 | La notte si dilegua silente, nell'anima sol ombre e anfratti misteriosi
gli uomini e le cose riprendono il cammino
nel giorno che s'avanza, quel silenzio grande
urlo che si allarga, non è melodia, non è danza
strugge l'anima a chi la parola uomo, non concede più valenza
Tu, hai udito il pianto di un uomo
atmosfera vaga dove ognuno si bea del nulla
nell'uomo ridestate il desio d'infinite emozioni
ma quando voi svanite, fugacemente
il ritrovo nell'angusto spazio della storia vera, in luce e ombre svanite
e l'uomo rimane solo
il pianto di un uomo, vive il suo giorno con la sua sera
attorno al sole non danza lo stesso girotondo
ed in quel lugubre silenzio, lo schianto d' una quercia assale
il tonfo di chi cade, nel vuoto dell'ode
Tu, hai udito il pianto di un uomo
il pianto di chi spreme sangue dall'anima sua innocente, usurpa sembianze
crudele, soffoca il suo cuore e il suo dolore
ombra a brandelli, vene morte, non teme più la sorte
finge cotanto di ingannar se stesso, ed apparir con successo
hai udito, hai sentito il pianto di un uomo
allora che dormendo riposa, l'immensa follia povera e oppressa dell'Io
e forse timidamente un dì, desio immenso di uomo vero
ma invano mi domando: questa croce perché di dosso mi scrollo?
volendo essere nel mondo non l'unico Cireneo, ma un uomo
e torno solo, a ricercar ed a corrrere loro incontro
sospinto da passione, felice del nulla, di queste bolle di sapone
Tu, non hai udito l'uomo, limpido e luminoso
alla ricerca di un destino a cui sorride speranzoso
no! Tu hai udito solo il pianto...
il pianto di un uomo, un uomo solo. | 


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 | Non ho altro che facce
una per il mondo
una per Dio
una per il mio Io
Empatica innocenza
sognatore e poeta senza rima
in un inverno lacerato da brina
Sulla sponda ho ben sperato
sotto il dolore
sotto la pioggia
sotto l’amore
Spaventato e violentato
morirò da solo
forse sarò amato
Avvolgo cuore di pietra
tagliato a metà
mentre corvi banchettano su verità
Nuoce gravemente da troppo tempo
non posso pianger senza vergogna
se si sputa ancor sulla gogna
Chiamato alle cure del mondo
trovato nudo e morto
triste giorno privo del silenzio
Lama inclina a ferire
un sorriso sul viso, una penna...
ascolto il mio sentire
Cerco di salvare tutto
non sanguino più
quanto oceano dentro,
Io amerò lo sento. | 


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 | Danzanti gocce,
suoni frizzanti e ricordi
di grandi bisbocce
profumo di caffè in tazza di cristallo,
e un libro da leggere lasciato in stallo
goccia di pioggia scivola sui vetri,
pensieri affollati sospesi nel vuoto,
legati ed inviati,
al numero civico degli anni passati
una clessidra scandisce il tempo
ombre riflesse,
e arcani disegni da porte celate
in un labile frammento
sabbia inesorabile
si svuota,
il signor tempo passa,
la sua forza è incontenibile
con sguardo sicuro oltrepassa la siepe,
lancette magiche e la cipolla appesa
incupisce l'incedere e il passo da principe
mentre la notte è scesa
fra gli argini dell'iride,
come barca senza timone,
il mio sogno uccide
il giogo e il suo vortice d'azione
è lì,
nell'alta marea del mio essere
mi specchio a latere
focolar acceso,
tra alba e tramonto. | 

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 | Cadi all'ultimo respiro, corri sulla vita
e pioggia oscura ogni reazione assopita
sei nata farfalla colorata
per respirare gioia innata
solitaria brami un fiore, cadenza dell'ultimo respiro
adempi al tuo destino, semplice volo per la vita
miracolo quotidiano di bellezza
tutta la poesia in un granello d'ebrezza
apri le ali nei tuoi colori, dipinto del creato
voli nel vento dell'infinito
nel giorno iniziato del tuo cielo limitato
ali d'amore e di paura, come i sogni seppelliti
pronti a morir di nuovo avviliti
possano le melodiose arpe accarezzare ancora
le nostre mani che tremano
al pensier di quanto è corto
anche l'umano sole che è sorto
dolce creatura
ad ogni raggio di sol rischiari il sentiero
incorona il momento atteso
vivi...
nella splendida armonia del tuo assolo
colora gli occhi pieni del tuo volo
una notte sognasti rose profumate
schiudersi nel fragore del vento
e ti si ripaga con terra e polvere
quando bevi alla coppa del tempo
speranza ed illusione
bevi fino all'ultima goccia dalla sorgente
e nel tuo breve volo...
ricorda quell'attimo fuggente. | 

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Un dì mi chiederò il senso delle cose vissute
di colpo sarà luce
me ne andrò
nel vento urlerò parole mute
il vento complice soffia,
alimenta granelli di sabbia
silenzi e gioie che gravano sui limiti degli anni
quando la notte,
coprirà i miei inganni
e dalle mie rose, già prive di profumo
berrò avido il dolce nettare di un niente
solo fumo...
lacrime aride nell'aria spargerò
lotterò tra dubbi di vita
con un tratto di matita
cauterizzerò le ferite
aprendo le mie ali unite
e inasprirò il mio cammino
nell'ego rimasto, ancor bambino
cavalcherò questa notte giocosa
senza una meta
senza voglia di approdare
ad una spiaggia che m'inganna lieta
all'ombra del tramonto
calmerò il vento, riaprirò le ali
nel lento cercar la via...
ovunque Io sia! | 

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 | Misero io son se non posseggo più amor,
vagabondo errante di sogni, il mio nome non dimandar
se il velo nero soffoca il mio cuor
Straziate membra di chi nel silenzio non favella,
anonime, incorporee anime tra rombi a grappoli di illuminate stelle
Pathos ed eros tornò...
risorse l'amor, fiorì la vita ma non la felicità,
chimera vaga ed assente, gitana dell'equità!
Elemosinando dinnanzi a mille mondi,
udii il fragor dell'amor altero e forte, ma triste e solo ritornai dal mio ego.
Mille sentieri ho consumato, polvere sulla mia anima ho spolverato,
stremato, ho soggiogato l'uomo ed accanto ad un fosso nessuno si è più chinato!
Or la mia anima alla nuda terra affido,
deluso e stanco di sostener questo cuor affranto
e sulla cui fossa, se sosterà qualcuno,
sussurrategli piano che mi chiamai Nemo...
Nemo... il mio nome è NESSUNO! | 

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Errore del creato, piangente tragico spreco dell'Io,
consapevole di quanto faccia male sentire il viso gonfio
e cuor che lacrima sol dolore
Nell'insopportabile spazio tempo,
ego ed anima, bramano amore
nella testa soddisfo fantasie
e non conosco i trucchi del mestiere
Amore, desiderio, conoscenza,
prendo la palla e gioco
buco il canestro ed affondo il cuor
Nella testa urlo di più,
prima che la mia innocenza si perda,
prima d'affogar di pianto,
prima di dirmi addio
Figlio di madre natura,
con danni fatti in una sordida svolta del destino
e finiti in un misero bottino
Mi sveglio, riemergo
da un cielo liquido e meschino,
uno di quelli non facile da compiacere,
mi piegherò, spezzerò solo il cuore
Non più nascosto od evitato,
come un grosso lupo cattivo,
nato malvagio e domato dal destino
Addio dolore,
non sarà facile ingannare,
ma ho sentore dell'amore, desiderio
e passione
E poi...
il tramonto deve ancor venire
è presto per dire addio,
è presto per morire! | 

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