Pubblicare poesie

Poesia e non poesia
di giuseppe gianpaolo casarini
Nugae

Le 10 poesie pubblicate nella raccolta

Lira, zampogna, flauto, clarinetto e anche trombone

Riflessioni
Come Picasso nell'arte del pennello
a diverse forme pittoriche ed eccelse
alcune innovative volse il cimento,
diede vita, io non all'arte a più Muse
cara del Parnaso, troppo sarebbe
per un poetastro o scribacchino in versi,
ma a ad una sconosciuta musa contadina
che di poco s'accontenta la penna dedico
i tasti di un computer per tradurre
in versi o in versacci i miei pensieri
le cose che amo e quelle che non amo
i ricordi, insomma un po' della mia vita,
in varie forme ma non so con qual successo.
Idilliache odi per la lira? Più aspri versi
per la zampogna o per il flauto il
sussurrare di care melodie? Scherzosi
carmi carnascialeschi per il clarinetto?
Mi tocca una spalla la musa contadina
mi consola e mi dice: " fossero
pur tutte per il trombone le ho gradite
le hai scritte belle o brutte con il cuore"!
Racconto inserito in una raccolta
Club Scriveregiuseppe gianpaolo casarini 23/07/2011 23:40 1523

Perché indegnamente tento la lira? Per vanità o per altro?

Riflessioni
Quando con la biro in mano o battendo i tasti,
dimentico del Croce e credendomi poeta,
o se assennato inver qual scribacchin di versi,
su vuoti spazi di carte virtuali o vere
i miei pensieri inchiodo, i ricordi, le speranze
del passato tempo, dell’oggi o del futuro,
mi domando spesso: “Perché tormenti
i bianchi o gli elettronici fogli? Perché
li righi, li graffi, a qual pro lo fai, quale perché?
Chi vuoi che legga le tue fantasie, gli attimi,
i sogni i frammenti di una vita solo tua?
E se mai lette chi ti potrà capire o compatire?
Sarà il tuo dolore deriso e forse poi schernito?
Saranno le tue gioie lì impresse come fole viste?
A chi importa sai se tu un tempo amavi Caia
e quella non t’amava, se per la morte di Rufus
il gatto tu piangevi e se nel veder quel giorno
il tal monte di pace e di silenzi ti nutrivi?
Se ieri lei t’amava e or non ti ama più?
Sarebbe allora buttar via la biro più saggio
come pur per sempre non sfiorare i tasti?
Se di poetar smettessi o meglio di versi scribacchiare
di certo non piangerebbe quella musa cara ad Ermes
sia essa Calliope, Euterpe oppur la giovane Talia!
Perché in questo artifizio arduo insisto? Lo spiego,
primo: guai se per vanità scrivessi sì sarebbe triste!
Anche ad un badilante qual io sono e non orafo
di versi accade qualche volta quel momento:
“ Est deus in nobis agitante calescimus illo!”
Se poi nessun leggesse le mie nugae poco male:
quei miei pensieri, quelle illusioni, quei rimpianti
rimarrebbero non smossi e fissi come nati,
lì su quei fogli a man vergati o da lento ticchettio,
quindi negletti e solo a me legati, sì, solo miei!
Così sarebbe anche se taluno lì soli li lasciasse
dopo uno rapido sguardo e alquanto indifferente
ma se agitando quei fogli con un dito o con la mano
qualcuno li strappasse da questi e vi ridesse
o peggio vi sputasse sopra nessun rancore,
per lui vari sentire solo e contrastanti:
lieto per averlo mosso al riso e allo sberleffo
più lieto per una vita, la sua, di certo, bella
vissuta lieve e senza affanni ma triste sarei
pure per lui per quel suo spazio vuoto
di rimpianti, di sussulti e di emozioni.
Ai pochi che un poco in me visti si sono
e conoscono o hanno conosciuto se non
con Caia con Calpurnia o con Sempronia
quei sentimenti strani e opposti dell’amore,
a chi ha capito il pianto per l’amico gatto
ed è gioioso della gioia data dagli spazi
ampi e dai silenzi che nascono dai monti,
un grazie quale sprone a ritentar la lira
quale che sia dei critici il giudizio per cui
un caldo arrivederci una volta riscoccata la scintilla!
Racconto inserito in una raccolta
Club Scriveregiuseppe gianpaolo casarini 23/01/2012 09:58 5 1294

Ritorno alla poesia

Ribellione
Ritorno oggi sui banchi del liceo
dei lirici greci un libro apro
leggo piano lentamente a caso:
Mimnermo elegiaco giambico Ipponatte
la divina Saffo tra i melici monodici
Alcmane e Ibico tra i melici corali.
Da ciascuno di lor così uno o più versi
tolti senza affanno troppo o cura:
“E’, gioventù preziosa, come un sogno

Curva su me vicina al lume Arete

L’acqua fredda risuona tra le rame
Del melo e la radura un’ombra

Dormono i vertici dei monti e i baratri,
le balze e le forre e le creature
della terra bruna

e i pampini,
graniti entro il segreto ombroso
dei tralci, danno fiore.”
Cosa poi dire?

Versi cristallini puri che s’intrecciano
tra loro quasi a comporre un’ode
dolce sublime dal sapore lirico intenso,
oggi versi buttati lì li chiaman poesie
dove il soggetto quando presente
rincorre il predicato dove il verbo
è mancante o sottointeso per non parlare
di concetti che cozzano contro la ragione,
Fosser almen pindarici i loro versi
nessun volo tonfi e ritonfi sottoterra
ripongo in modo piano religioso quasi
questo libro poi posto in evidenza nel cassetto.

Racconto inserito in una raccolta
Club Scriveregiuseppe gianpaolo casarini 30/03/2012 09:22 2 4229

Il sito dei poeti

Satira
Ti ho scritto ricordi amica cara
più volte in questi giorni
con poche ma semplici parole
quelle che un tempo usavano
per melodiche canzoni
del novecento i poeti antichi
alcuni versi miei d'amore.
Niente frasi arabescate
attinte da fatati pozzi
dall'acqua nera come gli occhi
tuoi e da pesci di seta
come i tuoi capelli
fantastiche visioni nate
che mi porti al cuore
quando mi guardi
da nuvole intrecciate
con stelle lassù nel firmamento
come e non so da chi
da gnomi o da folletti
od altro ancora: povera
sai è la mia fantasia
scrivo solo quel che detta
il cuore ed alla mente porta.
Con presunzione poi devi sapere
al sito dei poeti, quelli veri,
che san di metrica e non solo
come rime baciate sonetti
endecasillabi e settenari
dove Gozzano e Giusti
dal discorsivo verso
sarebbero bocciati
le ho mandate e cosa vera e strana
alcune le hanno pure pubblicate.
Devi poi sapere che qui vengono
pesate da letture commenti
bacheche e segnalibri
del valor loro quale grande segno.
Non solo il primo giorno sai
letture zero ma altri e tanti
ancora zero speravo in una
almeno ad altri lasciando
commenti vari e segnalibri.
Cattivi lettori, robaccia insulsa
a te amica cara, all'amore tuo
ho dedicato? No ne sono più che certo
persone care e dall'animo gentile
in silenzio rispettano la privacy
e non vogliono con gli occhi
e tanto meno con le labbra
oppure con la mano di fatto
disturbare il nostro amore.
Racconto inserito in una raccolta
Club Scriveregiuseppe gianpaolo casarini 09/06/2011 23:48 2 1411

Il primo Poeta

Riflessioni
Chi il primo poeta domandi della storia
domanda sciocca lapidaria secca la risposta
il Demiurgo il Signore nostro sommo del creato
di scalpello di pennello col soffio diede vita
ad opera finita l’ammirò e commosso disse... bella.
Racconto inserito in una raccolta
Club Scriveregiuseppe gianpaolo casarini 16/03/2012 19:17 1229

Freddi simulacri

Riflessioni
Tra di me leggo i miei versi d'amore
povere parole freddi simulacri d'odi
saffiche e dei melici monodici, perché
a tanto è giunto l'ardir mio mi domando?
Una una sola la risposta, poco mi parea
dir amata mia amata cara sai che t'amo.
Racconto inserito in una raccolta
Club Scriveregiuseppe gianpaolo casarini 13/04/2012 10:33 1058

Ricordando Ipponatte

Brevi
Cinga d'altri Euterpe il capo
del sacro mirto e dell’alloro
dal corretto ritmo non scazonti
ma zoppicanti sol al mio dir
ditta povera musa contadina.
Racconto inserito in una raccolta
Club Scriveregiuseppe gianpaolo casarini 18/06/2012 18:00 1 1255

Se fossi Dante

Satira
Se fossi Dante non avrei nel poetar
difetto della metrica non schiavo
ma padrone il rigor del verso certo
e lo scorrer suo perfetto non insulse
parole ma per mamma diletta genitrice
mi punge ambascia per dolor mio
al calamo ratto quel fuoco de la mente
ma scribacchin son per cui non rubo
tempo al tempo per agire di cesello
nella ricerca di rime e di lessico forbito
così alla mia povera musa contadina
nell’istante a lei m’affido come quella
detta vo poi significando insulse ai più
immonde righe ma di lor a me non cale
ad altro fonte vadan pure a dissetarsi.
Racconto inserito in una raccolta
Club Scriveregiuseppe gianpaolo casarini 16/06/2012 12:24 1 1243

Solo arse sterpaglie e secchi arbusti

Satira
Non di verbena fior non di viole
profumati prati della musa mia
contadina è l’affannoso cercar
onde il canto elevar del cantar mio
solo arse sterpaglie secchi arbusti
il piede suo lento stanco percorre
a noi così sì piace questo odorar
dal gusto antico intenso e forte
altri Pison cerca altri poi sferza
emulo tu nel cantar aulico tuo
del miel aspro dolce di Venosa
alla ricerca dell’inclito verso.
Racconto in esclusiva
Racconto inserito in una raccolta
Club Scriveregiuseppe gianpaolo casarini 22/06/2012 11:54 1273



giuseppe gianpaolo casarini
Nato a Milano il 25-04-1940
Residente a Binasco (MI)
Pensionato
Dr. in Chimica Industriale
M.Sc. Specialista in Scienza e Tecnica dei Fenomeni di Corrosione

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