 | Vita mia, come in un puzzle,
ho composto, smontato
incastrato, costruito,
e ostacoli insormontabili
ho scavalcato.
Sovente il realizzato è stato smantellato
per volontà, fatalità o caso.
Destino avverso,
come i bambini
quando devono imparare,
ho fatto e disfatto,
perso e ritrovato,
trovato e dimenticato.
Ricordi rievocati,
pensieri sopiti
nel profondo,
rielaborati e metabolizzati,
ed infine accettati.
Alcuni ricordi amati,
altri sofferti, e i meno desiderati
più frutti hanno maturati.
Ragion d’esser ci sarà,
valida o ingiusta,
consapevole o casuale,
irragionevole o razionale,
e integrata nella nostra essenza
parte di noi diventa
comunque siamo e
ovunque andiamo. | 


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| Sono quel che sono,
frutto delle mie esperienze,
delle mie origini e vicissitudini.
In questo momento fragile
e vulnerabile ma sempre
pronta a guardare oltre.
E se tu mi conosci ora
non guardarmi come io fossi questa
di adesso e neanche quella di ieri;
pensami come colei che nel domani
si muta e si trasforma, come un qualcosa
in divenire che non ha forma, non ha
sostanza ma soltanto speranza.
Speranza che domani il percorso
sia più spianato e soprattutto
che io ritrovi unicità nel mio
essere, nel mio agire e nel mio pensare. | 
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| Non venire a cercarmi in questo momento di dolore,
potrei non capirti.
Non cercare di capire quello che posso provare,
non per tutti è uguale.
Non pensare che non possa avere lo stesso
cuore di prima, cambia solo lo spessore.
L’anima affoga nella desolazione e ogni cosa
al confronto diviene assurda vanità.
E si arriva a pensare di poter perdere il lume
della ragione e nell’immaginarlo ancor di più
ce ne si duole.
La ragione diventa un labirinto dal quale
sembra inverosimile uscirne ed il cuore
si adopera con tutto se stesso per dare
consolazione ad un’anima travagliata e
ad una mente affaticata.
Si cerca solo conforto prima di poter
elaborare risposte che portino
ad accettare ciò che al momento
ci fa così tanto star male. | 
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| Sensibilità, questo essere quasi
senza difese, con l’animo pronto a dispiacersi
pur di non offendere, a tacere in cuore
amare verità per non ferire le altrui individualità.
Sensibilità che fingendo quel che
il pensiero vorrebbe respingere rende a volte
l’agire un semplice rifuggire.
Sensibilità, duello nella trama della vita
in cui il materialismo e l’edonismo
indossano le vesti dell’egoismo.
Sensibilità, rarità che illumina con la
sua chiarità il percorso di chi la riconoscerà
facendo emergere dalle sue immense profondità
i frutti preziosi della sua fecondità. | 
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| Di pallore si tinge il volto quando
nei meandri della mente riaffiora
un antico dolore creduto sopito
in fondo al cuore.
Torna il pensiero all’ombra
dei giorni cupi quando l’anima sopraffatta
da penanti e vivide allucinazioni quasi
periva.
Tragiche trame intessute addosso
come in un paradosso in cui come
spettatore assente si insegue la mente
vagante.
La ricerca di un pensiero fulgido e scevro
da sofferte e intrigate apparenze
fa andare oltre l’ora e il per sempre. | 

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| Il sonno della sera è accolto da me
come una chimera, un piacere profondo che
mi allontana dal mondo e che per un istante,
per un momento, mi toglie quel tormento che
durante il giorno mi è stato accanto ed il cui senso,
se ben ci penso, è l’ansia di vivere.
Ansia di vivere,
ansia di essere,
ansia di avere,
ansia di dire,
ansia di dare,
ansia di volere,
ansia di non poter
mai più esprimere
con le mie parole e con i miei gesti,
l’amore che sento di voler comunicare.
Ansia che tutto questo mi sia precluso, un giorno,
forse il più lontano possibile,
l’ultimo di questa mia vita,
l’ultimo tiro della partita ed
il primo passo verso l’abisso,
il primo giorno verso l’eterno. | 
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 | Avrei potuto
essere quella che non sono,
se solo avessi lasciato in un angolo
remoto del giardino della memoria
questa mia sensibilità,
che mi logora e mi consuma
nei giorni vuoti di carezze che non mi sfiorano,
di baci che non assaporo,
e di abbracci che non stringo.
Avrei potuto sentirmi appagata,
estasiata, risollevata,
dopo interminabili giorni
forieri di solitudine
e assordante assenza
insieme a te rinata,
come un bocciolo
in fiore saziato
dal dolce nettare
del tuo amore.
Se solo ti avessi incontrato,
ti avrei riconosciuto,
perché ti stavo aspettando,
non so dove, come, quando,
ma sento che ci stiamo cercando. | 

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