Pubblicare poesie

La mia Milano
di giuseppe gianpaolo casarini
Trent'anni di ricordi e più

Le 16 poesie pubblicate nella raccolta

Daghela no (Pseudo Carme satirico carnascialesco)

Dialettali
Daghela no che' l faà el magütt
el te diss, ma va, che l'è zirconi
ma a lè un tocc de fer de tola:
la tentà de šincall un quei dì indreè
de rivestill pö cunt gran fadiga
d'argent d'or e ne la vaal del Bir Bir
cuatall infiin cunt quater microns de platin
ma che or ma che platin roba falsa
roba busarda, orpiment e realgar sul pistùlin!
Cara tüsa lasää dunca stà damm de trà
vegn da mi che bell o brutt statenn certa
cosa vera cosa sicüra la sarà no una fregadüra.

...

A lui non ti concedere dall'umile mansione
ti dice poi che di zirconio lo possiede ma altro
non è che un pezzo di ferraccio tentato di
zincare con somma di lui fatica prima
poi di nobilitar con oro e con argento
infine presso la valle del Bir Bir di platinare
con quattro microns di spessore, qual oro
quale platino cosa falsa cosa bugiarda
su quell'arnese quindi dall'ingannevol
aspetto di arsenico solo composti quali
il realgar e l'orpimento. Cara fanciulla
dunque a me da tosto retta e da me
vieni che bello o brutto stattene sicura
di certo non sarà per te una fregatura.
Racconto inserito in una raccolta
Club Scriveregiuseppe gianpaolo casarini 01/09/2011 18:12 2 2167

In un vecchio libro di stechiometria

Amore
In un vecchio libro di stechiometria
alla pagina “Soluzioni tampone
-calcolo del pH- esercitazioni”
ho ritrovato una vecchia cartolina
quelle di un tempo, lucida con rose rosse
e viole, che allora si mandavano
non in busta chiusa. Che ci importava
del postino o d’altri! Sul retro già
affrancato- Gentile Signorina, il suo
nome il cognome, la via, il numero,
il paese. Nello spazio riservato-
MI- primomarzonovecentosessantatré-
Sotto, scritto in grande e in modo
trasversale, racchiuso tra due righe
parallele un "Perché mi odii tanto"?
ed in piccolo, piccolo, quasi non si legge
firmavo- giuseppe- il nome mio. Oggi a
distanza di tempo non so perché
quel "Perché" non ho mai spedito!"
Racconto inserito in una raccolta
Club Scriveregiuseppe gianpaolo casarini 04/02/2012 08:04 3 3307

L'amico mio amico delle stelle

Uomini
Spesso sorridendo mi diceva amico
non ho mai sognato ma se le stelle
guardar sognar vuol dir sì son ad occhi
aperti un grande sognatore ch’a Sirio e sue
sorelle, alle lucenti stelle, di cader prima
nelle braccia di Morfeo affido i pensier
miei, quei miei voluti inappagati desideri:
così lassù vedo rasserenati i primi, forma
prender poi i secondi per celeste incanto
infin mi prende il sonno dolce dolcemente.
Racconto inserito in una raccolta
Club Scriveregiuseppe gianpaolo casarini 15/05/2012 22:17 1156

Quella dolce fola del passato

Sociale
Milano anni cinquanta via Padova
novanta ascoltavo ricordo dal balcone
prima poi più tardi confuso tra la gente
uno dei comizi elettorali del tempo
ai bimbi loro due volte al giorno o più
le mamme russe la cioccolata danno
così senza microfono a voce alta forte
viva dal palco tra l’altre cose dette
nella foga del comizio tante quali
per tutti casa lavoro giustizia libertà
del proletariato e del partito nostro
presto vedremo compagni vicina
la vittoria agli astanti attenti gridava
applausi battimani tanti la capolista
dell’allora nascente Partito Comunista.
Assonnato della mamma in braccio
un bimbo con lei a me vicino”cioccolata? ”
incerto balbettò questa della mamma
la risposta”cosa buona e tanto figlio mio
per noi oggi rara roba sconosciuta ma
per tutti non ci saranno poveri quando
verrà Baffone”. A quella dolce fola
vidi non so se per quello strano nome
o per la mamma sua le certezze certe
d’un tratto quel bimbo felice addormentarsi.
Racconto inserito in una raccolta
Club Scriveregiuseppe gianpaolo casarini 05/02/2012 09:04 4 1277

Quel... perchè?

Donne
Nasce la commozione trema la mano
mentre sfioro guardo la vecchia cartolina
rimasta imprigionata in un libro
d’alchemico sapere che da anni era
là sepolto e per caso ritrovato
sfogliato e per caso arrestato
proprio alla pagina per trarla dall’oblio.
Cartolina mia del mio tempo antico
lucida allora ma oggi un po’ sbiadita
con rose rosse e viole e in rilievo
color oro zecchino la parola Amore.
Sul retro da me scritti in stampatello
un nome e un indirizzo negli anni
pensavo ormai dimenticati ma poi non era vero.
Pur se affrancata ingiallito il francobollo
non so perché non l’avevo poi spedita e
tra quelle pagine distratto abbandonata.
S’agita la man più forte ancora
più forte è il tremolio già forte suo
la commozione si tramuta in pianto
leggendo quelle righe scritte un tempo
al di sotto del nome mio Giuseppe:
“ Ti chiedo solo perché mi odi tanto?”
Oggi mentre piango credo di sapere
perché quel “ perché" non ho mai spedito:
non avrei mai avuto son certo una risposta.
Racconto inserito in una raccolta
Club Scriveregiuseppe gianpaolo casarini 22/01/2012 09:44 3 3382

Dubbia visione... realtà o immaginazione?

Donne
Quel chiassoso mio caro rione milanese
dove il parlar mio lombardo di paese
cedeva al vociar forte loro del pugliese,
io studente liceale lei esile sartina
la guardavo passando ogni mattina
lei ridendo con occhiata malandrina,
sorrisi sì solo affettuosi cari sguardi,
tra di noi neanche una parola e tardi poi
il dir tentai, la timidezza vinse, troppo tardi
che migrammo un dì da quel amico sito, lontano
lei così disse la Maestra scuotendo forte la sua mano
dove vive il nonno e in isposa a un paesano,

io sempre a Milano a Città Studi lì vicino,
chimico industriale questo fu poi il mio destino
Africa Asia girar Americhe e qui mondo latino:
impianti acque dei metalli studiar la loro corrosione
per l’Italia il meridione di viaggi, di missioni la collezione
contar non so ma un giorno laggiù una forte eccitazione:

quel luogo non lontano un cartello recitava
un nome mai scordato di paese mi indicava:
di lei giunto chiesi e la voce mia rotta balbettava.

Nel dire e nel sentir confusione e delusione tanta
gli anni da allor passati molti sì circa quaranta,
nel chiedere nel cercar infin crollò la mente stanca
il fato però volle volle non so se crudel o di me amico
che nel partir all’improvviso ecco un volto caro antico
di fanciulla noto a me si palesò attraversando un vico:
una nipote forse o figura creata della immaginazione?
Ancor oggi spesso m’attardo a ripensar quella visione
a quel sorriso cercato sperato non inviato a quel magone!
Che come quel dì questo ripetuto nel tempo mio pensiero
che di gioia di allegria di gioventù e commozione par foriero
che con lei mi rivedo ancor studente liceale al pianto porta poi...
...che so so non esser questo vero!
Racconto inserito in una raccolta
Club Scriveregiuseppe gianpaolo casarini 02/05/2012 07:51 3 3236

L'omino dei ponti

Amicizia
Un omin piccin piccino povero straccione
solo soletto dormir solea sotto un ponte
al stazion vicino nel vicol stretto lì di fronte,
misero il giaciglio suo fatto di sudicio cartone,
di giorno mendicava la man sua tesa tremante
davanti al porton dell’antica patronale chiesa,
rideva la gente di quello strano cappello di carta
di giornale di giorno in giorno diverso rinnovato
e lui gentile a tutti sempre porgeva un sorriso,
ai treni della notte gli affanni e i mortal dolori
affidava e a quelli del mattin i sogni e le speranze.
Racconto in esclusiva
Racconto inserito in una raccolta
Club Scriveregiuseppe gianpaolo casarini 29/05/2012 22:26 3 1117

Il barbone e il bambino

Amicizia
Il nome vero suo mi era sconosciuto
ricordo solo di quel simpatico signore
che dormiva sotto i ponti di Lambrate,
di giorno spesso delle bocce rassettava
i campi di un oste lì vicino a casa mia,
poi non sto a dir come io allor bambino
di quel barbone divenni poi amico suo.

Volle però un giorno di un sogno vero suo
raccontarmi da lui, barbone, mendicato
che anche lui volea come un signor sognare,
questo l'inizio: un dì nella notte fischiava
lassù il treno, come d'incanto, di quel rombante
si trovò alla guida ed ecco, oh bello: binari
immaginari e terre mai viste sconosciute,
folle la corsa non vi erano fermate... e poi?

Bambin te lo dirò se vuoi te lo dirò domani,
venne il domani, tanti domani ancora ma mai,
più mai tornò da me per continuar d'allora.

Racconto inserito in una raccolta
Club Scriveregiuseppe gianpaolo casarini 01/06/2012 01:32 3 3960

Il bambino e il Comunista

Amicizia
Si ferma e ritorna il tempo oggi,
il ricordo va a una Milano antica,
guerra passata, vita nuova ritornata,
verdi speranze, illusioni tante, bambino
mi rivedo a quelle povere porte picchiar
le domeniche il mattino presto in agone
impari e molesto con un omone aitante
alto a chi tra noi sì prima lì giungesse:
quale poi la posta a quel traguardo?
Vender, speranza, speranza più che pia,
l'Italia dei preti e il Vittorioso sul braccio
io piegati, lesto l'altro nel porger forte
sbracciando l'Unità del Partito suo.

Quanti gli insulti, grida vocianti aspre,
gente alla fin di dura settimana faticosa
giunta stanca, spesso poi in sonno duro
fermo e lì addormentata ancora. In quel lì
gareggiar, gioco nel tempo come diventato,
una amicizia forte nacque qual tra nipote e zio
solitamente per età e rispetto si manifesta e nota.

Una domenica poi mi ritrovai su quelle
dei ballatoi rampe e di ringhiere con altro tipo
di poca simpatia accanto, chiesi di lui: sgraziata
la risposta, tremante intesi come... lontano sì trasferito.
Più nulla da allora niente ho più di lui saputo,
oggi a più di anni sessanta l'Italia e il Vittorioso
son spariti l'Unità ancor spesso si trova,
qui in terra vecchio io, lui certo se vivo più
canuto ma se già là lassù e lontan, dal Cielo
veder ecco mi par commosso del giornal suo
l'amico di un tempo afferrar il foglio lesto
gioioso dir sul tempo ti ho bruciato ancor
vincendo qui lungo gli eterei ballatoi del Paradiso.
Racconto inserito in una raccolta
Club Scriveregiuseppe gianpaolo casarini 02/06/2012 23:15 1 1132

L'amico strillone

Amicizia
In via Manzoni lo strillon facea da anni
pover sfortunato grama la di lui vita,
una lontana sera sui giornali lì il suo
nom ben scritto e posto altri gridò del dì
l'evento con quella di lui accanto foto
avvenente giovane straniera l'amor
felice trova che col barbon suo s’unisce
questo il richiam questa la didascalia,
sì un vil vilmente l’avea per due lire venduto
che faceva quel dì quel tristo comunal addetto?
Falsa ingannevol per l'onest'uom quell’union era
per di danar uno spicciol un'italianità comprata
quel falso sogno di falso amor morì il dì stesso
due bottiglie non più di vino bevute con gli amici
svanita dove chissà de l’inganno quell’avventuriera
un nuovo strillar triste risuonar si sentì ancor
tristemente di lui triste la sera dopo in quella via.
Racconto inserito in una raccolta
Club Scriveregiuseppe gianpaolo casarini 21/06/2012 18:42 1 1355



giuseppe gianpaolo casarini
Nato a Milano il 25-04-1940
Residente a Binasco (MI)
Pensionato
Dr. in Chimica Industriale
M.Sc. Specialista in Scienza e Tecnica dei Fenomeni di Corrosione

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