La storia siamo noi... donne
di You Don’t Know Me
Donne nella storia

cavalcando il suo bianco destriero
incurante delle frecce scoccate
fiera la pulzella d' Orleans avanza
con lo stendardo in mano
sul fondo sventola
il giglio bianco di Francia
la fede e il fuoco scorre nelle vene
il percorso è duro
fino alla soglia del martirio puro
tra le fiamme perì
senza gemito alcuno
fedele al disegno celeste
bruciata ebbe la veste
ma il cuore il cuore
ancora batte nel petto
di luce ammantato
incurante della morte del corpo

volto da principessa

gli occhi belli
d'oro era la pelle
neri i capelli
nata nella menzogna
vissuta a Giava
divenne della sua
bellezza schiava
brava con le parole
usava la danza
per stregare tutti
ad oltranza
vestita di gioielli
amante di mille uomini
divenne spia
donna dai molteplici travestimenti
pagò con la vita gli inganni
i doppi - giochisti di quegli anni
la sua ingenuità la pelle d'oro
le rosse labbra
il profumo dei capelli
...l'uccisero
mentre l'alba si specchiava
nei suoi occhi belli

la chioma corvina
riluceva nella notte buia
il chiarore della luna
rifletteva i contorni azzurrini
era una fanciulla dalle
fattezze nobili
il volto sottile le labbra morbide
e negli occhi scarabei blu
lapislazzuli dai puntini d'oro
nobile era di stirpe
sangue blu nelle vene
il giorno della sua nascita
c'era un eclissi solare
così le lunghe chiome
persero il biondo colore
divennero nero carbone
le labbra petali rosa
negli occhi scarabei blu

tu che dipingi
fiori sopra rami nodosi
e le foglie disegni ai tuoi piedi
sussurro di anima in volo
nelle acque fredde colori
le gote ...ascolta
nel vento
la voce di un angelo
canta nell'ombra
ascolta e
nascondi il
tuo tempo nel ristagno
di luce raccolta da cera
disciolta nel pianto
afferra il colore sbavato
macchiato di fango
fai nascere dentro
un pensiero più grande
poesia di colori di sangue
vibra in sottofondo
dove c'è arte c'è anima
e il silenzio ha la voce del fiume
e il profumo del bosco

Rachele aveva gli occhi stanchi
la bocca rosa pallido
la stella sul davanti
le scapole come ali di angelo
le mani farfalle nel vento
scarpe senza lacci
il freddo dentro il petto
era nata libera poi
rinchiusa nel ghetto
la neve cadeva sui palmi
imbiancava i neri capelli
librava nell'aria dei forni
Rachele sognava la spiaggia
il sole la brezza marina
distesa sul freddo giaciglio
tremava ...i denti batteva
nel buio la neve cadeva
il suo corpo copriva
fu allora che il tepore scaldò
le sue ossa in quel suolo straniero
la sua terra promessa
trovò sotto un metro di neve

Veronica
aveva gli occhi buoni
lunghi capelli neri
le mani bianche
i gesti misurati poche
parole la dolcezza
delle fragole mature
Veronica aveva in mano
un panno di lino
negli occhi la sofferenza
del Signore tergeva
il suo sangue il suo sudore
seguendoLo lungo la strada
della croce
Veronica
donna del popolo come tante
nel velo fissò l'impronta
del suo profilo
restò impresso lo sporco
il suo dolore
Veronica donna pia
santa tra i santi

Figlia d'egitto settima regina
del regno
donna di acume e d'ingegno
sposa bambina
moglie divina regina dei re
ai piedi i grandi di Roma
l'amò Giulio Cesare
Marco Antonio fu l'amante
dell'impero d'oriente
regnante
regina di seduzione e cultura
di cento lingue padrona
tragica fu la sorte
che la condusse alla morte
al morso del serpente si donò
quando il suo amore si uccise

figlia illegittima di un papa
perfetta castellana rinascimentale
non per scelta femme fatale
l'ebbero in sposa
Giovanni Sforza Alfonso d'Aragona
poi la terza volta
il duca di Ferrara
Alfonso d'Este la fece sua signora
nata tra beghe di famiglia
svenduta agli intrighi di palazzo
figlia della colpa della vergogna
visse senza onore senza gloria
avvelenatrice nella storia
abile politica bella donna
attiva mecenate diplomatica
figlia sorella madre amante
ebbe vita breve
amara sorte
morì dando alla luce
l'ultimo erede

di Settimio Odenato re dei re
fu seconda sposa
regina consorte fino all'amara
sorte la di lui morte
regina regnante di palmira
in vece del figlio
trasformò il suo stato in un regno
regina del deserto
conquistando Bitinia e l'Egitto
sconfisse il potere di Roma
minacciando le rive sul Bosforo
Aureliano ne fece la ragione
per inviare laggiù la sua legione
l'ambizione non è buona consigliera
e la grande regina la sua forza mostrava
portando il popolo alla ribellione
sulle rive di Oronte intercettò l'imperatore
Aureliano sconcertato da tale ardire
Zenobia volle avvisare
a lui doveva sottostare
la regina rifiutò l'offerta
in catene fu portata a Roma
catene d'oro per la regina di Palmira
catene d'oro piena di gioielli
la regina dai bei capelli
come trofeo esposta
da Aureliano sconfitta
d'oriente regina
ebbe salva la vita