Ricordo chiaro
Di una speranza giovanile
Al pari di un affetto vivo
del mio sognar
ti sei fatto amico.
E nel ribollir del mio sangue
Il tenace istinto
che mai ho perduto
è pegno d’amor duraturo. |
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Gratitudine per quello che mi hai dato
Senza nulla mai averti domandato.
Gratitudine, per le piccole cose
Che alla pari delle grandi sono meravigliose.
Gratitudine, per avermi creato
E, senza rimpianto vivo
allegramente, se pur stonato, canto.
Per quel che vedo,
Per quel che posso gustare;
Nelle chiese non mi fermo a pregare.
Soltanto sui monti e in riva al mare,
Innalzo il mio altare!
Omaggio la natura,
La luce del giorno
E, la notte
Foriera di sogni gaudenti
Tra spicchi di stelle cadenti.
Vorrei e, mille altre volte ancora
Vorrei giocarla a carte scoperte
La partita della vita.
Senza dover rimpiangere un giorno
La mia dipartita.
Che avvenga senza pompa magna,
Senza alcuna benedizione,
Se non quella, dell’amore.
Senza rimpianti,
Senza rancore,
Senza presunzione.
E senza mai supponenza
Continui pure a ronzarmi sempre
Un’idea in testa. |
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E’ nei giorni accesi di luci sgargianti
che si adornano i sogni
dei bambini festanti.
Lungo i viali, conviviali ragazze
danzano ai lati delle piazze.
Al centro, i bambini
corrono agili con il loro giochino
e, sventolando bandierine
di ogni nazione
annullano il confine e, la presunzione.
Cosa c’è al mondo di più bello
di questo bellissimo carosello?
Pongo la domanda,
non attendo risposta,
lo sapete il perché?
Questo Amore è. |
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Lasciali cantare,
lasciali sognare,
non potranno fuggir da tè;
perché avvolta sei
nel manto di una stella lucente,
nel firmamento celeste che mai mente.
Tu, che stai nel cuore
mi hai donato la gioventù e l’amore
vissuto e gustato a tutte le ore. |
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Il compiuter si è impallato
sono alquanto assai scocciato
prendo carta penna in mano
e, compongo assai beato.
Scrivo a getto e mi diletto
con gran gusto e armonia
quel che in testa passa via.
Mi distraggo un momento
perdo il senso e, con questo?
Non importa, non c’è fretta
ho vicino chi mi diletta.
E’ mia moglie che cuce e fila
e, con garbo mi invita
a una pausa per un caffè
che prendiamo a tetta a the.
Questa pausa mi rinfranca
tanta è la soddisfazione
di gustare quel momento
con gioia e amore.
Quel che ho scritto lo rileggo
con estrema attenzione
e mi accorgo in un istante
che non scrivo del mio amore.
Mi sovviene un pensiero assai carino,
lascio tutto e, in mansarda mi dirigo.
Vedo i tetti arancioni
e, il mare far capolino
mi distendo con piacere
per far un bel sonnellino.
Che mi faccia pur sognare,
per favore, pur ricordare
per poterlo verseggiare
con amore naturale. |
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Potrà mai l’amore svelarsi
senza il beneplacito della curiosità
per noi smaniosi di vogliose scoperte.
Nelle inaspettate ore
che segnano il desiderio
Il fermento, il ribollire
accorda la mutevolezza
del temperamento e, senza turbamenti
per quel che è lecito
per non perire nelle sospensioni inappagate
dei piaceri che le ore segnano.
Solo il tempo
Svela la verità. |
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Fissi gli occhi su la seducente luce
che padrona assoluta
esorta il bene che domina la volta
e nel celeste i filamenti dispersi
come delicati ricordi
svecchiano il sospiro
e il fermento ravviva
la storia di noi
che siamo il nulla
nei muti incontri degli astri. |
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A quell’ornamento
che è il tuo volto
felice e contento
confidenzialmente mi rivolgo
e confido nel peccato
come grazia divina per non essere lontano
nel momento del lamento
E, nel limitare il confine
trovo lo spazio dove perenne
rimane dipinto il tuo volto |
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Scrivo. Vivo. Amo
senza illudere di vane promesse
le pupille tue, lucenti e belle.
Risoluto guardo smanioso
la chiarezza del sorriso;
soccorso perpetuo al pianto
e forse, a quel malinconico riso
cesellato sul tuo bel viso.
Sempreverde sembra
il tuo giardino fiorito
e, musica per me rimbomba
dal tuo cuor contento,
al mio in fermento. |
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Fissa l’affascinante bagliore
e, migliore il parlare fu.
Una scansione spinta dal cuore
sospinta dall’impeto
che inondando il tuo sguardo
coinvolge il mio.
L’attesa è illesa dalla certezza
di filamenti sopravvissuti
al fervore del mio, del tuo
sguardo. |
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Francesco Rossi nato a Sestri Levante il 24/01/1958 Pensionato.
Terminata la scuola dell'obbligo nel 1974 assunto come operaio in una ditta, nel 1976 assunto in Fincantieri dove per 35 anni ho svolto la mia professione di operaio speciallizato. E' in quei anni che si completa la mia formazione culturale con l'impegno politico e nel movimento sindacale dove ho ricoperto vari incarichi senza mai tralasciare il lavoro manuale attivo che credo ho svolto con passione e profitto. Anni duri, sia per la giovine età che per le problematiche legate al mondo del lavoro in continua trasformazione. Scrivere poesie è oggi il mio passatempo preferito, condiviso con la lettura e le scarpinate sui monti. Cultore del libero pensiero in quanto credo che le sensazioni, le emozioni che ogni persona prova non hanno confini ma, spaziano nella magia della libertà individuale e collettiva. Nessuno ha il diritto a talpare le ali. In questo sito che mi è stato segnalato ho trovato uno dei tanti modi per condividere le emozioni con gli altri autori e, la lettura dei testi è sempre infinita fonte di piacere. Sposato con Rosanna, due figli Valentina e Marco e.........scrivo. Aprire le porte della nostra mente, approfondire le conoscenze e, cercare di capire, interpretare i pensieri e le speranze è sinonimo di conoscenza, sensibilità e passione. |
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