamo!

Come stai?… Ti ho pensato tanto!

Adamo si girò di scatto e rimase perplesso, non l’aveva sentita arrivare — e le rispose con un sorriso che le illuminò il cuore:


— Meraviglioso! Allora è per questo motivo che sei qui! E in che modo mi hai pensato, di grazia?

Facendosi la finta tonta, gli rispose con un’altra domanda, deviando come suo solito:

— Adoro questo tuo nuovo lavoro, è diverso, direi speciale. C’è qualcosa di… magnetico.


— Lo vuoi? — le chiese Adamo, porgendole la scultura con un gesto generoso—. È tuo, te lo regalo, l’ho fatto pensando a noi e immaginandoti. Sono due corpi che si

fondono, persi in un vorticoso abbraccio… ma non capisco! Sembri divagare! Mi

cambi sempre argomento quando voglio sapere di più su di te, sui tuoi pensieri più intimi.


— Lo so, continuo a cambiare argomento come sempre. Vado di qua e di là senza sosta, mi piace vedere i cambiamenti di espressione sul tuo volto, nei tuoi occhi, vedere il

tuo corpo muoversi mentre devio dal tema. Sai!… Mi piacciono molto i nostri affetti, le nostre confidenze, i nostri segreti, anche i più proibiti.


— Come questo amore! — le rispose Adamo, con un tono che Eva non aveva mai sentito

prima, così profondo e risonante—. Sostanzialmente incredibile, molte volte

impossibile, ma irrinunciabile e inevitabile. — Mentre parlava, gli scivolò

sensualmente la mano sul collo di Eva, che fremette leggermente per l’emozione

e il piacere. — Senti le mie carezze, questo turbine di emozioni quasi senza fine?


— Cosa dici? — gli chiese Eva, le labbra socchiuse.

— Sto semplicemente dicendo che ogni carezza, ogni bacio, ogni parola che ci

regaliamo (e nulla viene rifiutato, al contrario!), trova un terreno fertile in

noi, alimentato da una forza prepotente e vigorosa, che ci porta sull’orlo del precipizio… e di un profondo oblio di tutto il resto.


— Vorrei godere di quei momenti con te, mio caro Adamo — sussurrò Eva, gli occhi che brillavano di desiderio.

— Allora

guardami, sono qui davanti a te! Penetra i miei occhi, al loro interno troverai

un fuoco che arde solo per te. Arrenditi, abbandonati, non porre alcuna

resistenza, affinché le mie mani possano superare le barriere pudiche che ti

frenano, lascia che le mie dita ti accarezzino, continuando sul resto del tuo corpo, toccando le tue più intime risonanze.


Eva aveva le pupille dilatate, il respiro si fece più profondo, quasi affannoso.

— Spogliati, fai volare lentamente i vestiti, come foglie d’autunno che raggiungono il suolo sensualmente e malinconicamente. Spoglia il tuo corpo, spoglia il mio, così come le nostre anime sono nude, libere da ogni passato inibitorio.

Un abbraccio li unì per un lungo, lunghissimo istante, un’eternità. Il calore nella stanza

cominciò a salire, movimenti sincronizzati trovarono ritmi impensabili. L’odore

dei corpi vicini si elevava, e le pelli brillavano, riflettendo la luce come metallo incandescente.

— Continua, amore mio, continua! — sussurrò Eva, persa nella sensazione—. Seguiamo le note di quest’amore selvaggio, non fermarti, non arrestare questa danza unica al mondo, fatta solo per noi. Avanti, prendimi, introducimi nel vortice di questo ciclone

che ci unisce. Chiudiamo gli occhi, acceleriamo, come se fossimo un motore a piena velocità. Senza paura, con forza e dolcezza al tempo stesso!


— Oh Eva, cosa mi fai, sento come se mi appartenessi da sempre, come se avessimo già vissuto queste stesse emozioni — mormorò Adamo all’orecchio di Eva, stringendola a sé—.

Urliamo di piacere, lasciamoci guidare solo da questi sentimenti, come se

fossimo la carica di una bomba atomica che esplode incessantemente nel profondo

di un oceano pieno di forti e incontrollabili emozioni. Amami, amore mio, amami come solo tu sai fare!

E si lasciarono trasportare dal piacere, abbandonandosi a un’appassionata e selvaggia unione, per poi cadere nel silenzio e nella calma, solo due lenti respiri, uguali al

battito di un dolce cuore. Sorrisero guardandosi negli occhi, come due creature birichine e innocenti.

La temperatura cominciò a scendere bruscamente e Adamo si alzò, ancora con il corpo umido. Eva lo osservò con occhi che esprimevano ancora desiderio e gli chiese:

— Mi lasci?

— Cosa?

— No, mi vado a coprire, sento freddo.

— Credi che le nostre anime si siano riconosciute? — chiese Adamo, il suo sguardo penetrante.

— Sì, eravamo una cosa sola, e sai, Eva! Mi chiedo: perché io?


Si osservarono con occhi scintillanti e un lampo pieno d’amore e vita colpì le loro retine.

Eva rabbrividì e si disse: — Ah Adamo, quanto sarebbe bello se tu ricordassi le

nostre vite passate, sarebbe un modo per porre fine a questo vagare alla tua

ricerca… Mio Adamo, mio impetuoso Adamo, come sempre dovrò tornare senza di te. Non sei ancora pronto per il nostro viaggio finale.


Lui la osservò, incuriosito dal modo in cui lei lo guardava.

— Mia cara Eva,

mi piacciono i tuoi capelli, le tue mani, la tua bocca, i tuoi occhi con cui

osservi la vita e la riproduci, con parole uniche, come solo tu sai fare. Tutto

in te è intrigante e appassionante: intelligenza, follia, emancipazione, razionalità. Baciami, sai come darmi piacere!


— Oh Adamo, anche tu, un piacere profondo. Lascia che ti accarezzi ancora una volta, lascia che mi impregni del tuo odore, lascia che la tua pelle si incastri alla mia, per ricordarti quando non sarai più accanto a me.


— Mi vuoi accarezzare, possedermi, vero? Avanti, amore mio, sono tutto tuo e tu sei mia…

Sai che ti voglio bene!

— Lo so, amore mio…


— Ti percepisco come un’antenna. La tua immagine mentale vola dentro di me fino a raggiungere il rosso vivo del mio cuore, turbando il mio riposo contemplativo… Ti voglio sempre con me, non lasciarmi mai!


— Ma devo andare, mio caro, non posso restare. Non essere triste! Tornerò…


— Rimani, perché ho paura che se varchi quella porta, quando si chiuderà, non ti rivedrò più. Non voglio perderti, Eva, la mia vita prima di te era grigia, non voglio

allontanarmi da te. Promettimi che tornerai! Come torna il sole dopo ogni notte, come tornano le stagioni ogni anno.


— Lo prometto, perché il mio amore non conosce distanze né tempo, è eterno e sa aspettare per te.


— Tu sei la mia natura celeste, non puoi abbandonarmi, l’hai promesso. Quando tornerai?


— Quando? Sapremo riconoscerci, mio caro Adamo, come ora. In quel tempo tutto sarà, tutto ritornerà, vivremo il nostro vero amore. Ora dammi un abbraccio, riposa accanto a me… Baciami! Amami!


E caddero di nuovo in un vortice d’amore, ma questa volta per amarsi lentamente, con tenerezza, come se un alone di luce li avvolgesse…


— Per sempre, amore mio… — Si congedò Eva con tristezza, ma questa volta sapeva che non sarebbe tornata subito con Adamo.


Lui doveva trovare la sua strada, una strada nella quale lei non poteva

continuare a interferire. Sapeva che, giunto il momento, sarebbero stati insieme per sempre. Da lassù, il Padre la osservava…


— Grazie Signore, finalmente la mia povera bambina ha capito. Mi preparerò per il suo arrivo.

Fine



Arelys Agostini 22/07/2025 06:10 4

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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La vecchia signora (18/09/2019, 1645 letture)


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