Dalla impurità della semioscurità
la bipolarità tritura la mente
e, non è falsa spettatrice dell’angoscia.
Limite estremo dello sguardo,
bordo infingardo
di quello che è stato fatto
o di ciò che si deve terminare. |
|
|
|
Distratto dal soffio del vento
vola in alto il tormento.
L’istante sublima il momento.
Sospeso, fluttuante si erge l’animo
sgravato dal peso opprimente
che sconvolge la mente.
Apparente, il cielo si sveste
dalla coltre che offusca.
Visione ancestrale.
Il sereno parla
un linguaggio figurato
che l’occhio cattura.
Fotogramma dell’umano percepire
sgravato dal lordo
netto appare
senza il soffrire
del tormento esistenziale. |
|
|
|
Attratto da segrete forze
a fissare della notte lo scuro,
solo e disperso nel mare del cielo
su l’orlo dell’animo protendo.
Oscure figure attendono avide
le angosce umane
con cadenza uguale.
L’indulgenza, con smisurate ali
fra terra e cielo traccia il centro.
La morte. |
|
|
|
Creperò e annasperò
nel corso del fiume
che fluisce verso il mare
e, Il predatore a ingozzarsi
della mia polpa si predispone.
O
Quando la figura gonfia galleggia
la verdura del mare
intorno alla carcassa dilaniata
riavvolge il filo spezzato
del momento in cui
è finito il tormento. |
|
|
|
Trastullo vasto
esposto al giorno.
Specchio magico
dell’alone lunare.
Tracce d’infanzie là dove il flutto
lancia lo spruzzo
e, la rena esala righe di luce;
sottovoce parla alla vita vera.
Nella luce del nuovo mattino
celestino e libertino,
tinto pur di alabastro
nel bianco spumeggiare,
invitante, alettante
compagno di viaggio dell’immenso
sei tu, mare. |
|
|
|
Prosegue la vita
tra i sussurri dei bugiardi.
Sul muretto seduti
sentenziano.
Arriva il temporale
e, nelle scure nuvole
fulmini rossi scintillano. |
|
|
|
In sintonia con l’anima e il cuore,
primeggia, divampa,
si accende l’amore.
Una stretta di mano,
un abbraccio fraterno
sancisce il patto con l’universo.
Accogliere l’invito ancestrale,
sognare sul soffice tappeto multicolore
dell’aura universale.
Alito sublime,
fragranza d’amore
sparsa oltre il confine
non conosce dolore.
Avvolti a bianche nubi
volti di angeli,
arazzi tessuti
dalla natura
fissati negli incastri di sensibili cuori
che ossequiosi contemplano.
"Foto esplicativa di Francesco Rossi" |
|
|
|
La sera volteggiando giunge,
la mente a riposar si appresta.
Il tempo non si arresta.
Un ricordo, una attesa
caduta dal cielo
nel mio sognar giunge. |
|
|
|
Ogni passo è l’evidenza dell’oggi.
Il domani può darsi che verrà.
Perché. Mi domando.
Sento questo palpito. Al cuore.
E, il tremito sulle membra mi assale?
Intimamente odo il richiamo dell’animo.
E, il sollievo allontana il sospetto.
Del Forse.
E’ certezza.
Giungerà. Ancora più dolce.
Il domani. Giungerà. |
|
|
|
Osservo ossequioso
La scintillante luce dell’alba.
Con sospiro leggero
Alzo gli occhi al cielo.
Visione celestiale
Rimbalza sulle pupille.
Una distesa lucente
Entra prepotente nella mente.
Scivola sinuosa sulla pelle.
E ardente nelle pieghe dell’anima
Si accende.
Un Rosa pallido si diffonde
Sull’azzurro del mare.
Veste e adorna
D’’infinita dolcezza,
Lieve, Delicata
Come una dolce carezza. |
|
|
|
Miraggi liberi accendono impressioni
colorandosi di tenerezze antiche
e, riverberi dorati.
Affioranti corpuscoli d’istinti.
Sentimenti, cammini ideali.
vissuti sugli altari sacrificali. |
|
|
|
Viaggio in un mondo frantumato.
Tormentato dal desiderio dell’odio.
Non ci sono vie di fuga.
Gemiti da accettare.
Se non gocce di pianto da istigare.
Malcostume irrisolvibile.
L’uomo.
Velo ispessito dalla nebbia. |
|
|
|
Imprudenza passionale,
Gioventù stravagante,
Forma e colore;
All’umano discernimento
Mi affido.
Osservo il movimento
Un moto continuo dell’umanità
E nell’oscurità della notte
Lavora il pensiero.
Torna prepotente
Nella mente
Atto e movenza;
Ribelle somiglianza.
Non volano le ore
Della ristoratrice nottata;
Con gioia e con un sorriso
I salutari errori
Al mio cuor confido. |
|
|
|
Fra gli spigolosi e affioranti scogli
i flutti, impattati si scompigliano
e, in perenne fervore
escono dal rifugio
i sogni.
Voci d’incanto.
Il marinaio con lo sguardo
fissa l’astro che lo guida
e, si rivolge a esso
con rispetto.
Perché al cospetto
dell’azzurro splendore
trovar approdo in mezzo al mar
in acque sicure.
"Le ancore non si gettano
infiorettando nodi". |
|
|
|
Due le qualità che gli elementi hanno:
natura e pensiero
l’una sconfina nell’altra.
Sostanza e vigore
fonti di vita e beltà divina.
Il pensiero assiduamente osa
è membrana del cielo
che spicca il volo.
Chiarore sublime
nel libero pensiero.
Tepore emanato dal sole
per la pianta che germoglia,
devota madre ispiratrice.
Voce incompresa che ama
e, cammina. |
|
|
|
|
Francesco Rossi nato a Sestri Levante il 24/01/1958 Pensionato.
Terminata la scuola dell'obbligo nel 1974 assunto come operaio in una ditta, nel 1976 assunto in Fincantieri dove per 35 anni ho svolto la mia professione di operaio speciallizato. E' in quei anni che si completa la mia formazione culturale con l'impegno politico e nel movimento sindacale dove ho ricoperto vari incarichi senza mai tralasciare il lavoro manuale attivo che credo ho svolto con passione e profitto. Anni duri, sia per la giovine età che per le problematiche legate al mondo del lavoro in continua trasformazione. Scrivere poesie è oggi il mio passatempo preferito, condiviso con la lettura e le scarpinate sui monti. Cultore del libero pensiero in quanto credo che le sensazioni, le emozioni che ogni persona prova non hanno confini ma, spaziano nella magia della libertà individuale e collettiva. Nessuno ha il diritto a talpare le ali. In questo sito che mi è stato segnalato ho trovato uno dei tanti modi per condividere le emozioni con gli altri autori e, la lettura dei testi è sempre infinita fonte di piacere. Sposato con Rosanna, due figli Valentina e Marco e.........scrivo. Aprire le porte della nostra mente, approfondire le conoscenze e, cercare di capire, interpretare i pensieri e le speranze è sinonimo di conoscenza, sensibilità e passione. |
|