Canto per te, mia luna, una canzone
per farti compagnia nella notte,
quando solinga vaghi su nel cielo,
per rischiarar vallate, borghi e monti
con i tuoi raggi argentei e silenziosi.
E col mio canto, danzi tu col mare,
ove ami poi specchiarti per sognare,
ed anch’io, che ti guardo con dolcezza,
mi immergo trasognato nel tuo alone,
e nei miei sogni danzo con le stelle. |
|
|
|
Nel fiore che al sole s’apre al mattino
e inebria il cuore d’un dolce profumo
ti vedo mio Dio.
Nella goccia d’acqua d’un mare immenso
che la corolla assetata disseta
ti vedo mio Dio.
Nel gesto pudico di mano tesa
che cerca soltanto un picciol sorriso
ti vedo mio Dio.
Nel silente di neonato guaito
che invoca a tutti il diritto alla vita
ti vedo mio Dio.
Nel volo in cielo di bianche colombe
ch’aleggiano pace al mondo sì sordo
ti vedo mio Dio. |
|
|
|
Passa il tempo come roseo mattino
che pria di luce s'adorna del sole
e nei frondosi rami del giardino
ha già i colori di tenere viole.
Passa il tempo, così vuole il destino,
che, col suo beffardo sorriso, suole
l'uomo ingannare e tenerlo vicino
all'abisso, ove il buttarlo non duole.
Tu, piccolo uomo di fango vestito,
ch'altero il simil tuo vuoi soggiogare,
il cuore ascolta e non sarai pentito.
Se poi tu hai voglia ancor di sognare,
non aspettare che arrivi la sera,
vivi ogni istante la tua primavera. |
|
|
|
Senza toccarmi mi sfiori ogni sera
nell'aer aleggi qual bianca colomba
mentre mi sento sereno ed in pace
nel respiro del tuo dolce sorriso.
Angelo sei tu mandato da Dio
a rischiarar le tenebre di notte
poi che luce sei tu di mia ombra
che nel cielo azzurro vaga silente.
Madre affettuosa carezzi i miei sogni
padre premuroso guidi i miei passi
in questo mio lungo ed arduo cammino.
Angelo di Dio sii tu il custode
sempre e dovunque di notte e di giorno
di questo piccolo povero cuore. |
|
|
|
E la dolce primavera,
dopo il freddo inverno
e le spaventevoli tormente,
a passi di danza
s'avvicina,
con le sue piogge,
i suoi tepidi venti
e il suo vivificante calore.
S'affaccia la timida lucertola
a respirar la natura incantata
e trasognata
carica di vapori,
che, ai primi raggi del sole,
si dissolvono.
Intanto una rondine fa capolino
e il passero amorevolmente
trasporta fuscelli nel becco
per il prossimo nido. |
|
|
|
|