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" La paura di Iris"

Fantasy

La sera vestiva d’ oscurità ed ogni uomo o animale rincasava nelle tane o abitazioni ed attendeva il riposo della notte. Iris una splendida bambina, una vera donnina di casa che oltre studiare, aiutava la mamma a sbrigare le faccende domestiche. La mamma di Iris divenne vedova molto giovane e dovette crescere ed educare la bambina da sola, ma con amore e dedizione la bimba diventò il gioiello più prezioso ricevuto dalla vita, era orgogliosa ed innamorata della sua bambina. Iris correva felice fra boschi e prati, la loro casa era fuori paese, un bel pezzo di terra con un bel giardino, la casa era contornata da cespugli di fiori e alberi ornamentali e alberi di buona frutta da gustare. Quel luogo venne scelto dai suoi genitori ed anche se il Papà era volato in cielo la mamma lo curava con amore, era una bella casetta situata al centro di una vallata, con un solo inconveniente per andare in paese, avrebbero dovuto attraversare un tratto di bosco. Iris per recarsi a scuola doveva percorrere un tratto di strada situata nel bosco, ed il bosco a tratti si faceva folto, gli alberi ferano alti e le chiome ampie non permettavano alla luce di filtrare, ed lì che l’ oscurità diveniva tetra e paurosa, ed era lì che ombre e fantasmi si coalizzavano con il buio era proprio lì, che ad Iris incuteva paura, ed in quel tratto di strada iniziava a correre, il fiato e le forze venivano meno, correva come volesse fuggire alla paura stessa, una sensazione crescente che andava a caratterizzare con il suo comportamento, da non riuscire a dominare la paura. In quel momento era convinta che fra gli irti e spinosi cespugli si nascondesse un mistero pauroso, c’ era qualcuno che la guardasse, ed immaginava il peggio, un lupo con grandi fauci che l’ avrebbe mangiata, un mitologico mostro, oppure la strega cattiva che le facesse l’ incantesimo, insomma in quel determinato punto della strada non era tranquilla, anche se delle volte riflettendoci si rimproverava; " Forse è una mia idea e non dovrei alimentarla?" Iris decise di raccontarlo alla mamma, la mamma con premura cercò di rassicurarla dicendole di non aver paura, la colpa era di quella maledetta oscurità a crearle quell’ angosciante paura che la sua bambina provava quando andava o ritornava dalla scuola ..Iris avrebbe voluto credere alle parole rassicuranti della mamma, ma la mattina andando a scuola e percorreva quel tratto di strada, la paura puntuale come al solito ritornava a darle il benvenuto come sempre, sul suo visino di bimba non passava inosservata la paura, impallidiva e sbarrava gli occhi fissando un punto statico, ed il luogo da lei conosciuto molto bene le diveniva estraneo, quasi a non riconoscerlo, eppure lo percorreva ogni giorno con la sua cartella a tracollo. Il cuore le batteva all’ impazzata, era una sensazione da farla star male, ma quando riusciva ad oltrepassarlo, un luce fragorosa s’ espandeva su di lei e tirando un sospiro di sollievo, era salva da ogni pericolo, ed ogni bruttezza scompariva e il buon umore la faceva saltellare mentre camminava per andare a scuola e ritornava a pensare ai suoi amichetti che la stavano attendendo in classe, saltellava allegramente e tutto le appariva tranquillo e meraviglioso. A volte pensava alla sua paura sembrandole assurda, perchè quando non aveva paura era come se non l’ avesse mai avuta. I giorni passavano ed Iris percorreva ogni mattina il suo sentiero e ne conosceva ogni dosso ed ogni discesa ed anche le rocce che costeggiavano la strada, addirittura riconosceva anche i steli erbosi e gli stessi insetti che ronzavano allegramente sull’ erba per poi andar al suo passaggio a posarsi su di lei.

Era una mattina come tante ed Iris si alzò dal letto come al solito per andare a scuola e come ogni mattina andò a sbirciare dalla finestra, il tempo non era molto buono, si presentava cupo ed uggioso come se vestisse a lutto, le nuvole erano bombe d’ acqua prossime ad esplodere. Era uno di quei giorni che in meteorologia chiamavano di bassa pressione, tempo piovigginoso che infondeva agli umani sensazioni angoscianti ed andava ad interferire anche sugli animali. Ad Iris quella mattina e quel tempo non piaceva affatto ed un pensiero le martellava le tempie, era la solita paura che si presentava molto più grande delle altre mattine, aveva i brividi sulla schiena come avesse la febbre, pensando che avrebbe dovuto inoltrarsi in quel tratto di strada." Mannaggia pensò fra sè," era triste e sfiduciata che quasi sentiva il bisogno di piangere, per la vergogna restò zitta. Vorrei diventare meno paurosa così la mamma non si dovrebbe preoccupare per me. Iris si fece coraggio e lentamente s’ avviò con la cartella sulle spalle ed un impermeabile rosso comprato dalla mamma, appositamente per andare a scuola quando avrebbe piovuto e quella mattina pioveva davvero a dirotto e la pioggia s’ accompagnava con un temporale da incutere paura, tuoni e fulmini la inseguivano per la strada e la mamma le consigliò che quando c’ erano questi grossi temporali non avrebbe dovuto sostare sotto agli alberi, perché gli alberi attirano a sé, scariche fulminee, allora dovette camminare più veloce che potesse. Iris si mise a camminare veloce ignorando la strada, ma aveva un nodo nella gola, ed era annodato molto stretto che si sentiva soffocare, quella paura l’ avrebbe sopraffatta, ma non riusciva a gestirla. Aveva freddo, pensava sono una statua di marmo non riesco nemmeno a muovermi normalmente, era arrivata quasi vicina a quel tratto oscuro dove lei non avrebbe mai voluto arrivare. La pelle era pervasa da brividi, un freddo trine che non riusciva a debellare era la paura, ed ormai l’ aveva posseduta. Arrivata in quel punto oscuro il cielo minacciava tempesta e non s’ intravedeva nessun spiraglio di luce. Iris angosciata ad un tratto le sembrò che qualcuno la bloccasse da non riuscire a muoversi, ebbe la sensazione di essere paralizzata dalla paura. Con grande determinazione si sforzò e trovò il coraggio di voltarsi per guardarsi dietro le spalle e fu un attimo e sprofondò nel terrore, e apparve agli occhi una bestia altissima che non sarebbe stata capace di definirla, ne descriverla aveva sembianze da lupo con grandi fauci ed era pronto ad aggredirla, correva dietro di lei per agguantarla e mangiarla, Il lupo emetteva gridi di rabbia ed ululava con bramosia era un lupo affamato. Iris era pietrificata non riusciva a correre, aveva il sangue in fermento e si sentiva svenire. Avrebbe voluto fuggire da lì, ed allora riprese a correre e come per miracolo il brutto lupo sparì dalla sua visuale, oh non le sembrò vero che fosse proprio accaduta questa orribile avventura. Correva Iris sentendosi ancora inseguita, ma un fulmine con potenza illuminò la strada facendole intravedere tante ombre oscure e rami che pendolavano nel vuoto e il vento li sbatteva sui tronchi e i rami smossi dal furioso vento creavano fruscio da mettere paura sembravano tante anime a cercare aiuto e mentre il vento continuava a fischiare attorcigliava tutto quel che incontrava facendo cataste di foglie e rami, era una bufera di enorme dimensioni. Avevo il terrore di voltarsi indietro e se quel lupo fosse ancora lì e la stesse seguendo, si fece coraggio, ma per fortuna il grosso lupo era sparito, volatilizzato e il sentiero era tornato vuoto. Iris tirò un sospiro di sollievo e riprese a correre ormai era distante da quella oscurità e la paura incominciò a placarsi come un mare in tempesta che placandosi diviene una tavolozza azzurra.. Iris entrò nella scuola ma per lei la giornata restò angosciante aveva avuto troppa paura, non disse niente agli amici di classe, tacque ma forse raccontarlo l’ avrebbe fatta sentire meglio. Iris dopo la scuola dovette passare quel cruciale punto di strada, dove la paura fece da padrona. Il temporale stava diradandosi all’ orizzonte e lei consapevole e ragionevole si disse, di non farsi mai più condizionare dalla paura e rimanendo più calma, ripercorse la strada del rientro di casa. Una volta a casa Iris raccontò tutto alla mamma e la mamma comprese che Iris aveva terrore del buio e la paura la stava suggestionando e l’ accaduto su lei aveva avuto un effetto destabilizzante.

La mamma decise di affrontarla ed andò alla ricerca delle giuste parole per persuaderla disse;" Vedi Iris la suggestione a volte fa brutti scherzi e quel che a te è sembrato vero, era una grande paura a crearti una forte suggestione e la paura insieme alla suggestione creano fantasiose fantasie, mettendoti faccia a faccia di fronte a situazioni o immagini non reali.

"Iris amore della mamma quello che tu pensi di aver visto non erano che ombre smosse dal vento e muovendosi passavano anche sul tuo corpo ed il vento smuovendole velocemente creava figure animalesche ed a volte anche umane ed i rami degli alberi sfregandosi uno con l’ altro davano vita ad ululato da farti sembrare l’ ululato di un lupo, pronto ad aggredire, ma credimi ciò che hai visto erano i figli della paura, e la paura accompagnata dal temporale ha amplificato le sue visioni. "La mamma si disse fra sé, dovrò farle coraggio e sostenerla in modo che pian piano esca da questa paura infondata.” La mamma di Iris parlò a lungo con la bambina e non fu facile persuaderla dell’ accaduto. Iris silenziosa riflettè su ciò che la mamma le suggerì e la mamma speranzosa pensò che forse Iris incominciava a comprendere il vero significato dei sui consigli.

La mamma con amore e pazienza si prese cura di Iris anche se qualche volta la paura la veniva a cercare, ma Iris non parlò mai più delle sue paure con la mamma e lei non chiese mai più niente alla figlia, non avrebbe voluto alimentarle paure. Iris crebbe e quando passava di lì pensava a quel fatidico giorno e sorridente pensava a quella bambina impaurita e credulona che vide un lupo che avrebbe voluto sbranarla. Ora divenuta una signorinetta sapeva gestirla molto meglio la paura ed anche come affrontarla. Iris ogni tanto si diceva, come è brutta la paura, fa credere quel che non esiste, facendoti diventare ciò che non sei, la paura e la suggestione sono sorelle ricamano tessuti pregiati per poterti ricoprire gli occhi e farti immaginare, l’ immaginabile. Arriva l’ inconscio, non lo vedi sta in agguato ed esce mettendoti di fronte a quello che temi. Iris passò di lì tantissime volte ma non avendo più paura quel tratto del suo bosco le appariva nitido e meraviglioso in tutta la sua bellezza e ne coglieva ogni reale considerazione, era un splendido tratto di strada e le ombre le apparivano segnali d’ amore, riflessi ondeggianti cerchi di varie misure ad illuminare la vegetazione, ombre e luci erano di una tale beltà che lei ne era incantata, le felci e tanti biancospini intrecciati con cespugli di bacche e rovi, ed a tratti aiuole di gigli azzurri e viole a donare all’ aria profumazione di fresco. Ogni tanto riflettevo pensando che la paura ti ruba la bellezza della vita. Ed io di quel posto così magico di colori e profumi solo ora riuscivo a vederne la bellezza, la paura toglie la vera verità ed identità distorcendo la visuale alla realtà, ed or con entusiasmo ne godo ogni prodigio ed osservando la vegetazione ogni giorno sosto con essa, ed ogni giorno cresco e con la natura vegeto!.


Adele Vincenti 12/02/2020 20:51 570

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«La paura distorce ogni realtà, specialmente quando si è bambini,
tutti abbiamo avuto delle paure che ci hanno condizionato l’infanzia e l’adolescenza perché sono i periodi ove la paura è più accentuata!
(ogni diritto è riservato come per legge all’autore)
Adele Vincenti @
9 febbraio 2020
»

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