ruggiscono i cingolati s'aprono i cancelli
sulla neve le impronte del peccato
l'uomo nudo - l'uomo armato
nell'aria la crudeltà del passato
ossa di dolore suono ovattato
grida mute dei sopravvissuti
resti di questa umanità
senza onore
carne senza nome
sul braccio solo numeri all'infinito
e dentro le vene dolore
corone di spine per questi
figli di Dio sulla croce | 

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| scende
nelle vene asciutte
il ricordo di sangue versato
nel muto oblio della storia
- la memoria non ha confini invalicabili -
ma polsi numerati
occhi infossati
vertebre tese
odore di morte
non dimenticare
è solo il primo passo per non cedere
alla follia degli uomini | 

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| vennero di notte
le grida laceravano il buio
lame arroventate
nei polmoni
gelo che geme nelle viscere
spari nelle tenebre
voci sconosciute
ringhio di lupi
e quella notte le stelle
tremarono sul petto
anime sole
uccise dalla brava gente
con gli occhi come il mare
cristalli in frantumi
ordini taglienti
oscurarono la libertà
delle umane menti | 

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| cadevano due a due
nei baratri tra i monti
dove scorrono fiumi impietosi
e la pietra taglia
cadevano a colpi di mitraglia
legati dalla stessa sorte
filo di ferro ai polsi
il terrore negli occhi
nelle foibe gettati
legati ai sassi
l'inferno li accolse nei
bui crepacci
spaccando le ossa
terra nella gola
piombo nella carne
vivi e morti nello stesso sangue
nella stessa fossa
e per finir le bombe
a cancellare l'orrore
sepolto nella dura roccia | 

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| solo,
oltre i confini della democrazia
tra bandiere soffocate sottovento
e le atrocità nascoste dietro una
coltre di silenzio
solo,
tra mille passi di speranze arrugginite
oltre i pensieri denudati dei bambini
e le parole che intessano preghiere
esule, io | 

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| era freddo
gli alberi fitti e alti
come soldati nella boscaglia
parevano nascondersi
all'urlo della mitraglia
il suolo duro il nero fogliame
le scarpe rotte la bianca neve
senza nome
il battito di un cuore
un numero sul braccio
era freddo
la lunga notte il cuore marcio
il fiato denso
nelle baracche
il grido soffocato della morte
morivo
una dieci cento volte
la gola riarsa dalla febbre
il gelo nelle ossa
le note di un violino sulle labbra
gli alberi neri senza ombra
là, dove il sole muore
al limite della boscaglia
sono numero sono cenere
al grido della mitraglia | 

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