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Eva la volontariosa - capitolo ii

Comicità e Satira

— Eva, ti tengo d’occhio, più di quanto credi. È meglio che ti comporti come una santa decente; inoltre, a cinquant’anni terrestri sarai… diciamo… in declino come donna, secondo i canoni di quella ridicola società umana. E non lamentarti né venire a piangere se Adamo, con quella sua debolezza per le forme perfette, comincia a guardare altre con occhi… indagatori. E di chi sarà la colpa, eh? Solo tua, per averlo insegnato a peccare fin dall’inizio dei tempi con quella dannata mela! Povero mio nipote! Oggi sarebbe un santo tra i santi, ma nooo! Dovevi offrirgli quel frutto proibito affinché il povero conoscesse le… le… gioie del mestiere carnale. Mormori troppo, ragazza! Sei una lamentosa cronica! Non so come il povero Adamo ti sopporti così tanto; io lo faccio perché sono tuo Padre, ma…! Donne… non so cosa avesse Dio in testa quando le ha inventate! Un autentico mistero divino!

— Sì, Padre, va bene, come dice Lei — replicava Eva ad alta voce, alzando gli occhi al cielo mentre continuava a mormorare sotto voce:

— Sì, sì, certo. È esattamente la stessa cosa che dico io di loro… Nelle prossime riunioni di sante e arcangeli femministe, voterò con fervore perché impongano la partenogenesi nella nostra specie. Così non dovremo dipendere così tanto da questi sciocchi, maschilisti e amari uomini! Uffa, che noia! Uomini, uomini, sempre loro, credendosi i più saggi e i padroni dell’universo. Ahhh nooo, ma doveva arrivare uno con manie da profeta e cambiare le scritture per farci apparire come le uniche peccatrici! Che rabbia! Ma vedranno, arriverà il giorno in cui saranno indispensabili solo per quei momenti di… diciamo… grande delirio emozionale, quei lunatici deliri necessari per poter procreare. Bah! Il resto possiamo farlo da sole, e credo anche meglio… hi, hi, hi!

— Beh, Lei lo sa, mio Dio celeste! Solo Adamo è la mia debolezza terrena. Se mio Padre sapesse che non è così santo e ingenuo come crede… hummm! Sì, mio Dio, è vero che gli ho fatto assaggiare la famosa mela proibita. Ahhh! Ma quello che il mio bacchettone Padre non sa è che il mio Adamo è stato quello che mi ha insegnato tutti i segreti carnali. Beh, alcuni; i più audaci e piacevoli li abbiamo scoperti insieme, e tutto perché mi è venuto in mente di proporgli alcune… esplorazioni anatomiche! Si dà arie da libertino esperto, ma in fondo non è altro che un gran tonto… ma il mio tonto!

« Beh, non così tonto, ma ci siamo quasi. Mmmm! Ma lo voglio, lo amo, looo… mmm! Il mio Adamo, con lui vivrei felicemente di pane e cipolla… e molto di più!»

Tutto quello che gli farò quando lo troverò! Non vedo l’ora di ricongiungermi con la sua… umanità!

E sorride tra i denti in modo furbo, con uno sguardo che promette incendi boschivi di passione, mentre il Padre la osservava mormorare, con gli occhi che roteavano nelle orbite celesti. Si chiedeva, ancora una volta, se un giorno quella bambina viziata e pericolosamente libidinosa avrebbe messo la testa a posto. Ma in fondo, nel suo cuore divino, la amava oltre le parole. Lei era la sua debolezza, la sua piccola e ribelle Eva, e per questo, ancora una volta, si lasciava convincere dal suo fascino birichino. Anche nella sua eccentrica ribellione, lei era l’essere più nobile che aveva nel suo regno, tanto da sembrare a volte irreale, eterea, ed era lì, in quella purezza inconscia, che risiedeva la sua vera santità. Anche se sì, lui sapeva perfettamente che la sua Eva era una bella furba, un’esperta nel fare la finta tonta per ottenere ciò che voleva. Questo, in segreto, lo divertiva molto, e si fidava di lei più di quanto si sarebbe mai azzardato ad ammettere.

E in questo modo, con la benedizione riluttante del Padre, inizia il suo lungo e peculiare viaggio per raggiungere Adamo, passando attraverso una strana giungla liquida dove doveva incubarsi per nove mesi, come un volgare pulcino!

— Che fastidio! — esclamò Eva, con la sua pazienza celestiale che raggiungeva il limite—. Tante sciocchezze cosmiche per raggiungere il mio amato! Uffa! Dovermi incubare in questo liquido amniotico così… poco glamour per qualche mese. Inoltre, che aspetto spaventoso ho… Sembro un feto di uccello spennato! Meno male che Adamo non è qui, altrimenti la sua illusione si sarebbe evaporata più velocemente dell’acqua santa all’inferno. E basta con tanta quiete! Voglio uscire da questo… questo… uovo umano!, mi sono stancata di stare rinchiusa come un’idea a metà.

E comincia a muoversi dentro il ventre con un’energia incontrollata, provocando gli inevitabili dolori del parto alla donna che l’ha mantenuta per nove mesi nel suo accogliente e ora turbolento utero.

— Finalmente libeeeeraaa! — grida Eva in un urlo che mescola sollievo ed euforia terrena—. Finalmente sulla Terra! E addio, bozzolo prenatale!

Dopo la sua… peculiare schiusa, viene portata dalla sua nuova e sorpresa madre nella sua umile casa.

— Ma, Dio mio!, quanti figli ha questa donna? Beh — pensò Eva con rassegnazione—, immagino che dovrò condividere tutto… persino i baci di Adamo, se necessario! (Anche se non intendo farlo). — Ma questo è ciò che meno le importa; lei darà con piacere la sua parte di pane (se il pane terrestre è così insipido come dicono), se con ciò li rende un po’ più felici. Il meglio di tutto è che conserva i suoi ricordi passati intatti, come un tesoro celestiale custodito nella sua mente terrena. Non dovrà rivivere quei sentimenti miserabili e confusi che tormentano gli umani durante l’infanzia e la giovinezza; lei è stata un’allieva modello nella scuola della vita (e della non- vita) e ha imparato con tenacia. Dovrà solo dissimulare un po’ la sua saggezza celeste, ma in fondo continuerà a essere la stessa Eva sfrontata e volenterosa.

E in questo modo, inizia la sua nuova infanzia e giovinezza sulla Terra, imparando rapidamente i suoi nuovi doveri di mortale, anche se con la prospettiva unica di qualcuno che ha già vissuto innumerevoli secoli in un’altra dimensione.

Passati gli anni terrestri, che per Eva si sentirono come un sospiro rispetto al secolo di separazione celeste, e giunta la sua maturità (quei cinquant’anni che suo Padre considerava il suo declino), un giorno, mentre era a scuola (che nome ironico per un luogo di apprendimento!), si incontra di nuovo con Adamo.

Il suo cuore salta con una felicità così esplosiva che quasi provoca un piccolo terremoto locale. La sua mente si riempie all’improvviso dei ricordi di carezze proibite e dei desideri ardenti che ribollono dentro di lei come un vulcano sul punto di eruttare. Si stropiccia le mani in anticipo e mormora tra sé, con un sorriso predatorio:

— Ah, Adamo, Adamo! Quando ti metterò le mani addosso, ti ricorderò perché siamo stati cacciati dal paradiso!

Dalle altezze celesti, il Padre la osserva con un misto di orrore e rassegnazione. Si fa il segno della croce con un movimento rapido e nervoso e si dice tra sé:

— Ma che mostro libidinoso ho generato. Spero, per tutto ciò che è santo, che questa volta impari qualcosa di più sostanzioso per l’anima che l’anatomia maschile! Questa figlia mia! Le lascerò i suoi ricordi, sì, ma taglierò la connessione diretta con questo regno per un po‘. Ho bisogno di una vacanza dalla sua… esuberante personalità, o finirò per avere un infarto miocardico celeste. La riaprirò al momento giusto… se mai sopravvivrò.

In questo modo, Eva rimane sulla Terra, completamente in balia del suo destino e dei suoi stessi desideri, conservando intatte ciascuna delle sue piccanti esperienze passate. Nel frattempo, con uno sguardo birichino e un piano che si sta tessendo nella sua mente, pensa:

— Che strano… non è da mio Padre dimenticare qualcosa di così importante come disconnettere la mia… linea diretta con il cielo? È normale che ci lasci soli i primi mesi di vita terrena, ma ormai sono una donna fatta (di cinquant’anni terrestri, e nel mio momento migliore!). Ah, Padre!, vuoi giocare a nascondino cosmico con me?… Va bene, giochiamo. Ti dimostrerò che hai una figlia molto intelligente… e molto, molto volenterosa. — E con un leggero giro di ballerina, con una scintilla maliziosa negli occhi, inizia a pianificare con entusiasmo il suo tanto atteso incontro con il suo Adamo. La "casualità" non c’entrava proprio nulla.

-continua


Arelys Agostini 05/07/2025 02:01 12

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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L'ultimo racconto pubblicato:
 
Eva la volontariosa - capitolo ii (05/07/2025)

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La vecchia signora (18/09/2019, 1624 letture)


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