Mostrar l’essenza ignuda
crear dal sentimento il pathos
è patir la vita cruda
ove schiacciati siam dal logos.
Dal semplice pensier soave
si espande l’atto appassionante
che tocca le menti schiave
per il palpito illuminante.
Soffrir del brivido nell'intimo
è un tenero splendore
per viver solo quell'attimo
senza alcun pudore.
Desiderar degli altri l’emozione
dall'arte propria al fin creata
cotanta generosa ispirazione
per render l'anima beata. |
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Vivere nel bisogno dell'attesa,
aspettare nel dì domani
dell'esistenza la sorpresa
e sospirar che l’oggi s’allontani.
Dell’animo sciupato è il desiderio,
la mente rigurgita di speme
afflitta dal pesante vituperio
per l’avvilito ardor che teme.
I giorni passano accaniti
su essi vola l’illusione,
ai rincorsi sogni già svaniti
rimane l’infinita delusione.
Arduo esser nel presente
assaporare il girar dell’ora
respirar l’attimo fuggente
e esserci un giorno ancora. |
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Dentro ognuno l’Universo
troppo profondo da vedere,
emozioni, dolori, paure, tormenti,
ci accadono nel cammino perverso
credendo di decidere col sapere,
del sogno poveri illusi dormienti.
Vivere l’uno insieme ai tanti
cosparsi di ingenua realtà
ma nulla è come sembra,
spinti a tirare avanti
in una virtuale banalità
che la nostra essenza smembra.
Lasciarsi fino all’abisso
come corpi smessi,
nel vuoto senza pensiero
appare il dono eclisso,
la coscienza di noi stessi,
dell’Infinito il sentiero. |
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Riconoscersi dentro
con il ricordo di noi
cercare l’io nell’unico centro
e lasciare i pensieri al poi.
Vedere il nostro muoversi
in ciò che ci circonda
sforzando di non perdersi
nella mente che trasborda.
Per quanto difficilmente
a contemplare se stessi
nel farlo curiosamente
si scoprono lati inconfessi.
Quanti siamo nell’animo
diversi uno dall’altro
lottando fino allo spasimo
cedendo a quello più scaltro.
La coscienza è sperduta
per noi ormai criptati
da schemi di logica posseduta
come automi mai destati. |
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Ciao al nuovo giorno
dal mattino che splende,
nasce la forza nell'animo
del desiderio è il ritorno,
per chi solo comprende
il vitale dono magnanimo.
Ogni dì nostro
è un sogno labile
che alla ragione sfugge,
invisibile inchiostro
di mano amabile
che il tempo strugge.
Godere ogni secondo
un attimo è già andato,
afferrare subito il dopo
abbandonarsi in fondo,
sentirsi ancora grato
all'inaspettato scopo.
Vivere è sognare
sperare è distruggersi,
come folata di vento
trascina via le attese care
rimane solo accorgersi
del solito cuore spento. |
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Soave è il perpetuo largo
dal chiaro roseo tono,
spinto dall’aria ergo
seguendo del vento il suono.
Nel cielo il corpo vibro
discendo giù per valli,
al soffio il perdurar sfibro
lambendo al rio i cristalli.
Con la possanza salgo
sui monti già innevati,
all’aquila prevalgo
spazi così elevati.
Del sol godo il tepore,
l’immenso fende gli occhi,
struggente è lo stupore
udir nel vuoto dei rintocchi.
Infranto è il breve viaggio
dal tinnio suonante,
del volo vidi il miraggio
nella notte sognante. |
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Mare mare immenso
turbinio del senso.
Feroce dal vento spinto
sboccia il primordiale istinto.
Poca cosa siamo innanzi
all’onda che pare danzi.
Immergere il corpo stanco
sentire il sangue franco.
Udire il rumore intorno
del dolore limpido storno.
Toccare con la sciolta mano
l’essenza del vivente umano.
Piangere e gioire finché dura
immersi nel dono della natura. |
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