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Aria Fritta III

Sociale e Cronaca

Dicevamo come una famiglia, cellula originaria della società, fosse più libera rispetto ad oggi da tempi e condizionamenti, pur lavorando, i vari componenti (padre e, a volte madre), molte ore giornaliere (assai più di oggi), non avevano tempi morti, dovuti a spostamenti, talvolta anche di ore, per raggiungere i rispettivi luoghi di lavoro, e non erano condizionati da tutte quelle attività che ora rappresentano una sorta di status symbol della famiglia, inoltre abbiamo detto c'erano altre figure che gravitavano costantemente intorno alla “cellula”, appunto i nonni. Nelle loro famiglie i genitori erano certo i primi responsabili dell’educazione dei figli, ma accanto a loro, venivano dunque i nonni. La figura dei nonni, diciamo così, nell’ambito della famiglia, era quindi complessa e variabile. A volte, di fatto, essi assumevano la tutela dei nipoti, nel caso di assenza dei genitori, di malattia, decesso di uno di essi, con assistenza scolastica e ricreativa. I nonni poi, spesso, rimpiazzavano i genitori in quelle mansioni dove le istituzioni pubbliche erano carenti: accompagnavano i bambini all’asilo nido, alla scuola, agli sport, agli eventi culturali, aiutavano altresì, anche al disbrigo di pratiche burocratiche e di gestione familiare in genere, contribuendone anche nelle spese. I vecchi nonni erano trattati con riverenza e quando col passare dell'età non erano più autosufficienti, venivano accuditi all'interno della cellula da figli e nipoti.

Il cambiamento societario negli anni è stato radicale, fino a giungere alla situazione degli ultimi decenni. Ora il rapporto tra genitori e figli è grandemente influenzato dalle esigenze della vita sociale-professionale, nelle società cosiddette industrializzate e ricche, esiste una visione spesso distorta dei valori fondamentali, prevalgono infatti l'arrivismo, l'egoismo e il desiderio di soddisfazione immediata dei bisogni materiali, l'essere è stato soppiantato dall'apparire, ponendo spesso in secondo piano, doveri di solidarietà e responsabilità.

Giovanni Paolo II, scrisse, “presso alcuni popoli la vecchiaia è stimata e valorizzata; presso altri, invece, lo è molto meno a causa di una mentalità che pone al primo posto l'utilità immediata e la produttività dell'uomo. Per via di tale atteggiamento, la cosiddetta terza o quarta età è spesso deprezzata, e gli anziani stessi sono indotti a domandarsi se la loro esistenza sia ancora utile”.

La mancanza di stimoli e soprattutto di calore, porta spesso l'anziano solo a prostrarsi fino a cadere in depressione, favorendo a mio vedere, quel processo degenerativo, oggi comune a molti (favorito ovviamente anche dall'allungamento della vita). Tale situazione mette in evidenza, un altro problema di grande rilevanza della nostra società attuale, la necessità di nuove figure (badanti), e di nuove strutture, create appositamente per supplire quelle necessità, che la cellula famiglia non riesce e spesso, purtroppo, non vuole più offrire, la situazione ovviamente non è indolore, in primis, dal punto di vista economico, fatto che porta ad un impoverimento della famiglia e della società tutta, per varie ragioni :

-le strutture possono essere gestite dallo stato o da privati, talvolta da enti religiosi, intanto permettetemi di precisare, che queste, non sempre sono all'altezza di un vivere dignitoso per i nostri anziani, ma anche quando lo sono, comportano la rinuncia, spesso forzata, al proprio habitat, subendo in molti casi, da parte dell'anziano, un distacco dalla realtà e portandolo ad una ulteriore perdita dell'equilibrio psichico. Le strutture inoltre hanno costi particolarmente alti da sostenere, generalmente pari a tre volte uno stipendio medio di un lavoratore, a quasi totale carico della famiglia e nel caso si tratti di persone meno abbienti della società. Per evitare esborsi tanto esosi (così sembra a prima vista, ma se si considerano stipendi, contributi, l'uso di una abitazione, il sostentamento, facendo i dovuti calcoli forse rimane più conveniente una struttura) e nel nome di una maggior attenzione nei loro confronti (visto che rimangono nella loro abitazione) spesso si tende ad affiancargli, una persona esterna, una sconosciuta che andrà a vivere con loro, sovente contro la loro volontà. Quasi nella totalità dei casi, una badante (odioso termine) straniera, visto che ormai noi italiani preferiamo non lavorare, prima di fare molti lavori sicuramente umili ma di grande dignità (grazie oserei dire alla scuola di massa, ovvero all'arroganza di ritenersi superiori), la quale spesso non parla che poche parole della nostra lingua (pur avendo un livello culturale anche superiore al nostro), creando ulteriori problemi.

Grazie all'avvento di tale nuova figura, si sono formati in questi ultimi anni degli eserciti di giovani ragazze e signore, provenienti da ogni parte del mondo che lavorano e vivono giornalmente nella nostra nazione ma che hanno legami con la propria terra d'origine, tanto da inviare mensilmente, spesso oltre la metà dello stipendio, come quasi ogni straniero che lavora in Italia fa, ai loro familiari, che grazie a questi vivono, rimanendo nel proprio paese, una vita dignitosa. Ora se noi facciamo i conti della serva, possiamo capire che i circa sette milioni di stranieri presenti da noi e calcolando che solo circa cinque milioni, mandino mensilmente i propri proventi, si ottiene una cifra di circa 2,5 miliardi di euro che lasciano il nostro paese senza più rientrarvi.

L'aria fritta che da ogni parte ormai ci è stata propinata, fa parte del sistema, ma quel che è molto peggio fa parte del nostro modo di vita, del nostro pensiero, tanto che se per eccesso, ritornasse pura, potremmo anche morirne.

La mancanza di tempo, l'abitudine ad una vita ormai priva di valori essenziali, il non voler rinunciare a tutti quei privilegi (viaggi, hobby, fitness ecc..ecc...) ci porta sempre più a vivere per l'effimero e si ritorna lì, l'apparire ha il sopravvento sull'essere, che gioia può darci passare delle ore in chat, con degli sconosciuti, rispetto al sorseggiare un bel bicchiere di vino o di birra, seduti ad un tavolo, magari ascoltando musica jazz con un gruppetto di amici, magari d'infanzia. Che immane gioia può darci possedere un ipod od una suv oppure andare in vacanza per forza tutti gli anni obbligatoriamente a Sharme, Ibiza, Santo Domingo, facendo sacrifici finanziari, talvolta anche debiti, senza mai essere stati magari a Stintino, all'isola d'Elba o a Rimini, questo è il gioco a cui ci han fatto abituare, facendoci credere di essere noi a decidere, dotandoci di quella arroganza che ci porta a compiere gesta ed azioni errate senza esserne consapevoli, proprio perché noi ci riteniamo superiori, siamo diventati piccolissimi, difficile mettersi in discussione, per farlo dobbiamo fermarci, fare un bagno di umiltà e cominciare a rinunciare, forse a regredire e non vedo nessuno disposto a farlo. Stiamo viaggiando ad una velocità eccessiva .

Le Nazioni occidentali sono come auto truccate, fino a quando non vengono spremute oltre certi giri, i consumi restano nei limiti ed il motore continua a fare la propria parte ma quando per troppo tempo “gli viene tirato il collo” i consumi salgono in modo esponenziale fino ad arrivare a compromettere se insistiamo troppo a lungo sull'acceleratore molti organi meccanici del motore, sempre che nel frattempo non sia accaduto l'irreparabile.



Massimo Mangani 30/05/2011 17:19 802

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Poesie per la Festa delle Donne. Il lato femminile della poesia

Pagine: 107 - Anno: 2010


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Aria Fritta III (30/05/2011)

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