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Angela

Amore

Angela tirò fuori il braccio dalle calde coperte e spense la sveglia con una botta

decisa, ma, come se si fosse offesa, lei continuò il suo suono implacabile e indifferente.

“ Stupida sveglia!” disse a voce alta scendendo dal letto, prese in mano l’ oggetto del suo malumore e la buttò per terra facendola in mille pezzi...

Angela era fatta così, era imprevedibile, con un caratterino niente male! Le tornò in mente una frase che sua madre le ripeteva spesso “ Povero quello che ti sposa!” allora lei scoppiava in una fragorosa risata e rispondeva che lei non si sarebbe mai sposata, che stava benissimo così e che nessun uomo le avrebbe fatto cambiare idea.

Sua madre allora la guardava divertita e le diceva che ragionava così perchè non si era mai innamorata!

Dopo aver fatto una bella doccia, si vestì con cura, e guardandosi allo specchio vide compiaciuta una bella mora, con occhi verdi stupendi, una bella bocca che lasciava in mostra dei denti bianchissimi e perfetti. Era alta e il suo corpo sinuoso tutto curve la rendeva irresistibile quando camminava per strada. Era innegabile che la sua bellezza attirava lo sguardo ammirato degli uomini e lei lo sapeva bene, ma li snobbava tutti, con un sorriso malizioso.

Arrivò con ritardo al lavoro, il suo principale la guardò molto serio e con voce ferma e decisa le disse:

  • “ Senti Angela, questa è l’ ultima volta che ti permetto di arrivare tardi al lavoro, non puoi fare quello che ti pare, sono stato anche troppo indulgente con te!”

  • “ Va bene, va bene!” rispose lei scocciata come se la ragione fosse dalla sua parte. Si sedette alla sua scrivania, che era esattamente di fronte a quella del’ avvocato Giulio Bossi, il su principale, appunto. Giulio era un uomo sulla quarantina, i capelli incominciavano ad avere qualche filo d’ argento sulle tempie, occhi neri e un portamento da gran signore, decisamente un bel uomo. La sua vita privata però non la conosceva nessuno, era riservatissimo e nulla lasciava trapelare dalle sue rare conversazioni con Angela, che a dire la verità moriva dalla voglia di conquistarlo giusto per il piacere di averlo ai suoi piedi.

    Angela gli aveva guardato subito le mani dal primo giorno che incominciò a lavorare per lui ma vide che non aveva la fede, e sulla sua scrivania non c’ era nessun porta ritratto con qualche foto che lasciasse immaginare un legame. Sicuramente non era gay! Era troppo maschile e impeccabile in tutti i suoi atteggiamenti. Ma allora, si chiedeva Angela, come era possibile che non l’ avesse mai degnata di un complimento, oppure l’ avesse mai guardata con interesse? questo feriva il suo amor proprio, e si era promessa che le cose sarebbero cambiate.

    Così una sera, che pioveva a dirotto, al termine del orario di lavoro, si fermò sull’ entrata del palazzo aspettando che lui uscisse. Lei non aveva la macchina, e per andare alla fermata del bus doveva camminare un po‘. Il cuore le bateva forte, ma lei non fece caso a questo particolare, e appena vide Giulio che stava per uscire, gli chiese sfacciatamente di accompagnarla a casa. Lui la guardò un po’ sorpreso ma alla fine fece cenno di si con la testa dicendole di aspettare lì che sarebbe andato a prendere la macchina.

    Angela non stava nei panni dalla contentezza, il primo passo era fatto! Il resto sarebbe venuto da se!

    Dopo pochi minuti, infatti, lui era davanti a lei con la macchina, e da dentro le aprì lo sportello. Lei salì e mentre si sedeva, con una mossa studiata, lasciò scoperte le sue stupende gambe. Lui le lanciò uno sguardo ma subito mise in moto e partì, domandandole dove doveva dirigersi per portarla a casa. Arrivati di fronte a casa sua, con un sorriso incantevole Angela gli propose di salire da lei per bere qualcosa di forte, visto che faceva anche freddo.

    Giulio sembrò titubante, ma alla fine accettò. Salirono con l’ ascensore perchè dovevano arrivare al terzo piano, lei aprì la porta, lo fece accomodare sul divano e andò in cucina, prese due bicchieri e una bottiglia di spumante. “ Dobbiamo brindare”, disse sedendosi vicinissimo a Giulio, “ Brindare a che cosa?” domandò lui.

    - “ Alla nostra amicizia” rispose Angela, sempre più provocante. Ma con grande sorpresa e disappunto Angela vide Giulio alzarsi in piedi e congedarsi da lei, chiedendole scusa ma che aveva dimenticato un appuntamento importante. Detto questo se ne andò.

Angela scoppiò a piangere per la rabbia e delusione che provava. Non avrebbe avuto il coraggio nemmeno di guardarlo in faccia la mattina seguente. Pensò che si meritava quell’ umiliazione, e secandosi le lacrime prese il telefono per chiamare sua madre. Doveva pur sfogarsi con qualcuno!

La mattina dopo in ufficio, quando Giulio arrivò, Angela fece finta di scrivere qualcosa sul computer, lui accennò solo un buongiorno e si sedette alla sua scrivania tirando fuori dalla sua cartella un mucchio di carte. Poi, sempre con aria molto seria chiamò Angela per spigarle cosa doveva fare, aggiungendo che era un lavoro urgente e che per favore facesse in fretta.

Angela prese la cartella, mise dentro le carte, e dopo aver detto “ Si signore” si mise subito al lavoro. Arrivò presto l’ ora d’ uscita, Giulio già era andato via da un pezzo, e lei pensò di fare altrettanto. Aveva lavorato tutta la mattina senza fermarsi mai, e con una punta d’ orgoglio mise la cartella sulla scrivania del suo principale, il lavoro era finito!!

Uscì con passi veloci per raggiungere la fermata del bus, ma quando stava arrivando vide la macchina di Giulio ferma a pochi passi da essa. Il cuore prese a batterle così forte che se lo sentiva in gola, ma senza girarsi verso la macchina, continuò a camminare e quando stava per salire sul autobus si sentì prendere per un braccio. Era Giulio che con una voce che non conosceva gli diceva che l’ avrebbe accompagnata lui a casa.

Ad Angela tremavano le gambe, non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi, fecero tutto il tragitto in silenzio e quando arrivarono di fronte al palazzo dove Angela viveva, lui si fermò, lei fece per scendere, ma lui la attirò a se e baciandola con delicatezza le sussurrò: “ Non mi inviti a brindare per il nostro amore?”


Franca Merighi 04/02/2022 07:10 348

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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