| Avvicino dita ad antenne sensibili
respiro il tempo.
Qualcun altro ha vissuto la mia vita
ascoltato la musica a me predestinata
curato le mie rose.
Al buio, tra le mani
qualcosa vola e resta aderente
farfalle, ricordi
lucciole...
ma nulla in realtà è mio
tutto è in comodato d’uso
in questo mio sentirmi
in questo essere donna forte
amata e odiata
e avvolta in cangianti sfumature
tra finzioni e realtà. |
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Il tiratore d’arco mi voltò le spalle
così accesi il freddo con legna piccola.
Il ceppo grande ormai consumato
produsse braci annerite.
Il fumo avvolse le ultime frasi
tossicchiate tra un rimpianto e il futuro
custode di grazia, di forme informi
dall’alone verdastro... |
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| C’è un albero sempreverde
sotto una pettinatura bianca dai boccoli arrotolati
con perfezione maniacale.
Dai rami pendono impacchettati
piccoli doni.
L’acuto sguardo delle scelte li osservò a lungo
e qualcuno fu colto con stupita diffidenza.
La donna uccello non si lascia mai sorprendere
e ingabbiare per sempre.
Dall’ alto osservò identità
liete di allargarsi in cerchi di vita
repliche di primavere somiglianti ad autunni
brezze tiepide dal rumore d’acqua
ma fu quando senti un grande respiro
quello che sopravvive alla vita
che la donna uccello volò in basso
presso il monumento ai caduti.
Volò lì, dove furono incise
date di vita e morte
dove tutti furono chiamati con lo stesso nome
amore, amore, amore...
Era il tempo confuso d’ore luminose
che riempivano un nido vuoto.
La donna uccello fu airone, falco, tortora
ma da quando si ritrovò cuculo, da allora, non parlò quasi più
e non tornò più in cima... |
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| Non è servito rinchiuderla
sbocconcellarla pian piano
convincerla che farsi divorare è utile
che il mondo è bello perché dopo la neve
è primavera.
No, lei così pessimista non ascolta
indifferente, non chiede, non sa
se é più commestibile, l’amore o la paura.
Anche ora, anche ora lei parla sottovoce.
Bellezza dove sei? Tra gli alberi,
tra gli aironi che pendono
Come grosse pigne scure, dove?
Non ti vedo più.
Nelle pieghe del tempo c’è solo un guinzaglio
che si allunga a dismisura
agganciato a un cane che urina debolezza
piroettando insistentemente
addosso ai muri, ai tronchi secchi
a fogli bianchi gettati in strada.
Vorrei farlo io, sai? Sciogliermi con disinvoltura
disintegrare tossine e risorgere leggera.
Io che ho una voglia pazza di sbriciolarmi in emozioni
ritrovarmi negli altri, e non vi riesco... |
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| Qualcuno ha spalancato la via di fuga
il freddo mi avvolge.
Metto una sciarpa sulle caviglie
la recita è già iniziata
io non mi accorgo del mio turno
arriva improvviso
rischio di dimenticare qualcosa.
La sala è buia, la luce alle spalle
mi protegge dagli sguardi.
La commedia iniziata con una nota allegra
termina con uno sparo
molti applaudono
qualcuno grida "brava!"
Io vorrei solo dormire
ricominciare al caldo, senza sciarpe. |
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| Interrati alcuni nomi, come fossero bulbi
posso riposare ora.
Ho l’identità di un fiore oggi
sono leggera ho la corolla bianca
il corpo- foglia che reagisce appena appena.
Nel cuore la mappa delle radici resiste
ricorda il vento alle spalle che spingeva
un dire nebbioso a perdersi
verso la campagna.
Io vicina allo zero, mi rinnovo
sotto l’ultima neve.
Nel quaderno verde maturano appunti
ricordati la Tari, il dottore
il bucato, il settecentotrenta.
Fuori c’è luce tra le nubi
ma dentro, solo pigrizia e canta supremazia.
Accendo il fuoco, bolle qualcosa
nel tumulto d’acqua
si mischiano carne e aromi.
Con un rumore di fuga si dissolvono
come giorni, notti, illusioni.
Qualcuno gratta alla porta, forse è il cane.
E di nuovo è primavera.
Entra o esce?
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| C’è uno spazio, piccolo, dove vivo giorni chiari
contraddizioni e oscurità protette.
Svestita da ambizioni, coperta da colori non miei
come non fossi mai stata e rimuginando luci
sto drenando acque reflue.
Nella testa sono impresse poche date
essenziali per lo scoppio
e l’agonia collosa del rimorso.
Qualcuno disse() “Non provocate la morte
con gli errori della vostra vita”.
Qualcuno suggerì inascoltato:
usa cautela nella ricerca della cornice preziosa
perché il corpo è altro, ricostruisce sempre accuse
e non perdona... |
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| Al male inguaribile sgomenta la dolcezza
la vitalità animale.
Lascio il dolore insopportabile a terra
come nebbia esala sul mio corpo
che immobile respira piano
mentre in alto le stelle ammiccano col loro fuoco.
Esco fuori dal corpo senza rumore
E mi amo. E amo. Potrei farlo senza ostacoli
prudenza o veli
potrei diventare qualsiasi cosa
ora, notturna e diurna
vibrante e imperfetta, ma viva
pur così dimezzata...
Mutarmi in una metamorfosi folle
in falco, spezzare l’aria di cristallo senza ferirmi
e chiederti scusa, chiedere scusa al mondo
perché spesso io lo dimentico...
Potrei volando, entrando dagli occhi
insediarmi nel cane del vicino che danza
in circolo, cantando solitudini da tenore
ritrovarmi con un brivido di meravigliosa paura
in piccola carne di topo
o in affamato scarafaggio ripugnante
trasformarmi con una blasfema transustanziazione
in pane, sfamare la mia e altrui fame
ridere fino a sentirne l’eco sui muri insormontabili
qui intorno
sfidare me stessa e gettandomi, acqua sul fuoco
ritrovarmi in un uomo
nell’uomo smemorato, indifferente
e solo...
e poi riuscire a cambiarlo. |
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| Ho deposto un fiore su strade vuote
selce dura
qualcuno l’ha raccolto
è chiave che apre stanze
dove coltelli e pane si amano
scandendo atmosfere sensuali.
Alla finestra
ho fissato con mollette di legno
il bucato d’anima
lenzuola colorate, arcobaleni;
braccia senza capo
si sporgono verso i sassi
gocciolando latte e vita
asciugando piano.
È così semplice affacciarsi ancora
tirando fili di sorrisi
è lavarsi le mani
raccogliendo giocattoli rotti... |
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| Invidio alla creazione gli applausi delle foglie
quel danzare fresco nel vento
luminose e compatte
unite alle compagne.
La memoria oggi barcolla
su filigrane di errori
mi consumo
ascoltando bisbigli di ombre
suoni d’acqua
che non lavano distanze d’anima.
Quanto vorrei essere foglia caduca
donare solo ombra dolce
aiutare col solo obbligo
di esistere una stagione.
Nei viali del mattino
ancora umidi dell’antico pianto della notte
passeggio, ritrovo consueti percorsi
dubbi, e infinita solitudine
mentre vorrei essere solo colore.
Se fossi foglia caduca con l’ultimo abito rosso
appena dorato da pretese lontane
mi appagherei concimando la terra
aiutando semi a crescere forti e migliori;
saprei essere gregaria
senza pretese
mai replicherei suppliche di vento
mai vorrei essere albero
con le mani protese perennemente al cielo:
nella sua scorza c’è un dolore che cresce
inarrestabile ad ogni stagione.
Ditemi, perché non cambiamo mai? |
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| Di che colore è la tua ansia?
- Grigia, è solo ombra.
Quando arriva?
- È mattiniera, all’alba con un miagolio
confuso con quello del mio gatto.
Arriva da sola?
- Qualche volta con l’amore
qualche altra con la paura.
Resta a lungo?
- Il tempo di sferzarmi il cuore.
Perché non ti lascia in pace?
- Ho l’abitudine al ricordo.
Cosa le offri, da buona ospite?
- Tutto ciò che amo di più, e una preghiera...
Nessuno sa dove vanno a nascondersi le tenebre e i ricordi
Nessuno sa come nascono i colori. |
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Pensionata dal 2010, faccio tutto quello che per mancanza di tempo non potevo fare. Mi piace scrivere, la poesia come la fotografia, pittura e scrittura, sono per me liberazione della mente. Chi scrive prima o poi vuole mettersi alla prova. E' successo anche a me e fino al 2013 ho partecipato ad alcuni concorsi di poesia ottenendo riconoscimenti:
* Tre primi premi e vari attestati per arte, video poesia e pubblicazioni in antologie, che mi hanno spinto a continuare ad esprimere i miei pensieri. A novembre 2012 ho pubblicato il mio primo libro di poesie IMPRONTE NEL TEMPO. Il link: http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/v/903387/- 3° posto poesia edita Premio Leandro Polverini 2013 Sez.minimalista - a gennaio 2014 il secondo libro DISTANZE D'ANIMA collana Schegge d'oro Ediz.Montedit, come premio per il I° posto XVI Concorso Ottavio Nipoti.
Sono presente con un mio racconto, nel primo volume del libro SKERRY AA.VV. concorso letterario narrativa 7^edizione OCEANO DI CARTA 2016.
Problemi di salute mi impediscono di stare sul web come vorrei. Per questo a volte mi metto in pausa fino a quando recupero le forze. Un abbraccio a chi mi legge.
P.S. - Sono presente nel web con altri pseudonimi...per buona pace di chi insinua plagi. |
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