Volli sapere.
Ed il vuoto strinse
la mia gola già chiusa.
Neppure
un gemito di stupore.
In quell’aspetto indifferente
non cercavo nulla.
L’incubo fu guardare.
Un assillo di segreti
bianchi come nuvole.
Nella neve di rivelazioni
si sciolse il timore,
lasciandomi in quell’angolo,
circondata dai sussurri. |
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non so dove siano
due occhi, mai osservati attentamente
era il conforto di parole futili
ad abbelire l’aria dove - lettera muta dell’alfabeto -
per sfinir desideri, sempre volavo
uno spicchio di vita
l’idea del mio universo s’animava
fin a tradire ogni presagio
e il terrore
oggi, si lascia contemplare |
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dall’ultima volta
ansimante, una mente si accanisce
e in cerca del posto per sconfinare
s’immerge nel torbido dolore
dove perdersi, alla volta del giorno vicino
dall’ultima volta
all’orizzonte, una mente respira
e trovando il sorriso
ancora cammina
nel ruolo di lei, che osa la speranza |
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Melodia del Natale
col nevischio, ormai goccia
posata su volti già assorti in pensiero
è ora stella che viaggia
e consola dei passi, sul finir della festa. |
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Immobile,
seguivo il tuo dileguarsi
prova d’esservi stato.
Mio bianco amore
- abbandonato senza gusto -
a me dicevi
- non serve asciugare sogni in tempesta -
ed io
- che non t’amavo
perché in solitudine ero nata -
vorrei coraggio
ora
per ricordare
il tuo sorriso.
E
se volerai tra quelle nuvole
nel vedermi affogare in parole imploranti
non ascoltare il mio fingere ipocrita
nel dire "non t’amo". |
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Dei miei respiri, all'aria dei tuoi passi
cenno flebile, mi chiamerai per caso.
Confine, non travolto
resta
perché possa vederti intorno.
Resta, dove puoi
lasciando un segno come inciso.
Sola luce, semplicemente accesa
limiterò i pensieri
per le stelle
- amiche tue
come del cielo -
e risponderò per caso. |
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non noia
tra noi mai
E’ folle dubbio per te il mio tremare
In ogni vero e mimato attimo
una fiamma che incendia l’intorno e scalda
fino a ingoiare anche la mente sana
e io esausta
donerei queste lacrime invisibili
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sola, in un falso stare bene
leggo il coraggio, di dove varcavi l’odio
tra mani, che ignoravano l’essere tuo
senza pretese, nel donare una vita giovane
alla ferocia |
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| Leggera come l'aria
ti muovevi tra sogni e colori d'infanzia.
Tuo destino angelo
incontrare il mondo, di peggior ferocia.
Ma era la tua anima
a vincere avverso la follia disumana.
Piccola stella sarai
sempre bellissima tu, nel tuo dolce candore.
A noi rimarrà solo
quel grave tormento per l'ingiusta morte.
E queste lacrime
non calmeranno certo, l'infinito pianto.
Per te quel giorno
tragicamente teste della precoce fine. |
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| Sembianze
come carezze dei sensi
in una fase che sta per finire.
Un assioma
il destino immane si spiega alla luce
dopo i tremori dell’ignoranza.
Disuguali
con il mio voler fingere
di non sentire le tue variegate parole
di poco impegno.
Ti vorrò avere
per non stare senza la tua rabbia
come il fiore reciso
rimasto tra le mie dita.
Eppure ti conosco
nell’entrar con me nei sogni
senza spiegazioni.
Sembianze
come anime.
Baci sulla pelle alla fine del gioco. |
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| desiderio conosciuto
nei giorni spesi per sottrarci alla pioggia
Fiore Mio
incolore
nella memoria
lentamente in fuga, mi lasciavi
in quella spavalda nuvola di ragione
desiderio conosciuto
stando davanti alla porta che ci separava
non servirà a nulla
oramai impotente
senza altre orme
essere qui
sulla terra |
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Inutil visione, inutile suono.
Sorprendo una remora
ed al seguire l'istinto non trovo il senso.
Non è destino.
Senza il mio scialle
la brezza sei te,
che passandomi accanto
fai finta di nulla. |
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Scordare la via
tornando al mondo
- come scendere
in cantina
al buio -
qual spontaneo modo
per sopravvivere
a gente
e cose!
Amore,
non per casuale evento
a me
giungevi.
Di te
ero conscia
- al mio avvampare sulle gote -
se pur
allo specchio
non vedessi rossore.
Non oso più
cercare i segni
di quel transito.
E tu
sai ricordare il percorso? |
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Volli baciarti
e mi ritrassi
sfiorate appena le tue labbra.
Nel timor dell’indifferenza
cercavi nella mente il mio calore.
Nel rammarico solitario,
quanto dolente era il tuo dubbio,
tornavi su mie vecchie parole
pronunciate senza indugio.
Ove pensi a com’eri,
ti prego afferra il mio volto
e sii tu il bacio. |
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Ritorno
con
l'istinto
in risalita
il respiro
perso
tra le regole non rispettate.
Solo
una goccia
che sparirà
come l'aria di un momento.
Rimani
dove
la gelosia non si nasconde.
T'avvolgo nel mio egoismo
e non c'è nulla di amaro. |
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| Mi piego alle privazioni
e non ho parole da trascrivere.
Non guardo lo specchio
e non dovrò celare il mio pallore.
Si, riconosco
le lacrime del tempo in cui c'eri.
Libera d'esistere
son tornata al mio mare.
Donna d'altri
dopo l'amore
in un corpo che ho perso.
Arriverò ancora all'isola
perché il ricordo
non debba svanire. |
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| *
Dove avevo
già corso
con la fragilità della mia guida,
il profumo
era nell'erba.
L'umiltà di un'ombra
tracciava spazi
di paura passata
mentre salendo
il coraggio
si vedeva appena.
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