Un sorso per dimenticare
ritrovarsi in quel baratro
ove piccole anguille
vorticosamente danzano
luci psichedeliche inebriano
ricercasi motivo d'autodistruzione
soffre
volontà incatenata
piccole gocce
chiedono aiuto
pallore pervade
velando il presente
ad un passo dal traguardo
tutto tace. |
|
|
|
Lo sguardo è lontano
Occhi lucidi
Gote intrise da calde lacrime
Singulti terribili
Respiri affannosi
-----------------
Soffrono
-------------
Tutt'intorno è silenzio
Piccoli abbandonati
Chiedono
Un gesto d'amore
Chiedono amore
-------------
Soffrono
-------------
Piedini nudi
Sopra ciottoli
Vorrebbero correre
Desiderio negato
Da sì tanto dolore. |
|
|
|
La vita è... come un arcobaleno,
è una curva gioiosa,
è una curva dolorosa.
La vita è... lunga,
vedi passare avanti a te mille peripezie
ognuna delle quali ha il suo profumo,
la sua fatica, il suo sudore.
Ancora oggi ti parlano,
pur essendo così invecchiati, consumati, corrosi,
cercano in te calore, affetto,
una nota di musica che rallegri i loro cuori
e ti dicono: ”sennò si muore! ” |
|
|
|
Il candore di piccoli fiocchi
si posa delicatamente sul selciato
momenti irripetibili
capaci di riscaldare ancor più
quanto nel cuore arde
piccoli passerotti
come impazziti
alla ricerca di cibo
instancabili
cinguettano
zoppicando
cammina il poverello
una lunga sciarpa tocca terra
forza non ha
per sollevare braccia
freddo nel petto batte
solo gelo attorno
un guanto bucato
timido appare
aiuto sembra chiedere
.
estremi della vita
convivono. |
|
|
|
Pacchetti pacchettini attirano il cliente
in bella mostra
colori fanno a gara per imporsi
ognuno il suo gusto
scricchiolano nelle mani
forte il desiderio di quel fil di fumo
appena aperto profumo inebria
richiesta di fuoco per soddisfare
ciechi gli occhi a quelle inutili parole
colpi di tosse fanno compagnia
stringendosi la mano
in breve niente resta
solo un buchetto
in quel contenitore d'ossigeno
pronto ad ampliarsi
nel girotondo del vizio. |
|
|
|
Piccoli indifesi
a piedi nudi
corrono
per le strade della vita
la loro vita
fatta solo
di ciottoli da calciare
non un biscotto
che addolcisca le ore
dove solo
luci spente sono compagne
sorrisi
vivono soltanto
in quelle fredde pietre
che fanno sognare. |
|
|
|
Una guida
per i nostri occhi
che più non vedono
camminava
trotterellando sulla via
delicato quel
"ehi, te dove vai?"
Dolcemente
quel guinzaglio deviava
teneri quegli occhi
che parlavano
soffice quel manto
accarezzava. |
|
|
|
Gioia nel vedere
piccoli piedini scuri
correre su vecchi ciottoli
alla scoperta di un mondo
fatto anche per loro.
Non ci sono barriere
che impediscano la felicità,
non ci sono...
niente
che loro non possano godere.
Piccoli piedini chiari
si confondono
come in un turbine,
un delicato ”cinguettio”
ti avvolge e... sorridi.
Vorresti che tutto non finisse
ed il pensiero corre lontano
dove la sofferenza non manca,
ti appelli in Alto
e... speri. |
|
|
|
Carpisce volontà il tempo
imperterrito se ne va
annullando
quel pizzico d’estrosità
capace di materializzarsi
quando lampadina s’accende
si appannano gli occhi
altra luce abbaglia
forte il desiderio di pace
s’estende come panni al vento
sventolando
anime d’intorno soffrono
propositi infiacchiscono
spiragli
lontano espatriano
eclissandosi. |
|
|
|
Rinnegare la Luce
che dalla notte dei tempi
non muore
come serpenti strusciano verbi
sibilando il male
accanimento s’abbatte
su quel che non vedono
pensieri seminano il terrore
per quel traguardo desiderato
non facile imporsi
il tempo miete le sue vittime
comprensione non vive!. |
|
|
|
Basta niente per perdere il senno
milioni di gamberetti
inutilmente
cercano di districarsi in quella bolgia
ove impera il nulla
figure geometriche
parlano di sé
quasi a voler elargire
quella vista
illuminata dal sole
difficile accettare imposizioni
quando ancor un crostaceo
smaniando si affanna
onde dimostrare
saggezza. |
|
|
|
Gli occhi
vedono
esprimono
piangono
si commuovono
ridono
vivono
per darti la felicità
senza di loro
il niente
puoi solo piangere
in attesa di quel dono
che altre lacrime
avrà fatto versare. |
|
|
|
Quei diritti acquisiti con il proprio soffrire
rimbalzano qua e là senza un perché
micidiale quel senso di privazione
si estende a macchia d’olio
occhioni interrogano
trattenendo lucciconi
intaccate speranze
si spogliano
nudità
celano dignità. |
|
|
|
Piccoli indifesi
costretti dal destino
ad un amore forzato
strappati
dalle ali di lei
con tatto vi cingeva
soli
in un mondo senza cuore
attendete con ansia
la vostra maturità
è mancato
quel caldo abbraccio
il soffice bacio
l’avete solo sognato
vane le ricerche
accompagneranno
in attesa di uno squillo
carte bollate documenti
amici per la pelle
nella ricerca della felicità. |
|
|
|
Un grido s’eleva improvviso
la terra con i suoi acciacchi
alza bandiera bianca
ovunque esplode liquido rosso
saturo il suolo
fuggiaschi in casa nostra
altrove cerchiamo pace
buio intorno
riflette nel cuore
tremendamente pece
ai visceri si attacca
.
sfocata luce
lontano
fa capolino. |
|
|
|
Cos'è quello scricchiolìo
che ogni giorno sembra chiamare
come trottola rinnova
il suo sentire
non si vergogna
sguardo profondo cerca i tuoi occhi
in un mare d'incomprensione
fatica stare a galla
la volontà non demorde
una forza tremenda
scatena un temporale
riflette lo specchio
uno due tre ...
ov'è il dissimile?
Accendiamo la pila
finisce la batteria. |
|
|
|
| Un brulicare di gente
in un girotondo
di pensieri e problemi
da mattina a sera
vaga per le strade.
In mezzo a loro
uomini, donne
con bizzarri problemi,
anime sensibili
ed un cuore grande grande.
Perle rare
non da tutti accettati,
con la loro forza,
il loro spirito,
in alto arriveranno! . |
|
|
|
| Un sobbalzo stamani
davanti alla civetta
"clochard muore fra la gente che fa shopping"
una domanda mi sono posta
ma è Natale?
Incredula ho sfogliato pagine
dove dove?
Duecento metri separavano
ancor più è salita la rabbia
un urlo avrei voluto gettare al vento
Siamo nel duemila
cose dell'altro mondo
mille piedi calpestavano quel marciapiede
altro interrogativo
nessuno se n'è accorto?. |
|
|
|
| Anime in attesa
chissà di cosa
occhi vuoti
distrutti dal gelo
s’interrogano
radici ormai disperse
si materializzano
forza sovrumana
solo per poco
vince il primo round
un ritorno al passato
onde capovolgere il presente
fatto solo di dolore. |
|
|
|
| Brutta bestia quel fiume rosso
invalida la mente
silenzioso
carpisce attimi di vita
solo vuoto attorno
soffrono affetti
quel centellinare corrode
altera energia
come non accorgersene
pozzo inghiottisce
sogghignando
cattura. |
|
|
|
| Occhi spenti
che guardano e non vedono
rinnovano paure
che vorrebbero essere dimenticate.
Come cuccioli
si rintanano nel loro mondo
a contare a soffrire
momenti che altri
inutilmente cercano di capire.
Urla deliranti
fendono l'aria
come burattini
vagano qua e là
cercando la vera anima
racchiusa in quell'ambiente
senza luce né calore.
Abbandonati a se stessi
aspettano il niente
che riempia loro la vita. |
|
|
|
| Quel centellinare spacca le meningi
fuggire
onde salvare quel che nelle vene
come fuoco arde
girandola accalappia
stride volontà
adrenalina s'impone
in solitario
parole parole s'inceppano
questuando forza
ov'è quel limite
tomi sentenziano la fine
orrore!. |
|
|
|
| Grande distesa di sabbia
agli occhi di quei piccoli,
in lontananza ombrelloni a non finire
disegnano i colori dell'arcobaleno,
un corri corri per raggiungerli
un grido si disperde nell'aria:
"tornate, tornate qui,
sono questi i vostri ombrelloni,
sono grandi, vi riparano meglio".
Uno sguardo,
sono tutti bianchi, sono tristi,
non hanno i colori dell'iride.
Pensieri si inseguono,
secchielli, formine, palette,
buttati là
non bastano a rallegrare quei piccini,
non c'è la loro famiglia
con la quale baloccarsi. |
|
|
|
| Piccoli angeli
alla ricerca d'un sorriso
trotterellando giocano
né una palla né una bambola
posata sul loro cuore
Sono rimaste là
fra quelle pietre ad attendere
come l'orsacchiotto
che una mano amica
dolcemente accarezzava
La sera arriva con le sue ombre
portando con sé la paura
calde braccia stringono
cercando d'asciugare lacrime
ninna nanna - ninna nanna... |
|
|
|
| Soffice quel panino attira su di sé l'attenzione
una due tre quattro ruote lo sfiorano
occhini lucidi trattengono il respiro
i morsi della fame hanno il sopravvento
scansando ciottoli si tuffa quel piccolo
allungando manina
come chela cattura
un sospiro un attimo
incredulità smarrisce
scrutando attorno con timore
tremante con delicatezza inforna
sorride!. |
|
|
|
| Occhi di fuoco
trivellano grate
impotenti remissivi
tacciono il dolore
Notti di fuoco
catturano l’istante
avvolgenti caramelle
ingurgitano il baratro
Pensieri di fuoco
su rotaie stridono
braccati s’ingegnano
una lotta senza pari
Parole di fuoco
s’innalzano
grida disperate
tumultuose gorgheggiano
è febbre di libertà!. |
|
|
|
| Gioia spostare un oggetto
da una scatola all'altra
non parla non sente
quel che dona è superbo
piccolezze s'impongono
fanno parte della vita
cogliere al volo dobbiamo
non gettare al vento
nuovo sarà vecchio
il mondo è colmo d'inutili monili
lasciamo che invadano laggiù
ove la miseria è padrona
buona azione non farà soffrire
doppio guadagno troveremo
l'anima pulita
un cuore grande grande!. |
|
|
|
| Guardando attorno smarrita
mi soffermo su quel luccichio
volatilizzato ormai
manciata di denari
se n’è volata via
il suo valore un tempo echeggiava
bandolo di una matassa
incomprensibile
cercasi il significato
di simile inganno
se non dilapidare
chi le tasche ha
purtroppo vuote
lontano il pensiero
verso chi con fatica sopravvive
senza dimenticare
coloro che
per un pezzo di pane muoiono. |
|
|
|
| Morbide piume
accarezzano pelle
sfiorando
delicatamente il volto
ove le pieghe
parlano di sé
pensieri volano lontano
verso chi ha
solo pietra ove riposare
cartoni per riscaldare
piccolo fornellino
per cuocere mele
unico sostentamento
per correre in quella strada
che è la vita. |
|
|
|
| Fa male al cuore
aggirarsi in quegli spazi
ove cuori ancora palpitano
ed occhi implorano solo amore
scarne quelle mani
rispecchiano il passato
desiderose di un bacio
porgono
soli
in un mondo che non ha tempo
trovano la forza
per un sorriso
attendono... |
|
|
|
| Differenze inconcepibili
si muovono in ogni anfratto
valori si prendono per mano
accerchiando miserabili
una ballata disumana
segna la nostra vita
carosello d'emozioni
seppur intrise di goccioloni
ticchettii invadenti
a ricordare doveri
spremono il borsello
silenzioso piange ogni dì. |
|
|
|
| Cammina un vecchietto
appoggiato al bastone
argentea chioma rivela età
sguardo si perde
nel rumore assordante
impavido avanza
attende la sua mèta
una minestra calda
un giaciglio per la notte
catturano un sorriso
balbettano labbra
un grazie rivelano. |
|
|
|
| Urla disperate
nel silenzio
squarciano il buio
nebbia
sale sino al cielo
cancellando la vita
occhi smarriti
con timore seguono mani
capaci di sfidare la pietra
uno due tre ...
piano piano
...un respiro
non distante
corpi attendono
l'ultimo bacio. |
|
|
|
| Un sorriso
non chiedete altro
onde poter vivere istanti di luce
quotidianità non molla
piccole azioni sorridono
ricercando effusioni
come fanciulli saltate
occasioni non mancano
il presente non si vergogna
sempre pronto
a mietere l'indispensabile
per vivere
non lasciatevi avvolgere
da quella patina
che prepotentemente si fa strada. |
|
|
|
| Buttati là su quel gradino
non sanno che fine faranno
di getto riflessioni scompigliano
verità come burattini tentennano
domande a non finire
riflessioni perpetuamente incombono
anche questo è il mondo di oggi
non facile prenderne atto
morte incombe ovunque
per la loro mancanza
piccoli indifesi
occhioni grandi grandi
elemosinano la vita
insufficiente il latte che sgorga
povertà vince su tutto. |
|
|
|
| Ove è finito quell’omino
sotto l’ombrello cucinava
pentole mestoli vibravano
alto il fumo disegnava
su ciottoli cenci tremavano
sigaretta di fortuna volteggiava
gioiello unico nell’ore
fanciulli
si fermavano
stupiti interrogavano
occhi dolci accarezzavano
non v’era mano tesa
solo gioia respirava. |
|
|
|
Piccole mani sporche
si trastullano con monetine
un passante si avvicina
veloci veloci
spariscono quei soldini
in attesa d'un nuovo gioco
fredde manine parlano
ditini chiamano
vuoto intorno. |
|
|
|
Come macchinette
camici bianchi
senza sosta ingoiano chilometri
lungo quei corridoi
respirano sofferenze
fievoli urla chiedono aiuto
non vivono sorrisi
solo occhi inzuppati
in attesa del verdetto. |
|
|
|
Sacco in spalla
cammini per le strade della città
col capo rivolto verso il selciato
non hai scarpe
solo calli ai piedi
che ad ogni sassolino fanno ...ohi!
cerchi un posto per la notte
raccogliendo cartoni
per il freddo che punge
sali quei tre gradini che separano
dal traffico cittadino
una piccola bottiglia di vino per riscaldarti
alleggerisce la solitudine
ti adagi piano piano
con i dolori che fanno compagnia
chissà se prima di addormentarti
rivolgi un pensiero
a chi dall'alto vede e ci guida
magari ringraziando
per quello che anche oggi ha donato
cercando le stelle che tardano ad arrivare. |
|
|
|
| Inesorabilmente passa il tempo
quei segni strappano il cuore
lucidità negli occhi sembra svanire
labbra tremolanti sussurrano parole incomprensibili
le forze sempre più abbandonano
quella sedia l'unica grande amica
vive il mondo attorno scrollando pensieri
non intaccano
chi vive in quel nuovo ambiente
cercando solo un sorriso
una mano che sincera
aiuti a rimuovere quella tenda
che senza complimenti
copre desiderio di vita. |
|
|
|
| Non facile comprendere
cosa si nasconde tra quei muri
palpitano cuori alla ricerca di amore
piccoli incompresi
alla ricerca d’una famiglia
senza fare distinzioni
respirano fiducia
ma per quanto non si sa
manine si arrampicano
sorride mignolino
virgola che affascina
catturando lo sguardo
ancora lontana la maggiore età
traguardo
costellato da ciottoli. |
|
|
|
| Seduti là su quella panchina
occhi bassi a cercar riposo
dopo il lungo cammino
mani tremanti
ancor vorrebbero
raccogliere un fiore per donare a lei
respirando profumi d'un tempo
al contrario
soli e abbandonati
con il cuore spezzato
mani tremolanti
sfiorano il petto
a trattenere il dolore
che lacera. |
|
|
|
| Siringhe infette giacciono sul selciato
esprimendo ognuna un passato da brivido
corrono festosi piccoli marmocchi
intorno a quel totem saturo di colori
estremi s’incrociano
a ricordare un presente ove non perdersi
cercando passioni dove immergersi
assaporando tratti di vita
forza e coraggio in alto sul podio
celebrano il loro sentire
incuranti di quell’inferno
sempre vicino. |
|
|
|
| Piccoli monelli
stazionano ogni giorno sulla via
lasciandosi catturare
da quel dolce far niente
creando fantasie
birbanti occhioni lasciano il segno
suggestioni incalzano
desiderio di giochi
sempre più forte
freme calpestio
impazienti
raccolgono un sassolino
basta poco
felicità alberga nel loro cuore. |
|
|
|
| Serenità nel sorriso
in quello sguardo
che richiama amore
purezza nell’abito
un ritorno al passato
quando devozione
era pane quotidiano
delicatezza materna
piccola guida
cinge le spalle
gioiosamente
ancora gira quella fune
divertendo
spiritualità tra le mura
soffice sentire
inebria
velo incuriosisce
cuore di bambina
inutilmente cerca
non comprende. |
|
|
|
| Era bianco il loro cuore
non chiedeva un taglio netto
solo vivere in quella via
ove sin da piccoli si lasciavano cingere
da chi amante della natura
trovava per loro una parola buona
tristezza rabbia vanno a braccetto
l’impensabile è planato
adagiati là su quel selciato
foglie al vento
grondano resina
lucciconi scivolano
abbracciando rami
ultima stazione. |
|
|
|
| Scavando senza sosta
cerchi parole onde poter
affrontare la vita con più disinvoltura
non facile riuscire
in un momento che
intorno tutto esplode
serenità cancellata
paura nel cuore
lacrime non si contano
timore per il domani. |
|
|
|
|
Berta - nata a Firenze l’8. 9. 1947, sono quindi una donna con una certa età, anche se oggi sembra che non si debba dire anziano sino all’età di 80 anni.
Sembra buffo, ma l’età che sento di avere sono solo 33 anni, essendo il mio spirito molto giovanile ed allegro - anche se in alcune poesie può sembrare il contrario -.
Sono felicemente sposata con due figli ormai abbondantemente quarantenni.
Ho cominciato a scrivere la storia della mia vita all’età di 12 anni e portata a termine a 50 anni, lasciando intatte le parole di allora.
Ho iniziato invece a scrivere poesie quasi per gioco, guarda strano, a 33 anni - sulla spiaggia con i miei figli - anche se fino dalla tenera età mi è sempre piaciuto buttare fuori all’improvviso piccoli pensieri profondi che però non venivano mai recepiti anzi, tutti prendevano in giro e così sono andata avanti nel tempo mettendoli a dormire, sino a quando un bel giorno ho detto:
" Basta - cosa importa di quanto dicono gli altri - scrivo per me!".
Ero solo cresciuta.
Premetto che non pretendo essere una scrittrice, anche perché le scuole fatte non me lo hanno permesso (avviamento commerciale).
a tutti |
|