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Questa è un racconto erotico: se può turbare la tua sensibilita o se non hai più di 18 anni dovresti evitare di leggerlo.

Dialoghi d'amore

Erotismo e per adulti

Si diffonde per tutta la scuola il vibrante suono del campanello.

Finalmente sono finite le lezioni.

La scolaresca, come un torrente in piena, esce dalle aule, si riversa nei corridoi, sfocia nella strada.

Il vocio, le risate, le grida, risuonano come un atto di liberazione, finalmente è finita la tortura di ore ed ore immobili dentro la gabbia a reprimere la propria vitalità.

In attesa della corriera che li riporti a casa, ragazzi e ragazze, quasi per automatismo, si scindono fra loro.

“Venite voi stasera da Michele a veder la partita” dice Lucio agli altri, tutti si dicono d'accordo, solo Enrico nicchia “no!...io sto a casa, sono d'accordo di guardarla con mio padre...”

Dall'altro lato Manuela, rivolta alle sue amiche “chi è che stasera viene con me in quel negozio che ho visto un vestitino che è una favola e me lo voglio prendere per la festa di domenica?...”

I due gruppetti, pur continuando nei loro consueti discorsi, con finta indifferenza, si adocchiano l'un l'altro...dentro ogni gruppo si lanciano, come rapide frecce, osservazioni e giudizi sull'altro e ben attenti a non farsi capire...

La corriera accosta e i primi salgono in modo un po' agitato e scomposto, poi salgono gli altri, più calmi ed educati...

Gianna va a sedersi al suo solito posto, oggi è sola, Eugenia, che ogni giorno le si siede vicino, oggi non c'è, oggi è rimasta a casa...

Enrico si guarda intorno, non sa dove sedersi, i posti sono quasi tutti occupati, vede quel posto libero e per qualche attimo non sa decidersi, da un lato lo desidera, ma dall'altro è intimidito, Gianna la conosce poco più che di vista, con lei non gli è capitato di scambiare che qualche parola di circostanza...ma alla fine si decide, se non vuol starsene in piedi, facendo anche un po' la figura dell'imbranato, non ha molte alternative...infine, un po' impacciato, si accomoda nel posto a fianco di Gianna, senza mancare, con modo gentile, di chiederne il permesso “posso?...”...

Lei, con un sorriso formale, gli fa cenno di si e si scosta un po', ma non sembra molto propensa a familiarizzare e con finto interesse prende a girar le pagine di un libro...

si consuma così, quasi in silenzio, il loro breve viaggio, si capisce che Enrico si sente anche un po' bloccato, che vorrebbe aprire una conversazione qualsiasi, ma che gli mancano le parole e che non si sente per niente aiutato dall'apparente freddezza di lei...

Ma quando scendono dalla corriera si salutano e, quasi stupito per questo, Enrico sente della simpatia nel sorriso di lei e allora, quasi in modo automatico, si inventa un pretesto perchè non si spezzi quel legame casuale che si è creato fra di loro e le chiede se per caso ha un certo libro e, alla sua risposta affermativa, restano intesi che lo porterà il giorno dopo...senza in fondo nessuna reale ragione Enrico si sente felice...

Gianna è una bella ragazza e sa di esserlo, capelli biondi, lunghi e lisci, quando cammina per strada appare decisa e sicura di sé, guarda dritto avanti a sé, senza degnarsi di ricambiare gli altrui sguardi, anche se non si guarda intorno si sa osservata, e da questo sembrerebbe quasi infastidita, ma se non lo fosse lo sarebbe forse di più, è come se lo sentisse un suo diritto..ma ormai dà per scontato di essere ammirata da tutti e non sente più il bisogno di verificarlo...

oltre che per la sua bellezza è di certo ammirata anche perchè è figlia dell'avvocato più stimato della prospera cittadina, non lo sarebbe certo uguale se fosse la figlia di un pinco pallino qualsiasi...vive in una delle più belle case della cittadina, una bella villa che spicca sopra la collina, circondata di un bel parco e servita di piscina...ma non potrebbe essere diversamente essendo suo padre il più stimato avvocato della prospera cittadina...

Ma la condizione di Enrico non è tanto diversa, anche lui è considerato un bel ragazzo, ha un bel fisico asciutto ma insieme robusto, eccelle in tanti sport, tennis, nuoto, scherma, assecondando in questo il desiderio dei suoi genitori, che, non si sa perchè, avevano preferito indirizzarlo verso questi sport, a loro avviso meno dozzinali, e fin da piccolo era stato sballottato a questo scopo da un corso all'altro...

aveva un viso carino, anche se forse un po' troppo da bravo ragazzo, da ragazzo ben educato e che si vedeva come avesse ben introiettato la parte che gli era stata assegnata, proprio una di quelle facce da bravo ragazzo che davano però insieme un senso di ottusità...certi suoi modi lasciavano però ancora intravvedere le insicurezze della sua età, ma era anche abbastanza evidente che la sua maturazione si stava compiendo e che presto sarebbe diventato un uomo perfetto per il suo mondo...

Anche il padre di Enrico non se la passa male, è il commercialista più in voga della prospera cittadina, ed al suo studio ben avviato si rivolgono gran parte delle imprese locali...

Era partito da zero, e la sua fortuna era iniziata quando, semplice impiegato del vecchio dazio, aveva avuto l'intuizione dei grandi cambiamenti che stavano avvenendo e si era messo in proprio.

Anche lui, e com'era stato in fondo anche per l'avvocato, il padre di Gianna, si era arricchito ed aveva aumentato la sua importanza, quanto più crescevano le complicazioni e veniva angariata la vita delle persone che producevano qualcosa di utile o necessario, e quanto più per queste la vita si faceva difficoltosa, faticosa e insopportabile, tanto più per loro aumentavano i profitti e si espandevano...

capitava loro molto spesso di trovarsi con dei loro clienti a maledire insieme questo odioso sistema, assurdo e cervellotico, ma, mentre dicevano queste cose, in cuor loro si rallegravano delle ulteriori complicazioni che stavano per arrivare e che ancor più avrebbero aumentato le loro competenze ed arricchimenti e, mentre le loro industrie del nulla continuavano a prosperare, le altre, quelle vere, spremute come limoni, rinsecchivano e morivano...ma naturalmente ormai si era arrivati al limite e, quando l'animale parassita ha risucchiato tutta la linfa della sua pianta, insieme con la pianta finisce per morire anche l'animale...

Anche Enrico, col padre, vive in una delle più belle case della cittadina, una vecchia casa ma notevole e pregiata, che era proprio nel centro della cittadina, una casa che il padre, nella sua rapida ascesa, aveva rilevato dal fallimento di un nobilotto dei tempi andati, cosa che in fondo confermava la nota teoria “la vita è fatta a scale e c'è chi scende e c'è chi sale”...il padre, quando aveva comprato quella sorta di palazzo, si era sentito come se attraverso quel possesso si fosse impadronito anche della mezza nobiltà di chi là l'aveva preceduto...

viste le ascendenze sociali qualsiasi osservatore esterno non avrebbe trovato nulla da ridire su un'eventuale amicizia fra Gianna ed Enrico e neppure se fosse stato anche più che semplice amicizia.

Il posto a fianco di Gianna è libero, fra amiche ci si intende, e, quasi a fermare il posto, ci sta sopra il libro che ha portato per Enrico...

quando lui sale in corriera, non ha più esitazioni e, non celando un interiore piacere, le si siede vicino.

Si sorridono e questa volta, in quel reciproco sorriso, sembra esprimersi una loro grande voglia di simpatia.

E' una simpatia che esplode improvvisa, che sembrerebbe, come si dice, un colpo di fulmine, come una sorta di miracolo, che nessuno saprebbe spiegare e neppur tenta di farlo, che ha di colpo sciolto tutti i loro schemi difensivi e li ha resi aperti all'interazione più piena e sincera...

sembrerebbe così, così lo vorrebbe una nobilitazione irrazionale del sentimento, che, per non far morire la nobiltà, ama definire irrazionali ed inspiegabili quei moti dell'animo, per sfuggire il timore di dissacrazione che potrebbe provenire da qualsiasi spiegazione...

ma in realtà, alimentandosi da tutto il bagaglio delle loro vite, sono scaturiti velocissimi nei loro cervelloni mille ragionamenti, processi di una rapidità imperscrutabile, ma che si può invece benissimo scrutare, tutto appena incosciente, appena oltre l'esile confine che lo separa dal cosciente...

mille ragionamenti, o, più giustamente, riflessi automatici di aspettative indotte, che velocemente hanno pesato tutto e fatto i loro conti...

Ma essi stessi non lo sanno e se anche ne hanno qualche barlume di sapienza soffocandosi la soffocano...

I loro calcolatori cerebrali in pochi attimi hanno elaborato tutto e scaricano i loro dati e la loro sentenza di misurazione della congruità...

Se qualcuno facesse loro queste osservazioni reagirebbero indignati “non siamo calcolatori, il nostro è solo sentimento...puro e sincero sentimento...”

In effetti la loro coscienza, pur sapendo tutto, ignora tutto, ma, tutto quello che fra loro avviene, non avverrebbe senza quell'incosciente ragionare...

Questo è il fluire dei pensieri di Enrico, dei pensieri che ignora, nei rapidissimi attimi in cui ha deciso di sentirsi “fulminato” da lei...

“Cazzo, è proprio una bella figa...ci sarà gusto a farsi vedere con lei, specie dagli amici...immagino già le loro facce e la loro invidia al pensiero che “a me la dà” e loro “guardare ma non toccare”...è proprio bella e non potrò che sentirmi fiero di me stesso andando in giro con lei...quante volte, quando sapevano che ero uscito con una ragazza, la prima cosa che mi chiedevano era “e com'è?...è bella?...” vedendomi con lei non dovranno chiedermi nulla, lo vedranno da soli...ed è anche figlia dell'avvocato, cazzo...bella e figlia dell'avvocato, che cazzo si può voler di più dalla vita?...e poi è istruita, ha frequentato una delle scuole più esclusive e sempre con successo e si vede che è decisa e sa quello che vuole e diventerà certo anche lei un buon avvocato come il padre, ha lo studio già pronto e avviato che la sta aspettando e chissà...sarebbe davvero fantastico se poi i nostri due studi si associassero, pensa che servizio per i nostri clienti, lo studio fiscale associato alla difesa legale...che meraviglia!...e di certo mio padre ne sarebbe supercontento, non lo direbbe, ne sono sicuro, direbbe anzi che quella non è la cosa più importante, che più importante è che sia la ragazza giusta per te (ma chissà poi cosa vuol dire giusta per me?...)...non lo direbbe ma sarebbe arcicontento...ed anche mia madre son certo lo sarebbe, già me la immagino andare a far spese (oh Dio mi spaventa un po' quello che spenderanno ogni volta...) con la sua nuora, cioè con la figlia dell'avvocato, piena di orgoglio e piena di confidenza con lei, esagerando anche in confidenza, perchè tutti possano vedere quanto lei sia una suocera diversa, certo che me lo immagino...io e lei saremmo proprio una bella famiglia...certo che col caratterino che ha dovrò rigare dritto, addio libertà, ma d'altronde la responsabilità di una famiglia richiede anche questo e una donna così val bene qualche sacrificio...”

Così, in pochi attimi, Enrico, e senza saperlo, aveva fatto tutti questi ragionamenti, arrivando all'inconsapevole decisione che quella era la donna giusta per lui...

Contemporaneamente anche Gianna aveva elaborato, in pochi attimi, tutti i suoi inconsapevoli ragionamenti...

“Però...non è un brutto ragazzo...si sa vestire e ha un bel portamento...si forse ha un'aria un po' troppo professionale e regolata...ma è meglio così, sono questi i tipi più affidabili, che poi san farsi una posizione...ma per avermi mi dovrà meritare, dovrà sudare sette camice per conquistarmi...e la sua è una buona famiglia, certo sono un po' degli ultimi arrivati, di certo mio padre storcerà un po' il naso e mia madre farà quel suo solito sorrisino sprezzante, che, anche senza dir niente, è più loquace di mille parole...ma è una buona famiglia e, almeno si dice, stan facendo soldi a palate e al giorno d'oggi cosa conta l'essere gli ultimi arrivati o vecchie glorie...ormai contano solo i soldi e con i soldi si compra tutto, anche la “nobiltà”...e con lui farò certo la signora, lo saprò io ben tenere a bada, e se sgarra saprà quello che lo aspetta...perchè no?...potrebbe essere proprio lui l'uomo giusto per me...”...

Ed era stato così, dopo questi rapidissimi, inconsapevoli, ragionamenti, che i loro occhi si erano incontrati con un eloquente sorriso di simpatia...

Ma guai se qualcuno avesse osato alludere a qualcosa del genere, come si sarebbero offesi...in tutti gli anni a venire, rispondendo a quanti chiedevano loro come fosse successo, avrebbero sempre ripetuto la stessa storia, di un colpo di fulmine, di una freccia partita all'improvviso dall'arco di Eros e che anche adesso non sapevano spiegarsi del perchè fosse successo, ma che in fondo non c'erano spiegazioni da cercare, se non l'inspiegabile mistero dell'amore...

Ma in fondo quelle loro risposte erano sincere, perchè, oltre quell'esilissima superficie della sincerità di comodo, non avevano mai voluto scavare...

Adesso Enrico e Gianna ogni giorno in corriera si siedono vicini e basta poco perchè quel primo timido fluire di simpatia si trasformi in confidenza e non passa molto tempo perchè decidano di frequentarsi non più solo come occasionali amici...

Una domenica mattina partono insieme diretti al mare...vanno con la golf nuova fiammante che Enrico ha appena ricevuto in dono dal padre, a Gianna non piace molto la sua guida, un po' troppo aggressiva e che lei sente anche pericolosa, ma lui non sembra riesca a trattenersi, sembrerebbe quasi che nelle istruzioni d'uso di quel suo piccolo bolide stesse scritto “si consiglia di accelerare sempre, di tallonare chi sta davanti ed essere sempre pronti a sorpassarlo senza pietà...”

In quella tranquilla giornata di mare, fra spiaggia, ristorante e lunghe passeggiate, parlano a lungo, di loro stessi, delle loro emozioni e dei loro progetti...

“Mi sei piaciuta subito...appena ti ho vista...”

(Oh Dio!...Sei una bella ragazza, mi saresti piaciuta subito comunque, chiunque tu fossi...)

“Anche tu mi sei piaciuto subito, non appena ho incrociato il tuo sguardo e ti ho visto un po' timido e impacciato e che volevi avvicinarmi ma non ne trovavi il coraggio...”

(ad essere proprio sincera...là, fermo come uno stoccafisso, mi sembravi un po' cretino..e la mia prima reazione era stata indifferente, ma...appena ho capito chi eri, qualcosa si è mosso dentro di me...)

“Sto facendo pratica nello studio di mio padre, lui non vede l'ora che abbia la laurea in economia per lasciarmi il suo posto...mi dice sempre che è stanco di lavorare e che desidera stare un po' in pace...e lo studio va così bene che sarebbe davvero un peccato non mandarlo avanti...”

(......)

“Anche mio padre dice che aspetta la mia laurea e che dopo lo accompagni nelle sue cause in tribunale e che se mi piacerà un giorno potrò prendere il suo posto...l'idea mi piace...ma mi piacciono anche altre cose e non sono ancora certa di voler dare tutta la mia vita a quel lavoro...”

(......)

“ti andrebbe la prossima domenica di andare con Andrea, il figlio del dottore, nella sua casa in montagna?... mi ha invitato ieri...ci sarà anche Sandra la sua ragazza, o diciamo pure fidanzata...lei è molto simpatica e son certo che diventerete amiche...”

(Forse è la volta che quel borioso di Andrea abbasserà un po' le ali, che la smetterà di raccontare le sue avventure con Sandra con quel suo tono superiore....)

“Mi dispiace proprio ma ero già in parola di far visita a mia cugina...se vuoi potresti venire con me a casa sua...ma temo che ti annoierai, è tanto che non ci vediamo e so già che staremo ore a far pettegolezzi...”

(...Non ho nessuna cugina a cui far visita...ma se pensi di portarmi dove vuoi tu ti sbagli di grosso...e poi non so in cosa trovi simpatica quella smorfiosa di Sandra, che sa solo ridere senza motivo...certo per Andrea ci avrei anche fatto un pensierino e se non fosse stato già impegnato avrei potuto pensarlo anche giusto per me...e forse potrebbe essere giusto lo stesso, non fosse altro che per fare un dispetto a quell'oca di Sandra...ma non credere di avermi senza fatica, prima mi dovrai corteggiare per un bel po'...dovrai dimostrar bene a tutta la mia società quanto tieni a me...)

“La tua famiglia sa che ci frequentiamo?...e cosa ne pensano?...”

(Mi par giusto chiedertelo...ma non vedo perchè non dovrebbero esserne contenti...)

“Si ne ho parlato...e hanno accolto la cosa con piacere...anche se hanno aggiunto che il loro parere non conta...che una scelta così importante è solo mia...che qualunque fosse la mia scelta loro la accoglierebbero con gioia...”

(Si...mi hanno detto proprio così...ma non è che proprio mi sembrassero pazzi di gioia...mi sembravano un po' delusi, come se da me si fossero aspettati di meglio...e, a dirla tutta, da qualche commentino non si sono trattenuti, specie mia madre, detti così tanto per dire, eh!...Che certo è gente che sta bene...ma che le buone maniere, e la classe...lei ama dire la classe...non si comprano...ma così solo per dir qualcosa, qualcosa bisogna pur dirla...perchè poi alla fine le mie scelte son le mie...)

E' ormai notte e sono ancora lì, hanno passeggiato a lungo per le affollate strade del lungomare, intanto le loro mani, superando iniziali esitazioni, si sono stabilmente strette...si ritrovano, quando ormai non c'è quasi più segno di vita, e tutto appare deserto, distesi su due sdraia davanti al mare e l'unico rumore sono le onde che con la loro musica, monotona ma profonda, li trasporta in un'altra dimensione, dove sembra azzerarsi il tempo...

Enrico, dapprima più incerto e via via sempre più impetuoso, la accarezza e sente aumentare il desiderio di lei, ma sente come se il suo slancio non fosse accolto da lei con la stessa intensità, ma sempre frenato...si baciano, ma in quel loro bacio non sentono mai svanire un persistente senso di estraneità, si spogliano...ma senza mai completamente spogliarsi...nelle loro due diverse volontà di possedere c'è sempre qualcosa che resiste...ed anche in quei rapidi attimi, in cui Enrico vive gli ultimi ed animali sussulti di piacere, sente qualcosa di inespresso o di non raggiunto...di forse irraggiungibile...

La loro storia continua e si vedono sempre più spesso e fanno coppia fissa e la loro relazione è adesso nota a tutti...è ormai diventato per loro normale farsi visita in casa e dialogare con le rispettive famiglie e normale anche partecipare ai tanti incontri che la loro società continuamente organizza...tutti li osservano con soddisfazione e coralmente sembrano lieti di quella loro relazione...ed in queste occasioni non mancano mai quelle persone un po' più esuberanti che li assediano con le classiche domande “a quando i confetti?...e dove andate ad abitare?...e sarà contento tuo padre?!... E sarà contenta tua madre!?...e quando li farete diventar nonni?...”

Loro rispondono sempre con gentilezza e con uno splendido sorriso, pieni del loro orgoglio di coppia...

anche se a volte sembrano stanchi di sentir le stesse domande e di dover dare le stesse risposte e si sentono assalire da un impulso di mandare tutti a quel paese “ma perchè non pensate ai fatti vostri!?...ma così non si fa...e la recita continua senza cambiar note...

Sentono con tale forza la pressione di quella loro società che hanno quasi l'impressione che quel loro percorso non si possa più interrompere, quasi che la sola idea di poter deludere le esterne aspettative risuonasse tale a un sacrilegio...così, anche se con qualche residua esitazione, non stanno molto a decidersi al grande passo e a progettare il loro matrimonio...

Naturalmente non si fanno mancar nulla, le loro famiglie e loro stessi profondono il massimo degli sforzi perchè quel loro matrimonio sia ricordato, nella memoria cittadina, come il matrimonio del secolo...

La lista degli invitati si fa ogni giorno più lunga, non manca nessuna di tutte le persone considerate utili e importanti della cittadina, e quei pochi che, pur sentendosi importanti, ne sono esclusi, cominciano a dubitare della loro importanza...e quindi di sè stessi...

La chiesa, parata a festa e senza badare a spese, è tutta a disposizione per la sontuosa cerimonia e lo stesso avviene per una villa antica, dai vasti ed affrescati saloni e circondata di un parco che pare senza fine ed anche questa è a piena disposizione per il pranzo di nozze...ed una carrozza, trainata da quattro cavalli bianchi, accompagnerà gli sposi nei loro spostamenti..ed ovunque animatori e musicanti di prestigio intratteranno gli ospiti...non si bada a spese e tutto è organizzato per stupire...

anche se col costo di tutto quell'apparato si sarebbe potuto nutrire per anni ed anni un'intera regione affamata dell'Africa nera, nonostante questo è organizzata una lotteria il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza per curare i bambini del Brasile malati di trichielite...

Gli sposi si affannano senza sosta, girando fra le tavolate, per farsi ammirare e scambiare qualche parola con gli invitati, si sentono ovungue parole di ammirazione per loro “...guarda che bella coppia, si vede proprio che sono innamorati...la sposa poi è meravigliosa e sembra un angelo nel suo abito bianco...”

Finalmente, quando la grande festa si scioglie e gli sposi, stremati, possono andare a riposarsi, le loro famiglie fanno il bilancio di quella giornata e la loro soddisfazione è completa “è stato proprio un matrimonio perfetto...un matrimonio così bello non s'è mai visto prima qui da noi...!” si ripetono fra loro...

Quello che è successo dopo non ha molta importanza, con quel matrimonio entrambi avevano equilibrato le loro vite e quel comodo appoggio sarebbe stato il miglior trampolino di lancio per le loro singolari ambizioni...

Si diffonde per tutta la scuola il vibrante suono del campanello.

Finalmente sono finite le lezioni.

La scolaresca, come un torrente in piena, esce dalle aule, si riversa nei corridoi, sfocia nella strada.

Il vocio, le risate, le grida, risuonano come un atto di liberazione, finalmente è finita la tortura di ore ed ore immobili dentro la gabbia a reprimere la propria vitalità.

In attesa della corriera che li riporti a casa, ragazzi e ragazze, quasi per automatismo, si scindono fra loro.

“Venite voi stasera da Michele a veder la partita” dice Lucio agli altri, tutti si dicono d'accordo, solo Enrico nicchia “no!...io sto a casa, sono d'accordo di guardarla con mio padre...”

Dall'altro lato Manuela, rivolta alle sue amiche “chi è che stasera viene con me in quel negozio che ho visto un vestitino che è una favola e me lo voglio prendere per la festa di domenica?...”

I due gruppetti, pur continuando nei loro consueti discorsi, con finta indifferenza, si adocchiano l'un l'altro...dentro ogni gruppo si lanciano, come rapide frecce, osservazioni e giudizi sull'altro e ben attenti a non farsi capire...

La corriera accosta e i primi salgono in modo un po' agitato e scomposto, poi salgono gli altri, più calmi ed educati...

Gianna va a sedersi al suo solito posto, oggi è sola, Eugenia, che ogni giorno le si siede vicino, oggi non c'è, oggi è rimasta a casa...

Enrico si guarda intorno, non sa dove sedersi, i posti sono quasi tutti occupati, vede quel posto libero e per qualche attimo non sa decidersi, da un lato lo desidera, ma dall'altro è intimidito, Gianna la conosce poco più che di vista, con lei non gli è capitato di scambiare che qualche parola di circostanza...ma alla fine si decide, se non vuol starsene in piedi, facendo anche un po' la figura dell'imbranato, non ha molte alternative...infine, un po' impacciato, si accomoda nel posto a fianco di Gianna, senza mancare, con modo gentile, di chiederne il permesso “posso?...”...

Lei, con un sorriso formale, gli fa cenno di si e si scosta un po', ma non sembra molto propensa a familiarizzare e con finto interesse prende a girar le pagine di un libro...

si consuma così, quasi in silenzio, il loro breve viaggio, si capisce che Enrico si sente anche un po' bloccato, che vorrebbe aprire una conversazione qualsiasi, ma che gli mancano le parole e che non si sente per niente aiutato dall'apparente freddezza di lei...

Ma quando scendono dalla corriera si salutano e, quasi stupito per questo, Enrico sente della simpatia nel sorriso di lei e allora, quasi in modo automatico, si inventa un pretesto perchè non si spezzi quel legame casuale che si è creato fra di loro e le chiede se per caso ha un certo libro e, alla sua risposta affermativa, restano intesi che lo porterà il giorno dopo...senza in fondo nessuna reale ragione Enrico si sente felice...

Gianna è una bella ragazza e sa di esserlo, capelli biondi, lunghi e lisci, quando cammina per strada appare decisa e sicura di sé, guarda dritto avanti a sé, senza degnarsi di ricambiare gli altrui sguardi, anche se non si guarda intorno si sa osservata, e da questo sembrerebbe quasi infastidita, ma se non lo fosse lo sarebbe forse di più, è come se lo sentisse un suo diritto..ma ormai dà per scontato di essere ammirata da tutti e non sente più il bisogno di verificarlo...

oltre che per la sua bellezza è di certo ammirata anche perchè è figlia dell'avvocato più stimato della prospera cittadina, non lo sarebbe certo uguale se fosse la figlia di un pinco pallino qualsiasi...vive in una delle più belle case della cittadina, una bella villa che spicca sopra la collina, circondata di un bel parco e servita di piscina...ma non potrebbe essere diversamente essendo suo padre il più stimato avvocato della prospera cittadina...

Ma la condizione di Enrico non è tanto diversa, anche lui è considerato un bel ragazzo, ha un bel fisico asciutto ma insieme robusto, eccelle in tanti sport, tennis, nuoto, scherma, assecondando in questo il desiderio dei suoi genitori, che, non si sa perchè, avevano preferito indirizzarlo verso questi sport, a loro avviso meno dozzinali, e fin da piccolo era stato sballottato a questo scopo da un corso all'altro...

aveva un viso carino, anche se forse un po' troppo da bravo ragazzo, da ragazzo ben educato e che si vedeva come avesse ben introiettato la parte che gli era stata assegnata, proprio una di quelle facce da bravo ragazzo che davano però insieme un senso di ottusità...certi suoi modi lasciavano però ancora intravvedere le insicurezze della sua età, ma era anche abbastanza evidente che la sua maturazione si stava compiendo e che presto sarebbe diventato un uomo perfetto per il suo mondo...

Anche il padre di Enrico non se la passa male, è il commercialista più in voga della prospera cittadina, ed al suo studio ben avviato si rivolgono gran parte delle imprese locali...

Era partito da zero, e la sua fortuna era iniziata quando, semplice impiegato del vecchio dazio, aveva avuto l'intuizione dei grandi cambiamenti che stavano avvenendo e si era messo in proprio.

Anche lui, e com'era stato in fondo anche per l'avvocato, il padre di Gianna, si era arricchito ed aveva aumentato la sua importanza, quanto più crescevano le complicazioni e veniva angariata la vita delle persone che producevano qualcosa di utile o necessario, e quanto più per queste la vita si faceva difficoltosa, faticosa e insopportabile, tanto più per loro aumentavano i profitti e si espandevano...

capitava loro molto spesso di trovarsi con dei loro clienti a maledire insieme questo odioso sistema, assurdo e cervellotico, ma, mentre dicevano queste cose, in cuor loro si rallegravano delle ulteriori complicazioni che stavano per arrivare e che ancor più avrebbero aumentato le loro competenze ed arricchimenti e, mentre le loro industrie del nulla continuavano a prosperare, le altre, quelle vere, spremute come limoni, rinsecchivano e morivano...ma naturalmente ormai si era arrivati al limite e, quando l'animale parassita ha risucchiato tutta la linfa della sua pianta, insieme con la pianta finisce per morire anche l'animale...

Anche Enrico, col padre, vive in una delle più belle case della cittadina, una vecchia casa ma notevole e pregiata, che era proprio nel centro della cittadina, una casa che il padre, nella sua rapida ascesa, aveva rilevato dal fallimento di un nobilotto dei tempi andati, cosa che in fondo confermava la nota teoria “la vita è fatta a scale e c'è chi scende e c'è chi sale”...il padre, quando aveva comprato quella sorta di palazzo, si era sentito come se attraverso quel possesso si fosse impadronito anche della mezza nobiltà di chi là l'aveva preceduto...

viste le ascendenze sociali qualsiasi osservatore esterno non avrebbe trovato nulla da ridire su un'eventuale amicizia fra Gianna ed Enrico e neppure se fosse stato anche più che semplice amicizia.

Il posto a fianco di Gianna è libero, fra amiche ci si intende, e, quasi a fermare il posto, ci sta sopra il libro che ha portato per Enrico...

quando lui sale in corriera, non ha più esitazioni e, non celando un interiore piacere, le si siede vicino.

Si sorridono e questa volta, in quel reciproco sorriso, sembra esprimersi una loro grande voglia di simpatia.

E' una simpatia che esplode improvvisa, che sembrerebbe, come si dice, un colpo di fulmine, come una sorta di miracolo, che nessuno saprebbe spiegare e neppur tenta di farlo, che ha di colpo sciolto tutti i loro schemi difensivi e li ha resi aperti all'interazione più piena e sincera...

sembrerebbe così, così lo vorrebbe una nobilitazione irrazionale del sentimento, che, per non far morire la nobiltà, ama definire irrazionali ed inspiegabili quei moti dell'animo, per sfuggire il timore di dissacrazione che potrebbe provenire da qualsiasi spiegazione...

ma in realtà, alimentandosi da tutto il bagaglio delle loro vite, sono scaturiti velocissimi nei loro cervelloni mille ragionamenti, processi di una rapidità imperscrutabile, ma che si può invece benissimo scrutare, tutto appena incosciente, appena oltre l'esile confine che lo separa dal cosciente...

mille ragionamenti, o, più giustamente, riflessi automatici di aspettative indotte, che velocemente hanno pesato tutto e fatto i loro conti...

Ma essi stessi non lo sanno e se anche ne hanno qualche barlume di sapienza soffocandosi la soffocano...

I loro calcolatori cerebrali in pochi attimi hanno elaborato tutto e scaricano i loro dati e la loro sentenza di misurazione della congruità...

Se qualcuno facesse loro queste osservazioni reagirebbero indignati “non siamo calcolatori, il nostro è solo sentimento...puro e sincero sentimento...”

In effetti la loro coscienza, pur sapendo tutto, ignora tutto, ma, tutto quello che fra loro avviene, non avverrebbe senza quell'incosciente ragionare...

Questo è il fluire dei pensieri di Enrico, dei pensieri che ignora, nei rapidissimi attimi in cui ha deciso di sentirsi “fulminato” da lei...

“Cazzo, è proprio una bella figa...ci sarà gusto a farsi vedere con lei, specie dagli amici...immagino già le loro facce e la loro invidia al pensiero che “a me la dà” e loro “guardare ma non toccare”...è proprio bella e non potrò che sentirmi fiero di me stesso andando in giro con lei...quante volte, quando sapevano che ero uscito con una ragazza, la prima cosa che mi chiedevano era “e com'è?...è bella?...” vedendomi con lei non dovranno chiedermi nulla, lo vedranno da soli...ed è anche figlia dell'avvocato, cazzo...bella e figlia dell'avvocato, che cazzo si può voler di più dalla vita?...e poi è istruita, ha frequentato una delle scuole più esclusive e sempre con successo e si vede che è decisa e sa quello che vuole e diventerà certo anche lei un buon avvocato come il padre, ha lo studio già pronto e avviato che la sta aspettando e chissà...sarebbe davvero fantastico se poi i nostri due studi si associassero, pensa che servizio per i nostri clienti, lo studio fiscale associato alla difesa legale...che meraviglia!...e di certo mio padre ne sarebbe supercontento, non lo direbbe, ne sono sicuro, direbbe anzi che quella non è la cosa più importante, che più importante è che sia la ragazza giusta per te (ma chissà poi cosa vuol dire giusta per me?...)...non lo direbbe ma sarebbe arcicontento...ed anche mia madre son certo lo sarebbe, già me la immagino andare a far spese (oh Dio mi spaventa un po' quello che spenderanno ogni volta...) con la sua nuora, cioè con la figlia dell'avvocato, piena di orgoglio e piena di confidenza con lei, esagerando anche in confidenza, perchè tutti possano vedere quanto lei sia una suocera diversa, certo che me lo immagino...io e lei saremmo proprio una bella famiglia...certo che col caratterino che ha dovrò rigare dritto, addio libertà, ma d'altronde la responsabilità di una famiglia richiede anche questo e una donna così val bene qualche sacrificio...”

Così, in pochi attimi, Enrico, e senza saperlo, aveva fatto tutti questi ragionamenti, arrivando all'inconsapevole decisione che quella era la donna giusta per lui...

Contemporaneamente anche Gianna aveva elaborato, in pochi attimi, tutti i suoi inconsapevoli ragionamenti...

“Però...non è un brutto ragazzo...si sa vestire e ha un bel portamento...si forse ha un'aria un po' troppo professionale e regolata...ma è meglio così, sono questi i tipi più affidabili, che poi san farsi una posizione...ma per avermi mi dovrà meritare, dovrà sudare sette camice per conquistarmi...e la sua è una buona famiglia, certo sono un po' degli ultimi arrivati, di certo mio padre storcerà un po' il naso e mia madre farà quel suo solito sorrisino sprezzante, che, anche senza dir niente, è più loquace di mille parole...ma è una buona famiglia e, almeno si dice, stan facendo soldi a palate e al giorno d'oggi cosa conta l'essere gli ultimi arrivati o vecchie glorie...ormai contano solo i soldi e con i soldi si compra tutto, anche la “nobiltà”...e con lui farò certo la signora, lo saprò io ben tenere a bada, e se sgarra saprà quello che lo aspetta...perchè no?...potrebbe essere proprio lui l'uomo giusto per me...”...

Ed era stato così, dopo questi rapidissimi, inconsapevoli, ragionamenti, che i loro occhi si erano incontrati con un eloquente sorriso di simpatia...

Ma guai se qualcuno avesse osato alludere a qualcosa del genere, come si sarebbero offesi...in tutti gli anni a venire, rispondendo a quanti chiedevano loro come fosse successo, avrebbero sempre ripetuto la stessa storia, di un colpo di fulmine, di una freccia partita all'improvviso dall'arco di Eros e che anche adesso non sapevano spiegarsi del perchè fosse successo, ma che in fondo non c'erano spiegazioni da cercare, se non l'inspiegabile mistero dell'amore...

Ma in fondo quelle loro risposte erano sincere, perchè, oltre quell'esilissima superficie della sincerità di comodo, non avevano mai voluto scavare...

Adesso Enrico e Gianna ogni giorno in corriera si siedono vicini e basta poco perchè quel primo timido fluire di simpatia si trasformi in confidenza e non passa molto tempo perchè decidano di frequentarsi non più solo come occasionali amici...

Una domenica mattina partono insieme diretti al mare...vanno con la golf nuova fiammante che Enrico ha appena ricevuto in dono dal padre, a Gianna non piace molto la sua guida, un po' troppo aggressiva e che lei sente anche pericolosa, ma lui non sembra riesca a trattenersi, sembrerebbe quasi che nelle istruzioni d'uso di quel suo piccolo bolide stesse scritto “si consiglia di accelerare sempre, di tallonare chi sta davanti ed essere sempre pronti a sorpassarlo senza pietà...”

In quella tranquilla giornata di mare, fra spiaggia, ristorante e lunghe passeggiate, parlano a lungo, di loro stessi, delle loro emozioni e dei loro progetti...

“Mi sei piaciuta subito...appena ti ho vista...”

(Oh Dio!...Sei una bella ragazza, mi saresti piaciuta subito comunque, chiunque tu fossi...)

“Anche tu mi sei piaciuto subito, non appena ho incrociato il tuo sguardo e ti ho visto un po' timido e impacciato e che volevi avvicinarmi ma non ne trovavi il coraggio...”

(ad essere proprio sincera...là, fermo come uno stoccafisso, mi sembravi un po' cretino..e la mia prima reazione era stata indifferente, ma...appena ho capito chi eri, qualcosa si è mosso dentro di me...)

“Sto facendo pratica nello studio di mio padre, lui non vede l'ora che abbia la laurea in economia per lasciarmi il suo posto...mi dice sempre che è stanco di lavorare e che desidera stare un po' in pace...e lo studio va così bene che sarebbe davvero un peccato non mandarlo avanti...”

(......)

“Anche mio padre dice che aspetta la mia laurea e che dopo lo accompagni nelle sue cause in tribunale e che se mi piacerà un giorno potrò prendere il suo posto...l'idea mi piace...ma mi piacciono anche altre cose e non sono ancora certa di voler dare tutta la mia vita a quel lavoro...”

(......)

“ti andrebbe la prossima domenica di andare con Andrea, il figlio del dottore, nella sua casa in montagna?... mi ha invitato ieri...ci sarà anche Sandra la sua ragazza, o diciamo pure fidanzata...lei è molto simpatica e son certo che diventerete amiche...”

(Forse è la volta che quel borioso di Andrea abbasserà un po' le ali, che la smetterà di raccontare le sue avventure con Sandra con quel suo tono superiore....)

“Mi dispiace proprio ma ero già in parola di far visita a mia cugina...se vuoi potresti venire con me a casa sua...ma temo che ti annoierai, è tanto che non ci vediamo e so già che staremo ore a far pettegolezzi...”

(...Non ho nessuna cugina a cui far visita...ma se pensi di portarmi dove vuoi tu ti sbagli di grosso...e poi non so in cosa trovi simpatica quella smorfiosa di Sandra, che sa solo ridere senza motivo...certo per Andrea ci avrei anche fatto un pensierino e se non fosse stato già impegnato avrei potuto pensarlo anche giusto per me...e forse potrebbe essere giusto lo stesso, non fosse altro che per fare un dispetto a quell'oca di Sandra...ma non credere di avermi senza fatica, prima mi dovrai corteggiare per un bel po'...dovrai dimostrar bene a tutta la mia società quanto tieni a me...)

“La tua famiglia sa che ci frequentiamo?...e cosa ne pensano?...”

(Mi par giusto chiedertelo...ma non vedo perchè non dovrebbero esserne contenti...)

“Si ne ho parlato...e hanno accolto la cosa con piacere...anche se hanno aggiunto che il loro parere non conta...che una scelta così importante è solo mia...che qualunque fosse la mia scelta loro la accoglierebbero con gioia...”

(Si...mi hanno detto proprio così...ma non è che proprio mi sembrassero pazzi di gioia...mi sembravano un po' delusi, come se da me si fossero aspettati di meglio...e, a dirla tutta, da qualche commentino non si sono trattenuti, specie mia madre, detti così tanto per dire, eh!...Che certo è gente che sta bene...ma che le buone maniere, e la classe...lei ama dire la classe...non si comprano...ma così solo per dir qualcosa, qualcosa bisogna pur dirla...perchè poi alla fine le mie scelte son le mie...)

E' ormai notte e sono ancora lì, hanno passeggiato a lungo per le affollate strade del lungomare, intanto le loro mani, superando iniziali esitazioni, si sono stabilmente strette...si ritrovano, quando ormai non c'è quasi più segno di vita, e tutto appare deserto, distesi su due sdraia davanti al mare e l'unico rumore sono le onde che con la loro musica, monotona ma profonda, li trasporta in un'altra dimensione, dove sembra azzerarsi il tempo...

Enrico, dapprima più incerto e via via sempre più impetuoso, la accarezza e sente aumentare il desiderio di lei, ma sente come se il suo slancio non fosse accolto da lei con la stessa intensità, ma sempre frenato...si baciano, ma in quel loro bacio non sentono mai svanire un persistente senso di estraneità, si spogliano...ma senza mai completamente spogliarsi...nelle loro due diverse volontà di possedere c'è sempre qualcosa che resiste...ed anche in quei rapidi attimi, in cui Enrico vive gli ultimi ed animali sussulti di piacere, sente qualcosa di inespresso o di non raggiunto...di forse irraggiungibile...

La loro storia continua e si vedono sempre più spesso e fanno coppia fissa e la loro relazione è adesso nota a tutti...è ormai diventato per loro normale farsi visita in casa e dialogare con le rispettive famiglie e normale anche partecipare ai tanti incontri che la loro società continuamente organizza...tutti li osservano con soddisfazione e coralmente sembrano lieti di quella loro relazione...ed in queste occasioni non mancano mai quelle persone un po' più esuberanti che li assediano con le classiche domande “a quando i confetti?...e dove andate ad abitare?...e sarà contento tuo padre?!... E sarà contenta tua madre!?...e quando li farete diventar nonni?...”

Loro rispondono sempre con gentilezza e con uno splendido sorriso, pieni del loro orgoglio di coppia...

anche se a volte sembrano stanchi di sentir le stesse domande e di dover dare le stesse risposte e si sentono assalire da un impulso di mandare tutti a quel paese “ma perchè non pensate ai fatti vostri!?...ma così non si fa...e la recita continua senza cambiar note...

Sentono con tale forza la pressione di quella loro società che hanno quasi l'impressione che quel loro percorso non si possa più interrompere, quasi che la sola idea di poter deludere le esterne aspettative risuonasse tale a un sacrilegio...così, anche se con qualche residua esitazione, non stanno molto a decidersi al grande passo e a progettare il loro matrimonio...

Naturalmente non si fanno mancar nulla, le loro famiglie e loro stessi profondono il massimo degli sforzi perchè quel loro matrimonio sia ricordato, nella memoria cittadina, come il matrimonio del secolo...

La lista degli invitati si fa ogni giorno più lunga, non manca nessuna di tutte le persone considerate utili e importanti della cittadina, e quei pochi che, pur sentendosi importanti, ne sono esclusi, cominciano a dubitare della loro importanza...e quindi di sè stessi...

La chiesa, parata a festa e senza badare a spese, è tutta a disposizione per la sontuosa cerimonia e lo stesso avviene per una villa antica, dai vasti ed affrescati saloni e circondata di un parco che pare senza fine ed anche questa è a piena disposizione per il pranzo di nozze...ed una carrozza, trainata da quattro cavalli bianchi, accompagnerà gli sposi nei loro spostamenti..ed ovunque animatori e musicanti di prestigio intratteranno gli ospiti...non si bada a spese e tutto è organizzato per stupire...

anche se col costo di tutto quell'apparato si sarebbe potuto nutrire per anni ed anni un'intera regione affamata dell'Africa nera, nonostante questo è organizzata una lotteria il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza per curare i bambini del Brasile malati di trichielite...

Gli sposi si affannano senza sosta, girando fra le tavolate, per farsi ammirare e scambiare qualche parola con gli invitati, si sentono ovungue parole di ammirazione per loro “...guarda che bella coppia, si vede proprio che sono innamorati...la sposa poi è meravigliosa e sembra un angelo nel suo abito bianco...”

Finalmente, quando la grande festa si scioglie e gli sposi, stremati, possono andare a riposarsi, le loro famiglie fanno il bilancio di quella giornata e la loro soddisfazione è completa “è stato proprio un matrimonio perfetto...un matrimonio così bello non s'è mai visto prima qui da noi...!” si ripetono fra loro...

Quello che è successo dopo non ha molta importanza, con quel matrimonio entrambi avevano equilibrato le loro vite e quel comodo appoggio sarebbe stato il miglior trampolino di lancio per le loro singolari ambizioni...

Michele Serri 10/07/2012 11:59 1 4973

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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