 | Impressione che assale
vuota, fredda, spenta
cose non dette
non viste
non torneranno più.
Grandi mani,
sorrisi e sguardi
che con il tempo ancora percorrono
i pensieri degli insegnamenti.
Così fiero e altissimo,
difficile da arrivare.
Abbracci non dati,
non insegnati,
ma sempre avuti
vuota l'anima,
si riempie di perché. | 


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Nuvole grigie,
nebbia coprente,
non un alito,
non sussurrano le foglie,
rumoroso quel silenzio.
Resta ad udire,
l'essenza lontana
che rischiara.
Eppur osserva,
in quell'angolo di cielo,
pare di toccare invano
quell'emozione così nitida.
Scorre la strada lontana,
ma rimane un punto
che non sbiadisce,
non si cancella con l'andar dei giorni. | 

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Scomposte,
fredda la terra
che le ha accolte,
non rispecchiano
ciò che è stato,
Il freddo pervade.
Cercando,
osservi
ciò che la mano stringe,
freddo intenso.
Un alito si sente,
scalda. | 

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 | Sento il profumo,
passa accarezzando
i ricordi.
Vecchi racconti
di vita vissuta.
Nella stanza vuota,
si sentono gli echi
delle voci,
fanno il girotondo
con le fragranze
di quei giorni.
Il fumo crea disegni
di una sigaretta inesistente
ma nitida nella mente. | 

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Smarrita
in quell'impronta,
adeguando scarpe
che sgusciano.
Allaccio le stringhe,
raccolgo i semi,
percorrendo ogni
parte di perimetro.
Paletti in legno
si trasformano in scala,
porta in alto
senza fine.
Quell'impronta vissuta,
ricca di insegnamenti,
la coltivo,
conservo,
crescendoci dentro. | 

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Quel giorno,
pensando
potesse bastare,
percorrere di nuovo
ciò che è stato.
Sorreggendo
bordi sbiaditi,
al contempo
nitidi di storia.
Ricordando
luci e colori,
sorrisi e abbracci veri.
Rincorrendo
gli attimi,
conservandoli,
tra le pagine che leggo ancora. | 

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Guardando il cielo,
chiedo alle stelle,
che mi raccontino di te.
Che disegnino
nell'infinito,
il tuo volto.
Compongano vibrando,
il suono della tua voce,
mai dimenticata.
Confezionino i tuoi sorrisi,
per scaldarmi.
Che realzzino i tuoi abbracci,
per proteggermi di nuovo. | 

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Il ricordo,
del grido freddo
senza lacrima.
Mentre qualcuno decideva
ciò che accadeva.
trasformata in marionetta
senza espressione,
non il tempo
di capire.
Come se avessi potuto decidere,
dando una colpa quasi
al tuo abbandono.
Perché era troppo
il fardello sulle spalle,
ancora piccole per ciò che è stato.
Rabbia cresciuta,
senza uscita,
senza sentire,
senza abbracciare il dolore,
per poi lasciare andare
colui che avrebbe tanto voluto
non abbandonare mai. | 

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