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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
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Le 1902 poesie in esclusiva dell'argomento "Satira"
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Sogna chi vuoi con i denti aguzzi
penetra il mare salta per il cielo
cambia te stesso e se vuoi il tuo pelo
ma non celarti in terra con gli struzzi
oppure se capace sei... sferruzzi
la teologia sacrale del vangelo
che incontra Adamo ed Eva sotto
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Nascondo i miei veri colori,
mi vesto di finti splendori,
tra petali, pose e illusioni,
rubo pensieri e opinioni.
Mi lustro il nome ogni mattina,
brillo più d’una vetrina.
Faccio il furbo con stile elegante,
sono geloso, ma par galante.
Ho mille
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Strokka al dente all’italiana
democratica ed unita
dove esci da una frana
e poi entri dall’uscita
dove il tempo si consuma
con la gente che ti fuma
con il ladro che in prigione
non attende la ragione
e il politico per sfizio
non accetta il
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Mi piaciarria affermare che sei rara
che coniughi l’asfalto con le ruote
ma improvvido è quel cielo che non puote
scaldare labbra e cuore con la zara.
Mi sognarria copiare con la fara
le tue parole candide zelote
trovate senza peli tra le gote
di
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Sto bene se stai bene e se stai male
il male lo dividi assieme a me
a me che accendo il cuore mio con te
con te che sei un gran segno in cielo astrale
astrale nell’ardore ed è normale
normale come accade ai tuoi perché
perché noi qui lottiamo
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L’apparente santo, faro abbagliante,
cieca legione lo segue costante,
credendo che la sua luce sia insuperabile.
Con maschera d’ingenuo, volpe elegante,
la greggia credula serba nel suo forziere.
.
Il suo coro fanatico, eco vano,
applaude il vuoto,
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Fantasia mamma mia
sei una candida bugia
e il mio verbo sconsolato
non ancora ti ha incensato.
Vanteria mamma mia
non sei Eva né Maria
e il tuo cielo di smeraldo
dalla mente lo dissaldo.
E gli occhi miei non vedono che il niente
il cielo mai
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Gare controgare tautogrammi
sfide arcisfide corse dell’istante
nel gioco delle parti il dio imperante
a spasso con i tempi e i parnodrammi.
Competizioni giostre a chilogrammi
cimento tra indolenti martellante
e il nodo si attorciglia
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Siam noi che più ci dividiamo...
mai mescoliam acqua nel vino,
indossiam maglia bianca o nera,
distinguiam il bacio dal bacino,
viviam più di notte che la sera.
Ai tuoi occhi, o da vicino,
diam segno di grande atmosfera,
ma esagerando quel
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Domani è un bel bimbetto
al buio con mezza faccia
nell’angolo nascosta
non frigna e non minaccia.
È fatto proprio apposta
e il gioco è il suo diletto.
Domani è un ragazzino
sta giù sotto il portone
e canta a perdifiato
un’ultima canzone.
Mi
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Nella mia vigna i grappoli son grigi
le foglie rosso ferro plasticate
il campo tutto bozzoli e vampate
e il vino verde e ricco di prodigi.
Nel mio orticello alberi di pietra
i frutti color fumo belli grossi
scomparsi sono i nidi e i
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Se sono capra dimmelo sul muso
ché la mia lingua è assai specializzata
e si alimenta solo di insalata
di quelle nelle buste pronta all’uso.
Se frigno e basta te lo faccio al chiuso
dei miei trascorsi vita beneamata
con il dovere a parte la
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Idem et eadem
le trovi messe in mostra in via del pero
imprese da procace condottiero
cercando e ricercando a tavolino
le sconce prolusioni da mercato
con fare disconnesso e burattino
per dare un volto in bianco al suo passato.
Idem et eadem
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StrokkItalia amate sponde
il mio cuore si confonde
tra il passato ed il presente
nel cadermi qualche dente
mentre il sole surrettizio
splende in alto e mai per sfizio
su pei monti e nelle valli
col capriccio dei suoi galli
che cincischiano sul
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Sincera... mente meglio stare zitti
guardarci dentro gli occhi e non parlare
sicuro che il silenzio lo puoi amare
e che tacendo molto mi puoi dare.
Sincera... mente meglio fare il fesso
col verbo coniugato al singolare
col tempo che al passato può
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Non una festa
ma solo un filo rosso
stracciando i passi lenti dell’inverno
che svapora legato alla sua fine
con quella faccia colorata e mesta
che a tratti sale e scende nella testa.
Non una festa
giusto un compromesso
sulle pagine gialle e
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È nato un maschio
non si sa da chi.
Si chiama Alpestre
Gatti Lavio Mongo
Castracane.
È un dolce principino
sorridente
con i papà intorno
quattro in tutto
a contemplar beati
il loro putto.
Quattro papà
ed una mamma esperta
famiglia in
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Sferzante e corrosivo si appalesa
dall’antro suo, giudizi sentenziando;
dei massimi sistemi va trattando,
non c’è assunto che sfugga la sua presa.
Egli lì sta, parlando in solitaria,
spesso turbando i suoi visitatori
che si affacciano al buco,
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Complice il tempo
nero e senza cuore
a lapidare il giorno e le sue ore
in questo dare avere di stagione
che chiede al mio tormento una ragione.
Complice il vento
fresco di giornata
a dare spazio al cielo e alla sua amata
la bianca luna accesa
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Ti vesto con la bocca dei pensieri
e figlio della fredda ingenuità
ti avvolgo con i mille desideri
di seta tutta oro e vanità.
Indosso quella giacca di bontà
tessuta col cotone di un sorriso
un po’ sdrucita... ha una certa età
ma è un mio ricordo
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E c’è una voce sorda al dolce canto
che adora le emozioni illeggiadrire
silente bruma atavica ancestrale
e il verso si distende imbalsamato
dalle parole fresche di bucato
e il tutto si rigira maniacale.
E c’è un orpello maschio degno
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A piedi nudi calco questa terra
col desiderio immenso di violare
tutto il tuo corpo donna mia regina
perché sei uva dolce e cartolina.
A piedi nudi ti possiedo e canto
il vecchio adagio che conosci bene
e lo ripeto con le labbra al vento
giurando
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Ed offri giusto al tempo un’altra storia
per questa vita irriverente e gaia
sospinta dentro i giochi da un destino
che si accatasta pigro e intransitivo
tra l’onde e le tempeste sottintese
tra un cielo di catrame e blande imprese.
E gongoli per
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Nelle tue mani il freddo dell’inverno
il caldo del camino giorno e notte
la voglia di cantare un’altra vita
la tua sentenza a lato custodita.
Nelle tue mani l’agio di un teorema
il gioco esistenziale di un assunto
il solito concerto senza
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C’è un sorcio dietro l’aia della musa
che briga a far la tela notte e giorno
parando contumelie dentro il forno
con zampe peli e corna da medusa.
È un sorcio la cui mamma un po’ confusa
mettendo al mondo questo perdigiorno
si avvale del suo caso e
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 | Nei giardini dell’Eden già v’era una maga
che tutto ciò che appaga ad Adamo dava
ma a Dio quella situazione non garbava
“chissà di quale magia si è avvalsa”, pensava.
Lei innamorata lo supplicava:
"Io vengo da molto lontano
se puoi per favore sii
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Sulle tue labbra frutto di un inganno
il volo che si innalza tentatore
nel sogno diventato pena e danno
io veggio la grettezza del tuo cuore.
Tra queste mani vere amare e forti
la mente non pretende un dio tiranno
per inchiodare a vita i tempi
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E c’è un dolore forte più del vento
che avvolge cuore testa e sentimenti
ma intanto dal tuo mondo non mi senti
mentre l’assillo cerca un paravento.
Con le parole innalzo un monumento
su questa terra amori e tradimenti
signora che rinnova i
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Da un cielo sordo al sole di Teheran
raccatti amaramente quella sorte
che gioca a mani tese con la morte
e l’uomo che continua la raccolta
scorgendo dentro gli occhi la rivolta
si attarda e corre ancora a lacerare
la pelle e il tuo bisogno di
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È il grido inascoltato dell’agrore
di chi si aspetta invano che il cantante
non stecchi e si dimostri confortante
alzando dentro il cielo il suo clamore.
Si copre di catrame mani e faccia
convinta a modo suo di stare bene
col vento con la terra e
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E il cuore ti ripete che ha peccato
acceso dal dolore e posseduto
dal giogo di un suo battito proibito
nascosto dentro il petto in gran segreto
programma di una vita a tanti noto.
E il cuore si impossessa del destino
il giorno trentasette alle
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1902 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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