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Un mondo da scoprire

Ragazzi

Il rimorso di Stella era tanto ancora, per aver disobbedito alla mamma, mentre quasi si era sfiorata la catastrofe. Non si era ancora ambientata nella nuova casa ed ogni tanto, la nostalgia della vecchia abitazione la rendeva triste. Non era molto lontana dalla vecchia abitazione, ma oramai non si poteva più tornare indietro. Isabella ed Angela venivano sempre a trovarla e la mamma, con occhio vigile, cercava di tenerle impegnate come poteva, insegnando loro qualcosa col gioco. Aveva gli occhi color del mare, Anna, ed un sorriso che apriva il cuore.

C’ era un giardino dietro la casa che potevano vedere solo dalla veranda posta al piano di sopra, sembrava un piccolo paradiso… ma potevano accedervi solo con l’ immaginazione, perché tante insidie erano presenti tra il fogliame (serpenti ed altri animaletti che potevano essere pericolosi). Alle piccole piaceva molto guardare giù, era pericoloso, potevano sporgersi troppo e cadere ed Anna, dovette escogitare un modo per non lasciare le bambine da sole mentre lavorava.

Le chiamò e diede ad ognuna uno strofinaccio, disse loro che la fatina dei sogni era passata di lì, aveva perso sui mobili una polvere magica ed era molto dispiaciuta. Avrebbe premiato ognuna di loro, se fossero riuscite a raccoglierla per restituirgliela. Le tre bambine felici spolverarono tutte le camere, mentre Anna, davanti ai fornelli, guardava divertita le piccole lavorare con tanta gioia. Finito questo gioco così particolare, la mamma le fece sedere a tavola: il loro premio era pronto, la fatina aveva lasciato, per loro, una bella torta alla frutta. La divorarono con tanta gioia e si diressero verso le scale. Sul pianerottolo del primo piano c’ era una porticina, per accedere al giardino, con un buco rotondo nella parte sottostante. Avevano sentito degli strani rumori e non si spiegavano a cosa servisse quel pertugio e perché fosse stato fatto così in basso. Incuriosite s’ avvicinarono, inginocchiandosi davanti alla porta, cercando di vedere, oltre che di capire cosa di misterioso si trovasse in giardino. Quasi non credettero ai loro occhi, quando spuntarono piccole testoline da quel cerchio così ben posizionato in basso: erano criceti. Erano bianchi, avevano delle piccole macchioline sul dorso. Chiamarono subito la mamma che, piuttosto irritata, le riportò al piano di sopra. Non voleva che giocassero con quegli animaletti, così piccoli ma qualche volta così aggressivi.

Le piccole erano tornate tra i giocattoli, in una stanza molto grande, dove ogni sorta di bambole avrebbero dovuto tenerle impegnate, ma il loro pensiero era lì, in quegli animaletti che aspettavano (secondo loro) solo di essere accarezzati. Volavano con la fantasia dentro un mondo incantato dove, tutto era possibile, dove ogni animale presente poteva parlare e condividere con loro la gioia di stare insieme. La mamma forse era un po’ dura, ma loro desideravano tanto toccarli. Era già sera, sgattaiolarono pian piano verso la scala, senza farsi vedere, si trovarono in un sol momento davanti alla porta, aspettando quei particolari ospiti. L’ attesa non fu lunga, aspettarono, prima che due testoline venissero fuori e dopo che gli animaletti furono bene in vista, cercarono di afferrarli. Angela, la più paurosa, si ritirò indietro spaventata mentre Stella ed Isabella continuavano a giocare. In un baleno l’ urlo di Stella richiamò la mamma, il criceto senza colpo ferire, addentò il suo piccolo dito. Questa volta la mamma l’ avrebbe punita, ne era sicura, aveva disobbedito di nuovo. Il dolore era intenso, la ferita profonda e la mamma, dopo averla disinfettata, separò le bimbe rinchiudendo Stella in camera sua, senza cena, in attesa di decidere una punizione esemplare per lei. Pianse molto, Stella, neanche i sensi di colpa per l’ esperienza precedente avevano evitato che disobbedisse, perché lei era, come tutti i bambini, una gran curiosona ed aveva ancora tutto un mondo da scoprire.

Melina Licata


Melina Licata 13/09/2015 22:50 1397

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«Stella parte II»

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Il primo racconto pubblicato:
 
Stella (24/07/2013)

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Chiddru ca facemu avemu fattu (06/01/2014, 2437 letture)


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