Brevi riflessioni .... dopo queste letture!
 
Antonietta Fagnani Arese, Luigia Pallavicini, Silvia, Nerina:  quattro donne, quattro figure ritratte in quattro capolavori  della letteratura italiana. Nell’ ordine: 1) All’ amica risanata,  2) A   Luigia Pallavicini caduta da cavallo del Foscolo, 3) A   Silvia e 4) Le Ricordanze del Leopardi.
Nelle due odi del cantore di Zacinto è tutto un inno gioioso al rifiorire superbo  o   all’ auspicato  tornare a risplendere della bellezza delle due donne: una bellezza   come spenta dalla malattia per l’ amica o   una deturpata bellezza a causa di quella caduta   per la   nobildonna. Due donne che ancora vivono il percorso della vita ma che in queste odi   foscoliane,  incarnazione della bellezza che pur compromessa diventa sempre più bella, sono proiettate   quali   dee verso l’ immortalità.
In Silvia e Nerina, spenta la loro breve esistenza terrena   le stesse vengono risvegliate dalla morte attraverso il dolce e melanconico lirismo del   poeta di Recanati e riportate  vive, viventi, nella loro quotidianità e poi dipinte in tratti di semplice, pura e naturale bellezza.
 
Delle Odi e dei Canti  questi “ frammenti”:
shadow
 
1)  “ Sorgon così tue dive Membra dall’ egro talamo
 E in te beltà rivive”
 
“ Fiorir sul caro viso
            Veggo la rosa; tornano
            I grandi occhi al sorriso”
 
 “ E quella a cui di sacro
 Mirto te veggo cingere
 Devota il simolacro,
 Che presiede marmoreo
 Agli arcani tuoi lari
 Ove a me sol sacerdotessa appari,”
 
 2)” Or te piangon gli amori,
 Te fra le dive Liguri
 Regina e diva!”
 
 “ E te chiama la danza
 Ove l’ aure portavano”
 
 “ Armonï osi accenti
 Dal tuo labbro volavano,
 E dagli occhi ridenti
 Traluceano di Venere
 I disdegni e le paci,
 La speme, il pianto e i baci.”
 
 Ove a me sol sacerdotessa appari … Traluceano di Venere … i baci:  amore ardente,  vivo e   voluttuoso!
Occhi ridenti al piacere….alla dea dell’ Amore!
 
 
 3) “ Silvia, sovvienti ancora
 Quel tempo de la tua vita mortale,
 Quando beltà splendea
 Ne gli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
 E tu, lieta e pensosa, il limitare
 Di gioventù salivi?”
 
 “ Lingua mortal non dice
 Quel ch’ io sentiva in seno.
 Che pensieri soavi,
 Che speranze, che cori, o Silvia mia!”
 
 4) “ O Nerina! e di te forse non odo
 questi luoghi parlar? caduta forse
 dal mio pensier sei tu? Dove sei gita,
 che qui sola di te la ricordanza
 trovo, dolcezza mia?”
 
 
 “ Ove sei, che piú non odo
 la tua voce sonar, siccome un giorno,
 quando soleva ogni lontano accento
 del labbro tuo, ch’ a me giungesse, il volto
 scolorarmi? Altro tempo. I giorni tuoi
 fû ro, mio dolce amor.”
 
 
“ Passasti
 Ahi tu passasti, eterno
 Sospiro mio: passasti:”
 
Che pensieri soavi… Dolcezza mia, mio dolce amore: amore romantico e sognato!
Occhi ridenti che splendon di virginal bellezza!