Pubblicare poesie

Acqua III
di Giorgia Spurio
È l’acqua il velo che ci portiamo fino alle fiabe

Le 10 poesie pubblicate nella raccolta


"Addio", sussurro di pioggia

Amore
"Addio", sussurro di pioggiaCicatrice fra i venti
fu il tuo sussurro
e la bocca da baciare oltre i finestrini
dell’autobus
Appannata forma di bocche
che si salutano
per un arrivederci
che ha il sapore di addio

Cicatrice fra le gocce
che rigano i vetri sporchi
di un pulmino arrugginito
Fui ritratto dietro quell’opaca orma
che lasciò il tuo respiro
e impronta di dita
che si arrampicano su lisce pareti
di un saluto che stringe la gola.

"Non mi abbandonare!" Lo dicevo nella mia mente
mentre ti convincevo che ogni cosa...
ogni cosa andava bene.

Baciami sotto la luna di questo agosto
che freddo rapisce i sensi allacciati alle fragili costole
Baciami ora, quando mollerai tutto
ogni sogno per stare con me...
Egoista la mia bocca
vuole baci da incatenarti ancora...

Il motore...
L’autobus sta per partire
con le sue valige e i suoi imprechi,
con le sue speranze e i sogni piegati
insieme alle poche camicie nei bagagli.

Non salutarmi, ti prego,
non darmi un altro bacio oltre quel vetro
che vorrei spaccare di pugni...
che vorrei spaccare di lacrime...

Scapperò inseguendoti, correndo
su ciotti di strada
e sampietrini fetenti
Cadrò su tombini insulsi,
scivolerò contando le mie ossa
che rimarranno inermi a fissarti...
guardarti, mentre sarai sempre più lontano...

"Ti amo"
lo stai dicendo correndo verso i sedili posteriori...
Immagine incastonata di pioggia:
la tua mano che mi saluta
fra mute urla.
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Club ScrivereGiorgia Spurio 04/12/2009 00:17 16 10674

Fino agli abissi

Introspezione
Fino agli abissiSi toglieranno
come squame
e mi tocchi...
e mi leghi...
e mi baci...
ferirò la tua lingua.

Si scolleranno
come metamorfosi di un serpente
e mi sfiori...
e mi sleghi...
e mi baci...
taglierò tutte le mie dita.

Grideranno i silenzi
chiusi nelle prigioni più alte
dove hanno nidi i gufi senza piume
dove hanno scheletri che volano
le civette ustionate dalla luna

E dall'ano delle incombenze
la frusta scorre
come il filo di un mezzo- dio.

Le catene hanno il sapore freddo della nebbia
e le nuvole all'orizzonte
sembrano un mare dove affoga il sole

Inclinato collo
alla parete di metallo
Cinte di amori inganni
e veleni per indemoniati

Si ribelleranno
come boccioli colti dalla fenice
e mi tocchi...
e mi stringi...
e impazzisci...
ti farò odiare la mia anima
fino a cercarla
anche negli abissi
per baciarla.
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Club ScrivereGiorgia Spurio 28/05/2010 22:21 9 4536

Leggera, come la febbre, la pioggia

Erotismo
Leggera, come la febbre, la pioggia  Perché dici che fu solo un segreto.

Perché giustizi sulle mie labbra tutti i tuoi baci.

Perché lanci parole senza ferirti le mani.

E a volte hai paura di guardare
la mia bocca, e i sussurri
che serrano i denti,
come quel bacio,
una sera addormentato
-più per l'alcool-, sul divano,
come un gatto fradicio
dalla pioggia malconcio.

Che sia solo un segreto allora,
il posar le mani sulle tue dita
per coprirti poi le ciglia,
per sferrarti ingenui capricci
e rapirti via,
rapinarti tutti gli incubi.

Sgattaiolare via, prima che si aprano tutte le porte,
tutte le persiane, prima che la notte venga raggiunta dal sole,
per portar nella mano un solo cenno,
una lettera detta –farfugliando- nella notte,
anche solo "un ti amo immaginario"
mentre le coperte le rimboccavo,
e ti guardavo i piedi,
quegli stivali neri e di finta pelle,
mezzi lacerati –come i miei occhi-
e mezzi intatti –come i momenti-.

Un inconsapevole bacio sulla fronte,
per dirti senza voce il posar la pelle
sui jeans, e l'attrito dei polpastrelli raggrinziti
sui polsini e la camicia umida.
Un tender la schiena sulla superficie
per sentir la febbre, o il tremolio delle palpebre
e infine accoccolarmi lì, nell'angolo,
solo per l'odore della pioggia
posata silenziosa sulle tue guance,
lungo la gola, e il contorno rosa
dei margini e i lineamenti che socchiudono
i cigolii tra le comete
e il loro spegnersi tra le ombre, e i loro capelli.
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Club ScrivereGiorgia Spurio 02/10/2011 11:15 1 9208| Racconto su 'Un sogno proibito'

Gli ultimi alcioni

Riflessioni
Gli ultimi alcioni
Afferrerai le mani del vento
E le lascerai ai petali dell'infranto cielo
Ora tra bocche di seta e preghiera

E salirà al monte della luna
anche l'ultimo lupo
L'ultimo uomo che nel sangue
fa eco l'amore

E donna affoga come Ofelia
negli oceani glaciali dei sogni

Incubi che ringhiano
ai parassiti dei cuori

Ma alla spada
è dono l'ultimo kimono
Fanciulla dai boccioli della terra
come lacrima dall'ultimo pianeta
E di nuovo l'ultimo ballo
sarà tra magma e duelli

Fulmine che nelle arterie dell'universo
spaccherà nel buio i silenzi
Stelle grondanti di voci

...aprono le ali dai nidi
le piume rosa degli ultimi alcioni.
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Club ScrivereGiorgia Spurio 04/06/2010 12:10 6 6771

Il fiume al confine dell'universo

Fantasia
Il fiume al confine dell'universo
Dove trapuntati sono i lembi
del cielo e del mare,
cuciti al confine dell'universo

Sole di tramontana
ai cori dei mondi sotterranei
E prendono il volo i delfini
tra gli oceani degli asteroidi
oltre il saturnino sole

Mani d'argento
Spade e fulmini
E sorridono le streghe
Fattucchiere dalle chiome di dèe

Sulle rive dei fiumi
sirene in sposa a draghi viola

Dell'aurore repentine
Lupi dei deserti
Beduini solitari dei silenzi
sui ghiacciai delle utopie
a pescar albe boreali
nelle reti delle navi
solcando torrenti ed abissi
fiordi dall'Africa all'Asia

E dormono principesse indiane
sul dorso delle tigri turchesi
in posa per i cacciatori di falene,
farfalle toccate
per metamorfosi delle ninfee,
capricciose consorti
ad attender i centauri
dagli archi senza frecce
guerrieri che cavalcano
alla ricerca dei melograni
che del sorriso hanno il sapore.

Spalanca gli occhi
Oltre le mura della grigia città
Oltre l'orologio della torre di ferro
Il fiume scorre
cascata dopo ticchettio
verso gli oceani degli attoniti splendori.
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Club ScrivereGiorgia Spurio 08/06/2010 13:45 7 5929

Il Lago all'orizzonte

Riflessioni
Hanno curvato i rami,
hanno contato le piume nelle rughe,
e hanno colorato di nero le radici,
per nasconderle.

Hanno baciato nuvole
poi scomparse,
hanno abbracciato silenziose
stellari voglie d'anziano,
sì, gli uomini che parlano.

I nonni che seduti guardano
–secondo voi- il vuoto,
mentre all'orizzonte
a loro si svela l'infinito,
o forse l'eterno.

Sì, quegli uomini che parlano,
quegli uomini che tornano bambini,
e forse addirittura piangono.

Se si portasse loro regalo,
un fiocco rosa e un fiocco blu,
da annodare alle vene del polso,
con i palloncini che credono d'esser mongolfiere,
con aquiloni che amano immaginarsi deltaplani.

Forse i pagliacci smetterebbero di esser depressi,
farebbero suonare il naso rosso,
e sposerebbero le ragazze di Woodstock.

Ma gli autobus fanno frastuoni,
e raccolgono nelle loro pance,
fino ai sedili posteriori,
gli uomini che si addormentano...
Dicono che li portano al Lago.
Il Lago all'orizzonte
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Club ScrivereGiorgia Spurio 23/08/2011 14:25 4 4078

L'isola delle zanzare bianche

Fiabe
Catturavano grandi e piccole zanzare,
luce di specchi intangibili,
e con le bende agli occhi
per il sole mai visto
durante i sei mesi d'inverno,

i pescatori del Nord
solcavano i colli delle terre
quelle in cui i sogni affogavano come laghi
dove venivano inghiottiti i bambini...

Quei bambini che sognavano
laggiù i fenicotteri bianchi,
loro che erano imprigionati
in spirali di polvere e colori,
di balocchi e di volpi,
di gatti e ragliati di somari.

Dicevano che Pinocchio era solo una leggenda,
i pescatori del Sud
parlavano di balene grandi come case,
e di canti, ma non erano sirene,
non erano fanciulle né spettri.

E le bussole puntavano sempre il sole,
e le sarte sul molo
attendevano i mariti
su pescherecci riportare i bambini,
rapiti dal flauto di una ninfa,
per le credenze, mandata da Proserpina,
fin giù negli inferi, sui fiumi, le zattere d'Ade.

Ma gli anziani spegnevano la luna,
e accendevano i tanti fari dell'isola,
perché sapevano che i bimbi
sarebbero tornati,
-un giorno-,
quando oramai saranno stati pirati,
in cerca di un solo tesoro,
la madre.
L'isola delle zanzare bianche
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Club ScrivereGiorgia Spurio 22/09/2011 22:22 1 4523

La Balena Bianca di nessun romanzo

Fiabe
La Balena Bianca di nessun romanzo  Trovarono –dicono- le stelle,
e poi –dicono- senza mani
scavarono, e il mare rigettava
i frutti di altre terre sulle spiagge.

Era freddo, non inverno,
i bambini dicevano di aver visto
-dicevano- di veder tingere
di porpora, come chiara e albina
la pelle immacolata,
livida e scarlatta sotto le sottane
che hanno impugnature di pietra.

Era arrivata senza bussare
-dicono- la fiaba,
invisibile, come una storia già raccontata,
come la Balena Bianca
che tutti i romanzi inseguono
-cercandola di pescare-,
la fottuta provvidenza
assieme alla fortuna.

Appese ai punti interrogativi
venivano nascoste anche le bugie,
e ogni notte le madri rimboccavano le coperte
ai figli, piccoli, senza raccontare la fine
di quelle leggende
-mai che la morte potesse toccare i loro visi-
Mai.

E nessuno raccontò
di quel ragazzo,
trovato mezzo morto,
-il cuore batteva ancora-,
incinto di sapere,
che scelse come sarcofago
il grembo di un cetaceo
che di regale amore
per lui si sacrificò.
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Club ScrivereGiorgia Spurio 19/11/2011 02:43 1 8108

La tomba dei pescatori

Riflessioni
La tomba dei pescatori  Il burqa delle tue carezze
soffocano spasmi perduti nell'eterno
perché muto sale il diafano coleottero
che porta novelle nere come pece
per carbone dipingendo bandiere.

I maratoneti dei silenzi
sfidano attimi perpetui
e la voce della Pizia
sa confonder menti
che amano ancora il d'oro Apollo

Ma tutti cercano stracci
rivendicando la reliquia
di quel lontano Socrate
che fu da cicuta portato via
come mangiatoia su lago d'Ade
cullato dall'Acheronte ammaestrato
a servir cattiveria fu Caronte
eppure il suo acido cuore s'inchinò
portando il cappello al petto.

È la calma del mare
a nasconder nelle viscere la paura
Panico d'incendio che possa naufragio
portare via casa ai pescatori
ed odo profumo di burrasca.
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Club ScrivereGiorgia Spurio 21/05/2010 01:03 4 4764

Le ossa del paradiso

Amore
Le ossa del paradiso
Angelo senza ali
avvicinati al guinzaglio che ho in mano
Nel petrolio candore di luna
bacio strappato e chiuso nel pugno
di dita che sfiorano veli e ombre

Angelo senza ali
avvicinati al tempo che sto soffocando
tra mani bianche che non avranno nessun peccato
tranne tracce d'invisibile sangue
che il tempo ha sparso
nell'amore di maledizione di vendetta

Mi strozzerà
in carezze di tentacoli di meduse,
in baci di canini
di sirene amanti di vampiri,
mentre mi donerà bacio di commiato.

Mi muoverò come gatto affamato
sulla pelle che ha sapore di fuoco
e nell'acquario ti imprigiono
dove le mie collezioni di oceani
ti braccheranno come lupi
che hanno bisogno di favole,
dolci bugiarde fiabe...

Occhi che i ciechi
strappano dal cranio dei paradisi
per nutrire futili speranze
di bimbo che non sorride...

Al diavolo basta poco,
mette un fucile in mano all'uomo...
a lui basta poco,
mette illusioni di corde al collo
in mano alle donne
dal coperto volto...

Angelo senza ali
avvicinati...
al guinzaglio stringo il collo
parola soffocata in un mai detto "ti amo".
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Club ScrivereGiorgia Spurio 08/02/2010 19:52 11 6275



Giorgia Spurio
Giorgia Spurio Giorgia Spurio, nata il 21/12/1986 a Ascoli Piceno, ha lavorato in progetti educativi, dedicati all’educazione civica e musicali.
È docente di lettere presso la scuola secondaria di primo grado.
Ha vinto vari premi letterari nazionali e internazionali di poesia e narrativa.
Ha pubblicato le sillogi: "Quando l’est mi rubò gli occhi", "Dove bussa il mare", "Quanto è difficile essere bambini", "Piccoli Prometeo", "Le ninne nanne degli Šar" e "L’orecchio delle dee" (Macabor Editore).
"L’inverno in giardino" è il suo primo romanzo, breve e di genere storico.
Da Macabor è stato pubblicato il suo libro di fiabe "I Bambini Ciliegio e altre storie ".
Grazie al Premio InediTO 2017 è uscito il romanzo "Gli Occhi degli Orologi" premiato e presentato al Salone del Libro di Torino poi a
Più Libri Più Liberi di Roma.
A dicembre 2023 esce il libro di poesie PURPLE CIRCUS, edito da Polissena Fiabe e Poesie. È una silloge originale che fa parlare i suoi personaggi, animali e acrobati, e a volte zooma sugli spettatori, per parlare della società umana attraverso l’allegoria del circo e denunciare tutte le forme di violenza.

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