Immaginando il profumo
cammino per le strade del mondo
ogni volto una ricerca
nello sguardo l'infinito
i nostri corpi
appena sfiorati
un domani forse
conosceranno l'amore
un brivido caldo
percuote il mio essere
sensazione strana
parole giungono all'orecchio
un sussurro lieve
trascinato via dal vento
"figlia, figlia mia
perdonami". |
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Taciti pensieri
varcano il muro del suono
uccelli migratori
impersonificano chi
con fare ballerino
non si esima
dall’esporre notizie che
come boomerang
tornano al nido
via vai di palline
rotolano sbattendo le ali
unico assordante rumore
capace di coinvolgere e
senza remore da evitare. |
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Sportelli chiusi
fermentano silenziosi
piccoli gnomi
cercando affetto
alzano bandiera bianca
pronti a tutto
s'impongono lezioni
gutturali suoni stridono
incapaci d'esporre
quel che dentro s'arrovella
inaspettati combattimenti
onde eccellere
scatenano un tornado
alfabetizzando
spettacolari interessi. |
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Eccoci qua
a respirare quel venticello che ogni dì sfiora
.
il bello ed il brutto fanno a cazzotti
onde vincere la partita
e sopperire al bene ed al male
che senza scrupoli si fanno spazio
distesa di situazioni
inebetiti lasciano
posate banchettano alla salute
danzando al suono di cornamuse
tintinnìo di bicchieri
alzano il gomito
incredulità nei pori
silenziosamente ascolta
invocano piatti
piccoli schiaffi
saccarina pura
particolare dessert
.
scintillante musica
invade l’atmosfera. |
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| Si espande il vuoto
denso di mostriciattoli
senza requie
carpiscono l’attenzione
linguacce a non finire
disegnano ghirigori
armi improprie
in bella mostra
uno ad uno
svisceratamente combattono
dove perennemente
stille d’ossigeno fluttuano
ondeggiando
altezzosi
inaspettatamente
s’afflosciano esausti. |
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| Sono sola
in mezzo a queste mura
conto pulviscoli di polvere
per sentirmi leggera
poter così volare
nell'immenso
distaccandomi
da queste braccia di ferro
che incatenano il mio essere. |
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| Un mappamondo
che gira
mostrando se stesso
- al mondo -
piccole bandiere sventolano
ognuna con il suo fiore
quante sono le città
in segno di pace. |
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| Batte batte tacco il ciabattino
una vocina fra tante
implora
fermo fermo ti prego
pazienza ancor devo avere
sostegno sono
ancora lungo il percorso
rintrona ogni battito
confonde
vertigine sorprende
smarrito ho la strada
aiuto!. |
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| Luci psichedeliche
danzano al suono dell’amore
arcobaleno di sensazioni
fuoriescono dal cuore
mangiatoia
ove accaparrarsi quel briciolo d’identità
affinché credibilità
non venga scalfita
abbrustoliscono brividi
punteruoli affumicati
invadenti s’attraggono
camuffando esistenza. |
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| Una vocina sui binari
attira l'attenzione,
una piccola scarpa
tutta sporca e rotta
pensando al suo padroncino
fa capire che da poco
è passato un bambino,
tutto infreddolito
con tanto male ai piedini,
guardo attorno, niente
la raccolgo adagiandola
su di una panchina
chissà, forse anche il quello stato
un po' di tepore
ugualmente donerà
se quel bambino tornerà. |
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| Piccoli scheletri
camminano sonnecchiando
uno dietro l'altro
solennemente alzano un dito
alberi dalle sembianze umane
sequestrano chi sotto le fronde passeggia
scricchiolìo d'ossa
intonano un requiem. |
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| Si lo so ci sei anche tu
su ti prego
non mi lasciare
bevi in questo calice
nèttare per te.
Ogni momento
ti vedo ti penso ti ascolto
sei sempre qui...
fammi volare
fammi sognare.
Partiamo insieme
per lidi lontani
venti caldi
nutriranno la nostra pelle
salsedine la carpirà. |
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| Avanti a te
burattini colorati
aspettano di essere
”bum - bum”.
Calici colorati
si aprono con il loro profumo
a bocche assetate.
Liquido
pervade corpo
coi suoi fumi.
Spirito si perde
barcolla e cade.
Occhi chiusi
sognano irrealtà.
Lacrime amare
solcano viso
al tuo risveglio! |
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| Padelle combattono
esibendosi sul ring
dove intromettersi non è conveniente
profumi di arrosto si disperdono
lasciando spazio a chi vuole eccellere
particolari manicaretti lasciano il segno
svolazzando su nuvole dorate
fragranze non sempre gradite
come gamberi indietreggiano
un putiferio che fa rabbrividire
ognuno vuole il suo riconoscimento
da appendere in bacheca
olio commestibile si abbronza
anche lui vuole dire la sua
vendicandosi. |
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Chiudo gli occhi
immagini sbiadite fanno strada
in lontananza
un cielo roseo si specchia
luci danzano come lampìride
ombre
avanzano su bianchi ciottoli
un'atmosfera irreale
giunge fino a me
incantata stropiccio gli occhi
niente cambia
mi rigiro sobbalzo
sto sognando!. |
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Chiudersi in un guscio
sbattere la testa contro
sembrerebbe facile
per annullare ogni dolore
Ogni piccolo frammento
una ferita lontana
rifiorisce improvvisa
perdendo ogni speranza. |
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Fantasia sgambetta rincorrendo il piacere
avvincente nastro rosso sculetta
attirando a sé provocanti sguardi
ognuno un peccato da mettere sotto chiave
affinché possa trattenere effrazioni
materiale sfuggente
quando nelle ore si scatena il pandemonio
gentil sesso si accaparra provocante seta
turbinio di emozioni scaturiscono
volteggiando incessantemente
un tam tam esplode
sfrenate danze accerchiano
seminando passioni
punto di arrivo inaspettato. |
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Intorno a te
solo dolore,
sguardi fugaci
terrorizzati
volgono altrove
i loro occhi.
In lontananza,
impassibile un volto
che par scolpito su pietra
sogghigna
per l'altrui sofferenza. |
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Indiscreto uovo ballerino
si limita a tentennare il suo portamento
incuriosendo chi con degli occhi d’aquila
desidererebbe poter mettere le mani
i suoi artigli
su qualcosa che vorrebbe disintegrare
sentenziando oscene verità
non sempre gradite
una gallinella approfitta dell’evento
mostrando il suo savoir- faire
un occhio di qua un occhio di là
sorprende chi ancora non si accontenta
intrufolandosi nella bolgia
dove uscirne è solo un programma
incredibile la costanza di quella forza
un vero exploit
malleabili credenze cercano appigli
regnerà pure un luogo
dove alloggiare senza timore
in un’attesa davvero impossibile. |
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A cavallo di una scopa vorrei viaggiare
superare gli ingorghi della vita
annaffiare di emozioni
quel sentire unico
ogni dì fa capolino
giostra di malumori allontanare
imperterrita mi tuffo tra due sponde
spruzzi collaborano
accertandosi dell’incolumità
mano amica da stringere
rossore bivaccando sale in me
situazione d’impaccio impietrisce
freme il pallottoliere
raggiungere vuole l’aurora
pace tranquillità
cibo non indigesto da salvaguardare. |
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Giunge da lontano un canto
flebile voce irrora labbra
serpentelli allungano sguardo
scodinzolando silenziosi
desideri inappagati
scrutano dall'alto della torre
merli complici
celano frecce
seguono quella linea
cuori infranti
ove il riverbero del sole
acceca in un gioco di luce
parla quel ponte levatoio
ancor oggi custodisce segreti
viaggiando nella storia
ammirando la natura. |
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Un ombrello che sembra fare il bischerello
si aggira sperduto tra i ciottoli
toccando con fervore quei limiti
che la natura elargisce
sintomo di realtà vivace attira truci sguardi
pronti a raccoglierlo affinché
il domani possa trovare l’occasione giusta
onde sopperire a situazioni inattese
causa di malanni sempre pronti ad invadere
ed ai quali occorre ribellarsi in tutta fretta. |
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| Chissà se tra le nuvole
si potrà disporre di un foglio e la matita
onde farsi compagnia
pensieri sobbalzano
quando incertezze si fanno avanti
credibilità non sempre considerata
a volte fantasia rimane indietro
procuriamole uno scivolo dove allenarsi
affinché dubbi non debbano esistere
rassicuriamola in tal senso
apriamoci al domani
senza nulla lasciare in sospeso
gioire è quel senso di fiducia
che aiuta ad andare avanti
assicurando certezze seppur acquisite con fatica. |
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| Un amo che si chiude al passaggio
di chi con voracità si appropinqua
a gustare il suo gruzzoletto
incita a non voler lasciare indietro proprio niente
soddisfazione sino a quando ingurgitando bacherozzolo
fauci si affannano per lasciare la preda inutilmente
istanti che rammentano quella pedana
circondata da funi
dove combattimento non demorde
onde accaparrarsi il podio
tristezza di un paragone non sempre accettabile
tipica violenza da abolire. |
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| Sarà sicuramente un’illusione
quella che sotto gli occhi appare
telline in avanscoperta camminano sfrecciando
non è il momento lo sanno bene freddo incombe
sarà forse l’ultimo desiderio
prima che il caldo sole rifaccia la sua comparsa
non facile comprendere quello che la natura vive
semplicità in occasioni da non tralasciare
s’insinuano attuando l’impossibile
quel voler essere in tutti i modi spettatori
di afflati alquanto inattesi
cercando di semplificare ogni evenienza
con l’aiuto inaspettato di chi
amante di esseri viventi fa di tutto
per non far soffrire coloro che respiri porgono. |
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| Credere di essere sulla luna quando inaspettate visioni
trascinano in tutta fretta in un mondo particolare dove
istantanee sembrano divertirsi in accorgimenti che fluttuano
pur di rendersi visibili agli occhi altrui
onde elargire qualcosa di spettacolare ed inconsueto
dove poter trovare rifugio quando il tutto
instancabile si sente quasi offeso
per la maniera in cui improvvisamente
deve sottostare ad una tale sorpresa
riuscendo persino a comporre qualcosa di speciale
per affascinare chi in breve vorrebbe poter segnalare
specialità unica nel suo genere arrangiandosi con la fantasia. |
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Berta - nata a Firenze l’8. 9. 1947, sono quindi una donna con una certa età, anche se oggi sembra che non si debba dire anziano sino all’età di 80 anni.
Sembra buffo, ma l’età che sento di avere sono solo 33 anni, essendo il mio spirito molto giovanile ed allegro - anche se in alcune poesie può sembrare il contrario -.
Sono felicemente sposata con due figli ormai abbondantemente quarantenni.
Ho cominciato a scrivere la storia della mia vita all’età di 12 anni e portata a termine a 50 anni, lasciando intatte le parole di allora.
Ho iniziato invece a scrivere poesie quasi per gioco, guarda strano, a 33 anni - sulla spiaggia con i miei figli - anche se fino dalla tenera età mi è sempre piaciuto buttare fuori all’improvviso piccoli pensieri profondi che però non venivano mai recepiti anzi, tutti prendevano in giro e così sono andata avanti nel tempo mettendoli a dormire, sino a quando un bel giorno ho detto:
" Basta - cosa importa di quanto dicono gli altri - scrivo per me!".
Ero solo cresciuta.
Premetto che non pretendo essere una scrittrice, anche perché le scuole fatte non me lo hanno permesso (avviamento commerciale).
a tutti |
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