Pubblicare poesie

La mia Terra
di Michelangelo La Rocca

Le 10 poesie pubblicate nella raccolta

A me’ terra

Dialettali
A me’ terraQuantu si beddra
nicareddra mia,
unni mi vontu, vontu
viu a tia.
Taliu lu to celu
e lu to mari,
sempri cu tia
vulissi stari.
Sapissi chi piciari
chi mi duna
taliari lu to suli
e la to luna.
Quannu a li voti
da Scilla ti taliu
mi pari a prova
ca esisti Diu!
Un jornu terra mia’
vulissi turnari
spirannu d’aiutariti
a cangiari!
Dimmi beddra me’
quanne’ ca tornu?
Nun viu l’ura
c’arriva stu jornu,
pi m’abbrazzari
forti a lu tò pettu
e dariti pi sempri
lu me’affettu,
chiddru ca un figliu
a so’ matri duna
quannu d’avilla
avi la furtuna!

Traduzione

La mia terra

Quanto sei bella
piccolina mia,
dovunque guardo
non vedo che te.
Guardo il tuo cielo
ed il tuo mare,
sempre con te
vorrei stare.
Sapessi che piacere
che mi dà
guardare il tuo sole
e la tua luna.
Quando a volte
da Scilla ti guardo io
mi sembra la prova
che esiste Dio!
Un giorno terra mia
vorrei tornare
sperando di aiutarti
a cambiare!
Dimmi terra mia
quando torno?
Non vedo l’ora
che arrivi il giorno,
per abbracciarmi
forte al tuo petto
e darti per sempre
il mio affetto,
quello che un figlio
dà a sua madre
quando d’averla
ha la fortuna!

Racconto inserito in una raccolta
Club ScrivereMichelangelo La Rocca 06/12/2011 01:53 3 5518

Amara terra mia

Sociale
Amara terra miaPassano gli anni
e sei sempre uguale,
non ne vuoi sapere
di cambiare.
Le strade sono sporche
come sempre,
la gioventù passeggia
e non fa niente.
La mafia agli altri spara
ma te colpisce,
la vita è molto amara
e si capisce.
Tanti ti lasciano
e se vanno via,
come sei ridotta
terra mia!
Lontani dal tuo sole
e dal tuo mare
grande è la voglia
di poter tornare.
Si pensa al tuo cielo,
alle tue arance,
agli occhi tristi
della madre che piange.
Un giorno torneranno,
torneran tutti?
Potranno vederti
un po' cambiata?
Rispondi, amara
terra sventurata!
Racconto inserito in una raccolta
Club ScrivereMichelangelo La Rocca 15/11/2011 11:26 4 2924

Genti di Sicilia

Dialettali
Genti di SiciliaGenti stanca,
abbattuta,
pari ca dormi,
tantu sta muta!
Davanti li porti,
senza obbiettivi,
aspetta la morti,
vivacchia, nun vivi.
Sinni frega di tuttu,
senza interessi,
sempri a luttu,
sempri cipressi.
U cumuni si spascia?
U cuvernu ruvina?
E idda lassa
ca u munnu camina!
Tuttu sta scrittu,
tuttu è distinu,
tuttu fa parti
d’un disegnu divinu.
“Vivi sti jorna,
vivili npaci,
si nun sa si t’ajjorna
pirchì parli
e nun taci?”
Tu ti rassegni,
ti fa i to chiffari,
vidi l'indegni
e li lassi stari.
U risultatu
lu sa qual è?
Ca tuttu resta
accussì com'è!

Racconto inserito in una raccolta
Club ScrivereMichelangelo La Rocca 28/11/2011 13:51 4 4591

Il Paese natio

Riflessioni
Il Paese natioRicordo che lasciai
una mattina
quelle tue case
aggrappate alla collina.

Rimembro il treno,
i fazzoletti bianchi
e gli occhi di mia madre
bagnati e stanchi.

Il treno andava lesto,
molto veloce,
nulla sapendo
di quel dolore atroce.

Passai lo Stretto
e con malinconia
dal traghetto salutai
la terra mia.

La prima notte
trascorsa lontana
ricordo avevo addosso
un bel pigiama,

il color era l’azzurro
che avrei scordato
dal fumo della nebbia
poi offuscato.

Ad ogni estate
passo a salutarti,
neanche volendo
riuscirei a scordarti.

Corre il pensiero
al mandorlo antico
che tante volte
mi è stato amico.

Ai tanti calci
dati ad un pallone
quando si giocava
con passione.

Agli studi fatti,
alle scuole frequentate,
alle ore passate
sulle carte sudate.

Ai sogni fatti
con la bandiera rossa:
sempre aspettando
il dì della riscossa!

I miei genitori
sono andati via,
sembra ormai vuota
l’antica casa mia!

Li vado a trovare
al cimitero
e appresso mi porto
questo pensiero:

Son belli quei cipressi
e forse un giorno
da te e per sempre
il fatale ritorno!
Racconto inserito in una raccolta
Club ScrivereMichelangelo La Rocca 13/01/2013 17:21 5 2802

Il treno del sole

Sociale
Il treno del soleParti e ti fermi.
Poi riparti
con il tuo solito passo.
Ti dondoli sulle rotaie
ed ignori quel che porti teco:
ansie e timori,
speranze e dolori.
Tu vai e non vai,
accarezzi il mare,
saluti le colline,
di noi non ti curi
e non ti importa punto
di cambiare passo.
Poi ti commuovi
e sali sulla nave,
e lei si vede,
bella e addormentata
come prima,
come sempre.
Tu lo sapevi
e non volevi
cambiare passo.
Poi ti fermi
per l'ultima volta:
è la mia terra
bella e splendente!
Noi lo sapevamo,
e non vedevamo
l'ora di arrivare!
Racconto inserito in una raccolta
Club ScrivereMichelangelo La Rocca 08/11/2011 20:36 2 1769

La nave va e non va!

Riflessioni
La nave va e non va!Parte la nave
dal porto Genovese.
È superba, bella,
ha tante pretese.
Si muove lentamente,
sembra stanca,
Si lascia alle spalle
una scia bianca.
Sa forse che l’isola
brucia tra le fiamme?
Che vanno a fuoco
parchi e boschi
e dietro gli incendi
ci sono affari loschi?
Sa che la mafia
opprime come prima?
Per questo ad andar piano
ancor si ostina?
Ignora forse le passioni
che porta in seno?
Poi s’accorge del migrante
che torna alla terra natia,
rompe gli ormeggi
il viaggio prende il via!
Solca mari
azzurri e profondi,
incontra delfini
allegri e giocondi
vede la bella Ustica,
arriva al porto:
mi sento un altro,
sembro risorto!
Racconto inserito in una raccolta
Club ScrivereMichelangelo La Rocca 02/08/2017 23:29 3 1360

Ritorno in Sicilia

Sociale
Ritorno in SiciliaArrivo.
Hai già fatto il bagno?
Ma non nel solito sangue
dei tuoi figli ammazzati!
Vorrei trovarti pulita!
Hai bevuto?
Vorrei trovarti
senza sete,
imbevuta di acqua
candida e pura.
Hai curato
le tue ferite?
Vorrei trovarti
innocente e sana
come i pesci
che affollano
il tuo mare
ancora azzurro e pulito.
Sono speranze vane?
Presto lo saprò,
ma già mi tremano le gambe,
ho paura di trovarti morente
con i soliti corvi
al tuo capezzale.
Temo che sarai
rassegnata e spenta,
senza neanche
la voglia di sperare.
Ti ho prestato
il candore di mia figlia
e lei, già furba,
è venuta a rubarti
alcuni raggi del tuo sole.
Io arrivo a riprendermela,
col viaggio prenotato,
prima che tu,
donna viziosa,
ne corrompa l'animo.
Corvi anche noi?
No, passeri scappati
per paura
di vivere morendo,
spenti e rassegnati!
Racconto inserito in una raccolta
Club ScrivereMichelangelo La Rocca 05/11/2011 15:10 2 2500

Un’Isola per amore

Impressioni
Un’Isola per amoreParte l’aereo,
vola verso il cielo,
quasi lo sfiora,
non sembra vero.
Bacia le nuvole,
sorvola mari e monti,
si specchia nei laghi,
sorride ai tramonti.
Poi si decide,
accarezza la collina,
la dolce meta estiva
è ormai vicina.
Vedrò le magie di Ibla,
barocca, elegante,
città così belle
non ce ne sono tante.
Nella splendida Valle
ammirerò incantato
gli ellenici templi
di tufo dorato.
Visiterò Taormina,
la ionica perla,
non trovo le parole
per dire quant’è bella.
La superba Cefalù,
dal Tirreno bagnata,
è bella tra le belle,
si sente trascurata.
Beato ammirerò
i suoi vividi colori,
non penserò stavolta
ai suoi tanti dolori.
Solo un viaggio d’amore
per l’Isola natia,
farò felice il cuore
poi di nuovo via!
Racconto inserito in una raccolta
Club ScrivereMichelangelo La Rocca 23/08/2014 00:17 4 1658

Tornu natr’annu!

Dialettali
Tornu natr’annu!Ciau terra mia,
natr’annu tornu,
nun viu l’ura
c’arriva stu jornu.
Vegnu a truvari
lu to beddru mari,
senza di iddru
nun ci sacciu stari.
Nun sa quantu
mi manca lu to suli
e di la to genti
l’affettu e lu caluri.
Sapissi chi piaciri
chi mi duna
mangiari beddri calli
i cuddriruna.
Tanti verduri,
pomaduru, patati,
ogliu d’uliva
e sardi salati.
Vegnu a visitari
lu cimiteru,
ora cchiù granni
du Paisi veru.
Trovu a me matri,
cu lo so surrisu:
cu me patri
sta mparadisu!
Ci sunnu tanti
autri parenti,
di vivi ni ristaru
picca e nenti!
Ciau terra mia,
na ma lassari:
un jornu finirà
stu piniari!

TRADUZIONE
Ritorno fra un anno

Ciao Terra mia,
fra un anno torno,
non vedo l’ora
che arrivi questo giorno

Vengo a trovare
il tuo bel mare,
senza di lui
non so stare.

Non sai quanto
ni manchi il tuo sole
e della tua gente
l’affetto ed il calore.

Sapessi che piacere
che mi danno
mangiare belli caldi
i calzoni.

Tante verdure,
pomodori, patate,
olio d’oliva
e sarde salate.

Vengo a visitare
il tuo cimitero,
ora più grande
del Paese vero.

Trovo mia madre
col suo sorriso,
con mio padre
sta in Paradiso.

Ci sono tanti
altri parenti:
vivi ne son rimasti
pochi, quasi niente.

Ciao terra mia,
sono in partenza:
un giorno finirà
la sofferenza!
Racconto inserito in una raccolta
Club ScrivereMichelangelo La Rocca 06/08/2017 15:44 5 2638



Michelangelo La Rocca
Michelangelo La Rocca Sono nato a Raffadali (AG) il 4/5/56 e nel ‘74 ho conseguito la maturità classica presso il liceo Empedocle di Agrigento. Appena diciottenne mi sono iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza di Palermo presso la quale mi sono laureato nel 1978. Ho subito vinto il concorso per Segretari Comunali ed a soli ventitrè ho iniziato tale delicata carriera presso alcuni Comuni del Piemonte. Attualmente sono segretario comunale in pensione. L’emigrazione, però, non ha reciso i miei legami con la Sicilia, la mia terra natia. Anzi, si può dire che la distanza fisica non si è mai trasformata in lontananza spirituale come è testimoniato dalla composizione di alcune poesie il lingua ed in dialetto siciliano che hanno come ispirazione principle la Sicilia, la struggente nostalgia per tale terra che è caratterizzata dalle tantissime contraddizioni, dai suoi mille colori, dal calore della sua gente, dai suoi atavici problemi rimasti insoluti a partire dalla asfissiante presenza della mafia. Anche la natura, le suoi piante, i suoi pianti e gli affetti familiari (la mia donna ed i miei genitori) trovano largo spazio nelel tematiche delle mie poesie. Nel 2000 ho vinto un premio speciale nell’ambito del concorso "Alladium" di Agliè (TO) che ha dato i natali a Guido Gozzano. Nel 2003 sono stato premiato con un premio speciale nel premio "Rocco Certo" di Tonnarella (ME). L’anno successivo mi sono classificato al 2° posto nello stesso premio e sono stato tra i finilisti del premio "Il Mulino di Soprana" (BI). Finalmente nel 2005 ho vinto il 1° Premio del concorso "Negri" di Parona (PV).

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