| Sfinge,
che scruti i millenni
col tuo impassibile sorriso,
tu vedi i nostri miraggi
per quel che sono:
luce che nuoce.
Faraoni dell’aria
alla conquista di dune
disfatte e sgranate
per ricomporsi altrove
immemori...
Uomini di sabbia
senza peso
sono nell’aria
arida polvere
in vortice.
Si sgrana questo mondo,
come la sabbia
dei tuoi deserti,
oltre il tuo sguardo
imperscrutabile,
Sfinge. |
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Artificioso il giorno
che ti prospetti uguale
al precedente,
senza esperienze in bilico,
senza sussulti e scosse
e nostalgie da architettare,
spontanee,
nei disegni...
Artificiali le stelle d’ogni notte
ad irradiarti i sogni.
Artificiosa una vita
così. |
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Come seduta
su una panchina
mentre piove
adagio,
ricevo a gocce
le tue parole rabbuiate,
a disagio. |
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| Se quel sorriso
lo tari dagli orpelli
che lo fanno
atteggiare
alle occorrenze...
Ecco che cambia colore
si atrofizza
e sfiora falso le labbra...
Ipocrisia. |
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Ci grava
le spalle
un angolo nero.
Ci copre
le spalle
un angelo nero. |
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| Le radici del tuo astio son piantate
in un terreno franato, di riporto.
Quando ti accorgerai
del malinteso
sarà perché avrai visto sgretolarsi
la maschera
della sconnessa natura
di chi ti aveva presentato
il posto
come mio... |
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| Neanche gli afidi intaccano le foglie
degli alberi piantati in vari anni
con gesti premurosi e calibrati,
concimi e diserbanti utilizzati.
Neanche aliti sporchi ad appannare
la verde clorofilla che traspare:
quel bosco l’ombra fresca dagli affanni
dà in beneficio a chi dentro accoglie.
Ma soffia un altro clima sulle soglie
che fa provare brividi da inganni:
è l’esito d’un vento respingente
che sibila e che schizza sulla gente ...
su chi ha animato il bosco e le stagioni,
su chi non ha arginato infiltrazioni
col rischio che ammorbare l’aria è stato
colpevolmente sottovalutato.
Così parole al vento, deformate,
non spazzano le azioni radicate,
ma si sente il bisogno d’una brezza
di perdono, di pace e limpidezza. |
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| Carezze di foglie
sullo stesso ramo
in un’estate
accesa nei colori
da intensità di tinte.
Strette a ridosso,
forti anche nel vento.
Ma diaccio il verno
scuote pianta e fronde.
Stacchi di foglie
secche sul terreno,
o marce e ignare
di trepide carezze. |
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E' un sangue malato
che ghiaccia le vene,
una vampa che prende
di fronte all'ignoto
come il dalmata teme
il cielo stellato. |
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Mi indisponi con le tue risposte,
saccenti frattaglie di nozioni.
D’una natura anemica è il sapere
che tu sciorini
come un ciarlatano
la sua merce. |
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Segue la luna
- ipnotizzata -
il mio andare a ritroso
e mi chiarisce
sensazioni appannate
alla distanza. | |
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| Non sempre il tempo premia l’incorrotto
- lo appuri nei contesti più diversi -
ma ti dona lo sguardo più spaziante:
un orizzonte degno del percorso. |
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| Come linfa in circolo
Carpiscono
Gli splendidi
L’attenzione del pubblico
Con parole scelte
Abbarbicate
Ad ogni astante.
Parole che colano
Come linfa in circolo. |
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