Venne il tempo della primavera
Stagione della rosa e dell’Amore
Timido entrai: aperto era il giardino.
Un garrul passer lieto cinguettava.
Un fiore colsi, lo vidi poi sfiorire.
D’amore mi colmai, lo vidi poi svanire.
Passaron gli anni ed altre primavere
S’aggiunser mute a quella prima.
Fiorì il giardino sì: chiuso trovai i cancelli
Venne per altri il tempo delle rose!
Solo spine toccò la mano tesa
E furtiva a cercar tra rosa e rosa
L’antico fiore ed il suo profumo perso
A risentir nell’aria e sempre invano
Il passer nel cantar la melodia.
Povero uccello triste e senza volo!
Spento il profumo, avvizzito il fiore
Nido di spine pure tu trovasti. |
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Dal groviglio di un rovo senza more
rantola si spegne
soffocato il nostro amore
trafitto è un cuore il mio
dalla spina appuntita acuta
della falsa rosa
piange il salice piangente
un umore amaro sconosciuto
lacrime scure
di un tradimento di un inganno il tuo
infinita la tristezza nella notte scura
nel giardino dell’Amore
dove già morto è questo amore
nel silenzio strozzato
del momento
la fioca luce di Selene
tre gocce di sangue
su una foglia
tre gocce salate
che bagnano
una frasca
malinconicamente
fa vedere |
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Non da Urbino né da un convento di Cappuccini
ma da uno spoglio giardino abbandonato,
il mio giardino dell’amore, dovrei coglierne
ancora e sentirne quel profumo delicato,
profumo perso quale il profumo di un antico amore?
No, non più, semmai andrò nel tempo in cerca di altri fiori:
odio forse le viole? No, una volta piansi per loro,
una mano forestiera quella zolla che
da tempo le nutriva tolse e strappò via
complice il tuo aiuto: e, ricordo, ridevate!
Nel suo giardino mi hai detto l’ho portata,
senza pudore mi chiedi perché dà più fiori?
Non era terra che le dava vita, la zolla sì seccò
le viole spense spento l’amore che l’animava. |
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Del pesco la brocca si vestì del roseo fiore
con un roseo sorriso disse son il tuo amore
biondeggiava sotto il sol il campo di grano
i biondi capelli sciolse e disse sai che t’amo
già le gialle foglie togliea dai rami il vento
giallo il viso caro le parole amor amore sento
di bianco tutto poi coprì il gelo col suo rigore
pur nel rigor della morte sussurrò sei tu l'amore. |
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Rosa rosarum mihi semper pulchra puella fuisti
cordis tui spinis ustus numquam folium removi
sic suavitatem legit floris amati quidam ignotus
mihi spinae vulnus tui cordis acerba memoria
Trafitto profondamente
Bella fanciulla per me sei sempre stata la rosa delle rose
Trafitto dalle spine del cuor tuo mai un petalo vi colsi
Così il profumo dell'amato fior un altro sconosciuto colse
Le spine del tuo cuor per me doloroso ricordo la ferita |
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