Piango e compongo
perché nel tramezzo della notte
non vi sia un vago presentimento
dovuto al sopravvento
di un profumo incestuoso.
La mano muove e smuove
e l’incolore spia le movenze
alternando il passo
che sempre cautelativo si accosta
per ridare valore
a ciò che ci è stato rubato. | 

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Quel sapor salmastro
che del “saputo”
ne è virtù;
convivio modesto
dirigi il destino
sul “stendino” della vita
annullando distanze confuse
del sale colato. | 

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Quando l’urlo del vento
si fa gemito
il momento dilata il pensiero.
Occasione per meditare.
Opportunità di cogliere.
Circostanza obliqua.
Non è pretesto. | 

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Sulla sponda sinistra
con maldestra vista
il volto guardò
e, nella penombra
una frase era scritta:
al trapasso son giunto
dalla paura rattristato
e, nella corrente mi sono gettato. | 

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Si specchia il ciel della tristezza
nell’amarezza.
Afflitto il cuore.
Invoco l’abisso
veleggio verso l’oscuro.
Il tormento
enuncia l’addio.
Nessuno si affligga
per quanto angosciato
son stato io. | 

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Sferra duro colpo
il cuor ferito
nel fissare il continuo inciampo.
Vacilla la forza
il battito si arresta
all’affronto subito
e, con fioco respiro
pure il polmone si arresta.
Nel silenzio piomba
per non soffrire. | 

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Il pensiero errabondo
sul più alto monte del mondo
scruta il basso.
Tutto si riflette
Buono è il mondo
osservato dall’alto,
pure l’alito è più puro.
Forse è per questo
che pure Dio guardando dall’alto
anela pace? | 

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Con il pensiero
in un mondo irreale,
dove non esiste il male
e, la felicità è reale.
La mente, pervasa
da quella invisibile sorgente
colma l’interiorità di gioiosa fantasticheria,
che fa viaggiare la mente
e, dimenticare per un attimo fuggente
il presente. | 

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Spirito maligno
macigno sulle spalle
che decreta la vita
a suo gradimento.
Le membra si arrendono al sole
la cipria si sparge sull’anima
seccando il sangue
a debita distanza dalla luce
e porta nella tenebra
dove c’è il nulla,
dove non si esiste. | 

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In balia di un silenzio forzato
ridivenuto flebile suono
espulso dal respiro,
un soffio lecito
inebriato nel rovere
dove il fermento
invade le porte aperte
dell’inevitabile mutismo.
Oblio. | 

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Quando il cielo si vela
e, l’ammasso si scioglie
il tutto si palesa
nel grigiore di uno spento giudizio.
Quella luminosità giornaliera
si disperde,
poi tuffandosi nella quotidianità
affonda. | 

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Trainando con lento passo
tutto il disagio
per questo esagitato conflitto,
circoscritto lungo il confine
che invano annullo
e, trattengo desolato
il periodo onesto
fuggito alla mano del mondo. | 

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E’ l’evidenza del camminare
che apre il cuore
di chi non è statico
sia nell’animo che nel pensare.
Deluso dal tramestio opprimente
di chi mai osa superare
il minimo limite;
forse, paura del distacco?
Mi domando pensando
alla felicità del pellegrino
confrontata con la contentezza di chi
per mare e per terra
laicamente compie
il pellegrinaggio quotidiano
consacrato dalle formule geometriche
che circolano per mano divina
nel cosmo.
Logica o illogica
rimane almeno per me
il filamento universale
che unisce il modo spirituale
con quello reale. | 

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Gonfio il lessico razionale,
fasullo, indifferente alle attese
di chi intende irrazionalmente.
Nella certezza della sua sicurezza
deformato appare il concetto
del mutuo cammino.
Sulla pagina stropicciata
del tomo della sapienza
la dote della bocca della verità?
Sì, la verità.
Non il silenzio.
Non il dogma.
La conoscenza è discussione,
è l’incerto
che partorisce il fondamento. | 

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Al destino sorrido.
Sono il padrone
di quello che ho visto.
Godo dell’imprevisto,
non mi arrendo. Lotto.
Quante volte intorno a me
il pericolo del quotidiano.
Lo sfido, lo accompagno per mano
girandoci intorno
giorno dopo giorno. | 

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Francesco Rossi nato a Sestri Levante il 24/01/1958 Pensionato.
Terminata la scuola dell'obbligo nel 1974 assunto come operaio in una ditta, nel 1976 assunto in Fincantieri dove per 35 anni ho svolto la mia professione di operaio speciallizato. E' in quei anni che si completa la mia formazione culturale con l'impegno politico e nel movimento sindacale dove ho ricoperto vari incarichi senza mai tralasciare il lavoro manuale attivo che credo ho svolto con passione e profitto. Anni duri, sia per la giovine età che per le problematiche legate al mondo del lavoro in continua trasformazione. Scrivere poesie è oggi il mio passatempo preferito, condiviso con la lettura e le scarpinate sui monti. Cultore del libero pensiero in quanto credo che le sensazioni, le emozioni che ogni persona prova non hanno confini ma, spaziano nella magia della libertà individuale e collettiva. Nessuno ha il diritto a talpare le ali. In questo sito che mi è stato segnalato ho trovato uno dei tanti modi per condividere le emozioni con gli altri autori e, la lettura dei testi è sempre infinita fonte di piacere. Sposato con Rosanna, due figli Valentina e Marco e.........scrivo. Aprire le porte della nostra mente, approfondire le conoscenze e, cercare di capire, interpretare i pensieri e le speranze è sinonimo di conoscenza, sensibilità e passione. |
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