E’ la nostra pietra più bella
a lei un sentiero titolato;
una via dalla quale
l’occhio vigile può osservare
i letti deserti sotto i tetti
di antichi cavatori
e, sogni di carità ancora possibili.
Rettangoli di annerita sabbia
di cui si cibarono per giacere immobili
sulla pietra di Lavagna. | 

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Guarda come brillano le stelle
a tutti noi regalano l’emozione
che si riversa nelle vene.
Osserva il cielo nella notte
e, la vibrazione entra nelle tue corde
come una canzone senza dissonanze.
Siamo un quartiere dell’universo
e, spesso impattiamo
nei microscopici fili della ragnatela
qual è il senso?
C’è chi indica la via maestra
invaghendosi dell’egoismo
e non trova la strada
che porta incontro all’altro
mostrando la sua miseria interiore
agli occhi di colui,
che chiama: il mio Signore. | 

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Rolla sul mare
e, il colore è un gioco di luce
al confine dell’irreale.
Il fondale si rattrista
per le invocazioni tremolanti
dei bambini e le paure degli altri.
La nave cerca l’approdo sicuro
per chi è fuggito dall’inferno;
per molti, questo è solo un pretesto.
Accesso negato!
Andate altrove!
Anche se le onde
vi vogliono schiaffeggiare.
Noi, per un placido dormire.
Voi arrangiatevi per non morire. | 

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I bianchi colori
dei fiori tardivi
l’eco nell’orrido,
la sfumatura fascinosa della nebbia
involta nella dolcezza della giornata.
Voci che dicono:
tutto questo lo amiamo.
Perché nel salto ribelle dell’inquietudine
si contrae la malattia per la vita?
Cosa ci vuole per accendere
il fuoco della fiducia?
Forse, la modestia nell’accostarsi
e, scoprire di essere felici nell’aiutarsi.
Le implorazioni lasciamole
ai chierici, ai frati e alle suore.
Perché loquaci sono le ferite.
Destarsi. Ritornare. Vivere. | 

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Trasportato dal flusso ventoso
si leva lo sguardo d’intorno
nel percepire un suono
che sa di addio e forse di non ritorno,
quindi nessuna confidenza con la casualità
dove si compiace l’arroganza
esaltata dall’ignoranza
e, la carne umana diventa l’antipasto
di un succulento banchetto
il tutto annaffiato con il prodotto dell’indifferenza,
esibendo una compiaciuta falsa cortesia
e, laicamente... così sia. | 

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Appaiono come i giorni dell’addio
e ben vengano questi
per quelli che non hanno un Dio
o pensieri per imprimere il tempo
e per chi lascia fuggire via la consapevolezza
e tinge d’un smorto colore l’illusione
di aver edificato. | 

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Ago della bilancia è la comprensione
per una mano allungata
per un domani di speranza
nella costante che non impaurisce
e dove il sangue abbranca l’indulgente
per dare una speranza
per donare rinascita
per elargire vita. | 

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Si libera lo spirito
di amore si colma.
Note angelicate
da mani esperte
diffuse dal nomade
musicista errante
oltrepassano il confine
tra la terra e il mare.
Al di là un presentimento
di pace tra le diversità.
Colore, lingua, nazione, religione
in quell’immenso
non fanno distinzione. | 

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Tutto il trascorso muore,
Incolore il presente.
Un auspicio per il futuro
Nella direzione della giustezza;
Coraggiosa, disinteressata e bella.
Così quasi per incanto
Vedere il mondo risvegliarsi
Come i fiori in Aprile.
Una musica, una danza
Un’idea che non appassisce
Un ritornello cui aggrapparsi,
Intoniamolo con fiducia e ... SPERANZA. | 

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Reinterpretati i copioni
Monotoni e balzelloni,
Rovescioni di passati
Animati da apostoli d’ideali confusionali;
Ossessionati dai guadagni
E, bisognosi di poteri branchiferi
Comici, ciarlatani, faccendieri
Persi tra le visioni “dell’effimero”
Delle frantumazioni
Per disegni scarabocchiati
In cui il futuro non s’intravvede
E il giovane chiede ... | 

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Supera l’ostacolo con attenzione,
Rendi vigile la mente e il cuore.
Salta in alto; non far cadere l’asta
Che della vita ne è possanza.
Non chiudere gli occhi
Guarda la distanza
Un confine da cancellare
Per arrivare alla confluenza
Della comune sensibilità
Che improvvisa giunge
In esultante manifestazione d’interesse
Che s’intreccia con noncuranza
Nella scia dell’anima che sopravanza
Nella costante speranza
Di abbattere le barriere dell’ignoranza. | 

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Siamo legati
Da vincoli inossidabili
Lungo le arterie intasate
Dalla precarietà
Di chi dissolve certezze
Paure, sentenze, sconcezze.
Non riconoscere le attese,
Demolire le speranze
Con ritmo altalenante,
Separare e non unire
Per continuare a far soffrire.
Lungimirante il pensiero
Di chi non disattende
Il pensare comune
Della povera gente.
Possente sarà il futuro
Di chi non si arrende
Alle casualità delle apparenze
Coltivate da coloro
Che non conoscono
Il nobile valore dell’animo
E della mente.
Uniti, in perenne sintonia
Con la giusta qualità della vita
Degna di essere vissuta
In costante tensione ideale
Per continuare nel futuro
A sognare. | 

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Non ero bello,
Grassoccio e balbuziente,
Tanta fatica a parlar con la gente.
Pure ripetente
Per non intralciare
L’altrui apprendere.
Quanta sofferenza internamente.
Raccolte le forze
Attinte dalla mente
Per sconfiggere
Le ataviche ignoranze
Di chi della Sofferenza adolescenziale
Non ne capisce niente.
La fiducia colta
In un lampo di luce
Che brillava dagli occhi di una bambina
Ha sciolto il nodo del linguaggio.
Libero dall’oppressione
Dell’impuntamento
Sfodero lo scioglilingua
A mio piacimento. | 

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Non trema quella mano
che ha rubato l'innocenza,
non esiste la clemenza
per chi sbava bile verde
e attende trepidante
il momento più propizio
per entrare in azione
e rubare l'emozione.
Non esiste assoluzione
per l'ignobile peccato
che devasta l'innocenza
CASTRAZIONE la sentenza.
La invoco con ragione
per estirpare alla radice
quella brutta perversione.
Mascherato da buon vicino
ecco il volto dell'aguzzino.
Occhio attento e sguardo fisso
Su chi indossa la sottana
esso predica e dispensa
assoluzioni in settimana.
Quando indossa i calzoni
ruba sogni e sorrisi
a quei poveri bambini
che in fiducia e buon umore
vanno a messa
a tutte le ore. | 

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Francesco Rossi nato a Sestri Levante il 24/01/1958 Pensionato.
Terminata la scuola dell'obbligo nel 1974 assunto come operaio in una ditta, nel 1976 assunto in Fincantieri dove per 35 anni ho svolto la mia professione di operaio speciallizato. E' in quei anni che si completa la mia formazione culturale con l'impegno politico e nel movimento sindacale dove ho ricoperto vari incarichi senza mai tralasciare il lavoro manuale attivo che credo ho svolto con passione e profitto. Anni duri, sia per la giovine età che per le problematiche legate al mondo del lavoro in continua trasformazione. Scrivere poesie è oggi il mio passatempo preferito, condiviso con la lettura e le scarpinate sui monti. Cultore del libero pensiero in quanto credo che le sensazioni, le emozioni che ogni persona prova non hanno confini ma, spaziano nella magia della libertà individuale e collettiva. Nessuno ha il diritto a talpare le ali. In questo sito che mi è stato segnalato ho trovato uno dei tanti modi per condividere le emozioni con gli altri autori e, la lettura dei testi è sempre infinita fonte di piacere. Sposato con Rosanna, due figli Valentina e Marco e.........scrivo. Aprire le porte della nostra mente, approfondire le conoscenze e, cercare di capire, interpretare i pensieri e le speranze è sinonimo di conoscenza, sensibilità e passione. |
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