Profumava di fiori la mia terra,
e, sui monti, il candore delle nevi
illuminava il cielo, coi colori
d’arcobaleno affascinante e puro.
Ed ora, tetra è l’aria fino al cielo,
il garrir di rondini più non s’ode,
e di bimbi non c’è più il gran frastuono
che lieto rendea il mondo degli adulti.
E pur, verranno giorni di sereno,
ritorneranno i fiori sulla terra,
e il candor di neve sugli alti monti
l’alba saluterà di nuovo giorno.
E il sussurro del vento ascolteremo
in mezzo a cespugli appena fioriti,
nel profumo intenso immersi di bosco
ove alfine respireremo Amore. |
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O nonni, i custodi voi siete
degli unici e veri valori,
ai quali con forza credete
poiché hanno del cielo i colori.
E voi che siete già grandi,
per noi tornate bambini,
e giammai ci date comandi
poiché siamo i vostri pulcini.
Con noi giocate e scherzate,
ci tenete sempre per mano,
e proprio mai voi vi arrabbiate,
ché il cuor vostro è solo più umano.
Se facciamo poi i birichini
arriva la vostra carezza,
capendo che siamo piccini,
usate infinita dolcezza.
Grazie, perciò, noi vi diciamo
e mandiam via tutti i malanni,
poi col cuor noi bimbi auguriamo
lunga vita, ed altri cent’anni. |
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È arrivato anche quest’anno
il Natale del Signore,
è arrivato con l’affanno
e con l’ansia in ogni cuore.
E nessun se l’aspettava
l’anno strano bisestile,
che bruciante come lava,
è stato ed è ancora ostile.
Ma Tu, caro Bambinello,
che dal cielo sei venuto,
e sei mite come agnello,
vieni presto in nostro aiuto.
Con Giuseppe e con Maria
e tra il bue e l’asinello,
fai presto una magia,
manda via questo flagello.
Già vediamo la tua Stella
su nel cielo assai lucente,
e il pastor con pecorella
con il cuor arriva ardente.
E son dietro altri pastori,
molto lieti e distanziati,
sono tuoi adoratori,
chiedon d’essere aiutati.
Ci son poi gli operatori,
che son tutti sanitari,
son di tanti i protettori,
di prodigi gli ausiliari.
Ed io vedo sul tuo viso,
o mio caro Bambinello,
un mirabile sorriso
che fa lieto or questo or quello.
Il sorriso sia speranza
e non solo, sia certezza
di lasciare ogni distanza
per dar luogo a una carezza.
Il Natal duemilaventi
lo ricorderemo tutti,
se anche son cessati i venti
e si sono infranti i flutti. |
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È arrivata anche quest’anno
la vecchietta più famosa,
chissà i bimbi che diranno
nel vederla un poco ansiosa.
Lei infatti già l’ha letto
del disagio che si vive,
per quel virus maledetto
con il quale si convive.
Ma reagisce in un baleno,
con la scopa di saggina,
e veloce come alieno,
senza fare l’eroina,
con la mascherina al viso,
con il suo certificato
e uno splendido sorriso,
i regali ha preparato.
Poi i bimbi tutti chiama
col suo tablet in visione,
e con voce da proclama,
doni offre senza eccezione.
C’è regali per ognuno,
di giochini ci son tanti,
di carbone per nessuno,
caramelle a tutti quanti.
Dalla sua finestra ognuno
segue lei con attenzione,
che non sfugga poi qualcuno
sol per mera distrazione.
E a un subito suo "via"
al camino corre ognuno,
e con semplice magia,
ecco i doni... e più di uno.
Ogni bimbo, alfin contento
fa ritorno alla finestra,
ed insieme al dolce vento
cantan tutti come orchestra.
Viva viva la Befana,
sei venuta anche quest’anno,
con la fredda tramontana
e col micidial tiranno.
Ti preghiamo, cara amica,
per molti anni vieni ancora,
manda via ogni fatica
e il nemico alla malora. |
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