E la dolce primavera,
dopo il freddo inverno
e le spaventevoli tormente,
a passi di danza
s'avvicina,
con le sue piogge,
i suoi tepidi venti
e il suo vivificante calore.
S'affaccia la timida lucertola
a respirar la natura incantata
e trasognata
carica di vapori,
che, ai primi raggi del sole,
si dissolvono.
Intanto una rondine fa capolino
e il passero amorevolmente
trasporta fuscelli nel becco
per il prossimo nido. |
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Tra filari di ulivi secolari,
in compagnia di passeri e fringuelli,
un'aria salùbre e frizzante respiro
in questa'alba di dolce e precoce primavera.
Con passo felpato mi muovo
su perle di gocce brillanti,
cadute dalle verdi foglie,
d'una fresca rugiada mattutina.
Tra rovi, arbusti e cespugli,
con gemme ancora latenti,
un inebriante profumo mi prende
di alloro, di timo e rosmarino.
Sul velluto di un manto mi adagio
di variopinti fiori campestri
mossi appena da un vento leggero,
sono onde increspate del mare.
Ma, dopo, verrà il forte vento,
tornerà di nuovo il gelo
e la candida neve tutto coprirà.
Non importa...
Con ansia aspetterò
l'alba dolce
di un'altra precoce primavera. |
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Allor che figlia del mattin l'Aurora
fresca di rose la notte abbandona
vassene con l'aratro il contadino
ver la riarsa campagna e rugiadosa.
Col cavallo amico affonda il vomere
nell'arido terren con lunghi solchi
per coprire in fretta del grano i semi
che poi saranno pane alla famiglia.
Festanti gli augelli fan mille giri
e beccando semi l'un dopo l'altro
dicon grazie col loro dolce canto.
Sorride il contadino col cavallo
e quando il sole ha salutato il giorno
riede a casa per la frugale mensa. |
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Minaccia la tempesta l'aer imbruna
serpi su nel cielo volan di fuoco
rimbomba sì gran tuono nella valle
e il mare mugghia di procelle greve.
Si celan gli augelli nei fitti boschi
certo rifugio tra ombrifere foglie
obliando i melodiosi canti che in ciel
s'udian festanti tra dorate nubi.
Garriscon le rondini basse nell'aer
sfiorando del prato in fiore il profumo
con turbinosa tempesta ch'avanza.
Squarciasi il cielo di nembi infuocati
tuonan le nubi e l'oceano ruggisce
sul barcone di migranti ricolmo. |
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Tra un sasso e l'altro
tremulo il ruscello
canta il suo verso.
Stanchi steli si curvan
da fresca carezza
baciati.
Specchiansi le corolle
nell'acqua cristallina
e dall'onda chiara
si lascian lambire.
Gocce rutilanti di luce
incontrano il cielo
arriva il sole
col profumo inebriante
di terre lontane. |
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Era da tempo
che non vedevo
una rondine
nel mio verde giardino.
Oggi,
in un cielo terso
d’un tramonto vermiglio,
prima una, poi un’altra,
poi... tante rondini
han fatto corona
in concentrici cerchi
volteggiando intorno
ad un albero di nespolo.
Ed in questo verde smeraldo
e giallo oro,
sinfonia di colori e sapori,
ho ascoltato
in religioso silenzio
gli occhi chiusi
d’incantevole sogno
il loro lungo
dolce
garrire. |
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E tu Primavera, ch'appena appari,
tosto scompari, e non vedi i colori
variopinti del tuo arcobaleno,
dimmi perché tanto t'attardi ancora,
poi che un vento mortale i rami sferza
di secolari piante di smeraldo,
e la campagna, dianzi verdeggiante,
ora langue, e, con tanta speme, attende.
Ritorna presto, amica Primavera,
a rinverdire coi tuoi fiori i campi,
e a diradar coi tuoi profumi il vento,
che forte scuote ancora quelle piante,
che stan con mani tese verso il cielo.
Ritorna presto, amica Primavera. |
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Il vento
la valle attraversa,
con sibilo lieve
caccia l'ondata di caldo,
perfida nemica.
Un lampo
il mare di nubi livido squarcia,
fulmini in cielo
serpi di fuoco,
tuoni su tuoni,
rotolar di montagne
un crollar nei burroni.
Pochi secondi
in terminabili
e poi...
torna il sereno. |
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Tra i filari di ulivi secolari
proseguivo lento il mio cammino,
assorto, respiravo il lor profumo
ed il candor di perle rugiadose.
Cantava su quei rami di smeraldo
un piccolo fringuello infreddolito,
che presi con amor tra le mie mani,
e lui, con occhi dolci, disse grazie.
Poi lo lasciai volare su nel cielo,
e l'augellino, dopo un girotondo,
si dileguò tra l'onde verdeggianti.
Ed io tornai a casa rinfrancato,
avevo respirato aria salùbre,
mentre la sera ormai era calata. |
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Ed il sereno sparve in un momento
ch'avea di sè riempito il mondo intero.
Rimbomba il tuono mentre mugghia il vento,
ed ognuno ha paura per davvero.
Gli augelli, ad uno ad uno, pel spavento,
nei loro nidi, come in un maniero,
ritorno han fatto senza alcun lamento,
ed al sicuro son tornati invero.
Solo una rondine s'attarda in volo,
poi che dai suoi compagni è abbandonata,
ma trova lo sparviero che l'aiuta.
E lei, veloce, scende giù dal molo,
un pesce prende nella sua picchiata,
che porta ai rondinini, ormai riavuta. |
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Con il fruscio di foglie secche al vento,
Ottobre lentamente s’allontana,
lasciando in botti il mosto in gran fermento,
col favor d’una mite tramontana.
S’asconde la lucerta nella tana
ed attende in letargo altro momento,
quando, col sole amico, all’aria sana,
un po’ s’affaccerà, con passo lento.
Ed io accendo il ceppo nel camino,
e aspetterò con gioia, amore mio,
l’azzurro dei tuoi occhi, nei miei fisso.
E insieme danzerem fino al mattino,
senza paura alcuna dell’abisso,
fidando nell’aiuto del buon Dio. |
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