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Il figlio ritrovato

Fantasy

Mancavano solamente gli ultimi dettagli perchè tutto fosse pronto, il matrimonio di mio figlio era imminente, ed io, come tutte le mamme del mondo ero indaffarata cercando di risolvere alcune cose che ancora erano in sospeso.

Ma mi ero resa conto che mio figlio non era felice, non sembrava affatto che stesse per sposarsi, aveva uno sguardo triste e perso nel vuoto, e sorrideva quasi per forza. Io pensavo che fosse tutta colpa dello stress pre matrimoniale, e che fra una settimana si sarebbe sistemato tutto.

Una madre però, difficilmente si sbaglia, ed effettivamente, una sera che eravamo a tavola, si schiarì la voce e disse: “ Vi devo parlare”, “ Ho pensato bene a quello che sto per dirvi ma, non posso più tacere, non mi voglio sposare più!”

A mio marito le andò l’ acqua di traverso, io rimasi senza parole, anche se devo essere sincera, in fondo in fondo, questa notizia non mi dispiaceva affatto. Sara, la ragazza di mio figlio, non mi era mai piaciuta, dal primo giorno che la conobbi notai in lei un atteggiamento da padrona, e quando veniva a casa nostra a mangiare, non muoveva un dito per darmi una mano in cucina, non si sognava nemmeno di lavare i piatti, anzi, si alzava dal tavolo, e andava con mio figlio a chiudersi in camera, senza il minor riguardo verso di noi genitori, lasciando pure il letto in disordine! Era una ragazza menefreghista che pensava solo a truccarsi e dipingersi le unghie, insomma, non mi piaceva, e cercavo di fare buon viso a cattivo gioco solo per far felice mio figlio.

Quando mio marito si riprese e finalmente poté parlare, volle sapere il perché di quella improvvisa decisione, e se fosse successo qualcosa tra lui e Sara, ma Davide rispose che non era successo niente, ma che lui non se la sentiva più di sposarsi, di legarsi definitivamente, che si sentiva confuso, e non capiva più se amasse veramente a Sara, e che ora non aveva il coraggio di dirglielo, che al momento non sapeva come avrebbe preso quella sua decisione.

A questo punto intervenni io: “ Ma figlio mio! Dovevi aspettare proprio l’ ultimo momento per dirlo? Hai una idea di tutto quello che è stato speso ormai per preparare il tuo matrimonio?” Davide rispose che era dispiaciuto per tutto il trambusto che avrebbe provocato, ma che secondo lui, era meglio che questa decisione l’ avesse presa adesso che era ancora in tempo. Dopo sposato sarebbe stato peggio.

Da quel giorno il telefono incominciò a suonare in continuazione, era Sara, che disperata voleva parlare con Davide, non si dava pace, non capiva quel cambio improvviso del suo fidanzato, niente le aveva fatto intuire una cosa del genere. Io cercavo di calmarla, ma capivo benissimo quello che stava soffrendo, e mi dispiaceva per lei, anche se ripeto, ero contenta che Davide avesse preso questa decisione.

Un giorno, dopo l’ ennesima telefonata di Sara, lei mi chiese di poter venire a stare a casa nostra per un periodo di tempo, io le spiegai che questo non era possibile. Davide aveva detto chiaramente che si sentiva confuso e non era più sicuro se la amasse ancora. Se io l’ avessi accettata in casa, Davide non avrebbe potuto ragionare con serenità, non avrebbe capito la portata dei suoi sentimenti, e che era molto meglio che per un po’ non si vedessero affatto. Il matrimonio era una cosa seria, e se uno dei due non era convinto, doveva capirlo da solo. La presenza si Sara in casa nostra, sarebbe stata una specie d’ imposizione, e questo non era quello che Davide desiderava.

Lei non volle sentire ragioni, e si offese a morte, al punto che mi disse che ero senza cuore, e che avrei pagato caro questo mio comportamento.

Quello che io non immaginavo, è che Sara sarebbe venuta ad abitare molto vicino a noi, chiedendo sfacciatamente l’ ospitalità ad una famiglia conosciuta. Senza la minima vergogna, parlando malissimo di me, e dicendo a tutti in giro che ero una donna malvagia, senza un briciolo di comprensione nei suoi confronti.

Mio figlio, alla fine, vedendola tutti i giorni, cedette ai suoi incanti, perché non si poteva negare che Sara era una bella ragazza davvero, e così lo convinse a dimenticare tutto quello che era successo e di sposarsi quasi subito.

La cerimonia fu molto bella, e tutto si svolse come era stato programmato, dopo di che, se ne andarono in luna di miele, e tutto filava liscio come l’ olio...

Quando tornarono, andarono a vivere nella casa che avevano affittato, vicinissimo a noi. Passarono due anni, dopo i quali nacque il loro primo figlio. Io ero felice di essere diventata nonna e come era logico andavo spesso a trovare il mio nipotino, ma mia nuora fece subito capire che non gradiva la mia compagnia, e già andava dicendo che io ero molto invadente... Allora diradai le mie visite, ma sentivo il suo sguardo su di me come un macigno pesante.

Arrivò così il primo compleanno di Alex, così si chiamava il mio nipotino, ed io le comprai un completino azzurro molto bello, che mi era costato anche parecchio, ma mi nuora non glielo mise mai. U

Anteprima/riassunto di questo testo (facoltativo) (

n giorno, non potendo più tacere, le domandai dove era andato a finire quel completino, e perché non l’ aveva mai messo ad Alex. Mi guardò dritto negli occhi con una espressione di odio che mi fece paura, e mi disse che a suo figlio non avrebbe mai messo niente che fosse arrivato da me, che lo aveva messo dritto nel bidone della spazzatura!

Io me ne andai senza dire una parola, e le lacrime incominciarono a scorrere sul mio viso senza che io potessi fare niente per trattenerle. Arrivata a casa, naturalmente, mio marito se ne accorse e volle sapere cosa fosse successo. Io le raccontai l’ accaduto e lui senza aspettare un attimo uscì verso la casa di mio figlio. Io volli fermarlo, ma non ci fu nulla da fare. Io non so esattamente cosa disse mio marito a Sara, perché io ero rimasta a casa, ma le conseguenze di quell’episodio si fecero sentire subito. Mio figlio disse chiaro e tondo, che la mia presenza non era gradita in casa sua, che sua moglie gli aveva raccontato tutto, e cioè che io avevo offeso a sua moglie in modo disgustoso! Mio marito gli rispose che noi non avevamo nulla da fare a casa sua e che lo avremmo accontentato molto volentieri!

Insomma, fatto sta, che io per vedere il mio nipotino dovevo accontentarmi d’ incontrarlo per strada e osservarlo da lontano o davanti all’ asilo, di nascosto, come una ladra.

Quello che non avrei mai creduto è che non li avrei visti per cinque lunghi anni, perché se ne andarono dal paese, senza salutarci, senza darci un recapito, un numero di telefono, niente!

La mia sofferenza cresceva di giorno in giorno, mi venne una forte depressione, e mi ammalai seriamente. Mi portarono all’ ospedale perché non mangiavo più, i dottori dissero chiaramente a mio marito, che non era una questione di medicine, ero io stessa che mi stavo auto distruggendo, e che davanti a un rifiuto di vivere così forte, le cure non facevano nessun effetto.

Mio marito, disperato, andò da un investigatore privato, doveva assolutamente trovare nostro figlio e fargli sapere cosa mi stava succedendo. Dopo lunghe indagini, e interrogatori a tutti gli amici e conoscenti di mio figlio e di sua moglie, si ottenne una pista, e finalmente si scoprì dove stavano vivendo.

Mio figlio, che nel frattempo aveva capito benissimo che donna avesse al suo fianco, corse assieme a suo padre all’ ospedale dove ero ricoverata. Entrò nella camera, e s’ inginocchiò al mio fianco e piangendo mi chiese perdono. Io, con fatica alzai la mia mano e accarezzai i capelli del mio adorato figlio, mentre mio marito, che piangeva vicino a noi due, vide apparire sul mio volto finalmente un dolce sorriso...


Franca Merighi 30/12/2018 19:46 2 764

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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«Ci sono molte storie simili e molte buone madri soffrono per le spesse ragioni. Suocere che si prestano molto per sostenere le necessità di nuore lavoratrici, o bisognose di cure mediche, ma, come al solito, le nuore sono irriconoscenti e col pungiglione sempre pronto. Bellissimo il tuo racconto E Vittorioso!!!»
Ausilia Giordano

«Commovente come da libro Cuore, Grazie e mille Franca»
Fadda Tonino

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