Rimodellate anime
d'uccelli a guisa,
esulando limiti
avvinti spaziano
in cromatiche sensazioni,
godendo
d'un piacere sensuale
di saper esser vivi
di poter amare.
Trattenute mani
in un intreccio
nel ricrearsi dentro,
sono petali di rosa
i sospiri d'amore
d'un sesso tenero, carezzevole,
Assolti cedono
a iridescenti spazi
nell'irragionevolezza
scompongono
l'invadente patita ragione. | 

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Attraggo l'emozione e
del tuo respiro vivo,
ascrivo sguardi ai tuoi spazi
per perdermi in orizzonti
assieme sognati.
Quell'Amore
che sempre ha un senso
me lo dedichi
destando certezze, e
nella notte,
come cigno in te reclino il capo,
la carezza
poggiata sul mio corpo stanco
circoscrive un mondo tutto nostro,
ed in quell'attimo, perdo il respiro,
labbra silenziose
nell'intimo articolano
versi d'amore, di passione.
In te vorrei entrare
prigioniera restare,
del tuo cielo,
dove passeggia il pensiero,
sapere
cosa rimane del nostro tempo.
La paura di perderti
mi blocca l'anima,
lo so,
il presente stà sfumando dolce
stringendoci nella nostra eternità. | 


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Tu ci credevi all'Amore...
mentre tiepidi fiotti di pioggia
tra aghi di sole trovavano un varco
intridendo il tuo desolato deserto,
sbocciavano così tra le tue dune
appagati aromatici fiori
che arsi si son in un amplesso
tra carezze d'un vento bugiardo,
alleato d'una costante solare
che dominare solo intendeva.
Ora sei nuovamente, deserto,
come beduino t'attraversa il tempo
lasciando le sue orme sulle dune,
dentro te, però,c'è radice di vita
che paziente aspetta un'altra pioggia
per rivivere...
perché malgrado sia, all'Amore tu ci credi ancora. | 

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Su spine di rose poggiai
il desideroso sospiro
di te, di noi allora,
su ogni petalo lasciai un tormento
che potesse seccarsi col vento
che soffiò nel primo temporale
d'un tempo finito
prima d'iniziare...
ovattati passi sfuggivano il cuore
lasciando fra crespe appesi ricordi
che oggi bussano in notti di luna
quando ancora l'intimo anela amore. | 

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Dilatato silenzio
d'un solitario vuoto,
nella tua evidente assenza
solo rifrazione di te,
avverto un sole rosso
infilarsi nell'orizzonte,
nel tempo d'un sospiro
il tremore della mia debolezza
alla pelle delle stelle
affido,
tu, dall'altra parte della sfera
intuirai...
Non sai quanto
avvolge la tua esigenza,
mentre dalla luna
una lacrima cade. | 

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Sentieri solitari, di sassi del carso,
segnati da una luna bugiarda
che a volte di loro si scorda,
là, dove colonne di legno ornate,
scambiano ignare la felicità col vento,
sussurra la malinconia.
In notti dove il pianto si rincorre,
allora canta forte l'istintivo usignolo
note che nel brivido del buio
svegliano assonnate stelle,
s'abbassa un cielo a coprire
perimetri di muschio profumato d'ombra,
così i nostri corpi pronti ad accogliere
anime non più orfane né tradite
da fatali silenzi tenuti stretti,
riscoprendo una verità che in esse dimora.
Nelle Fosse del vecchio bosco
che l'ombra d'alberi accarezza,
si nasconde per sempre l'abbraccio della morte. | 

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Quell'inquietudine di te quando
nell'evasione ti discosti
e sola all'istante mi sento,
tacito ghermire
come il buio che inavvertito
il barlume assorbe
e ancor di più di me t'impadronisci,
m'incanti come un bocciolo
che si schiude dopo un temporale,
poi, quando con lo sguardo ritorni,
in un sorriso ti comprendo
che come calce bianca
cancella il nero della mia paura.
M'avvicino e trovo labbra accostate
da aprire come aurora
tra le dita dopo una fresca notte
così ritrovo quel respiro,
d'assenso, verziere appartato,
fecondo di promesse e di sapori. | 

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 Verrà il tempo
in cui nel suo specchio
l'ombra dell'anima vedrò scostarsi,
allora chissà se
ti soffermerai a me accanto
e al residuo angolo di vita
l'immagine di te, di un fiore,
vedrò specchiarsi sul mio volto
nella stessa gioia, nello stesso dolore.
Di me, non immaginerai di certo
tempeste improvvise d'emozioni,
ormai così intessute in un corpo esausto
dimentico di troppe primavere.
Chissà se serberai
un po' di pazienza d'ascoltare
una voce molto debile
narrarti di canti ad un bambino,
nel divagante pensiero della mente
e, quando, nella sfumata luce,
nasconderò la sbiadita pelle,
chissà se
verrai da me con l'espressione buona,
illuminando un angolo di cuore
dove deposti avrò istanti
in cui siamo morti e rinati assieme.
E verrai... nel giorno da me
con gerle di fresche parole
riempiendo così un grembo vuoto,
distogliendo da una senile afflizione.
Come edera ad un muro
che inesorabile si sgretola,
aspetterò ausilio ogni momento
e allora chissà se
porgerai il giovane leale volto
per poter ravvisare nell'espressione
di considerazione la certezza,
prima d'abbandonare ciò che qui mi trattiene. | 

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Il mio corpo è steso fra ombre d'insonnia
e tu, Luna bonaria segni la strada ferita,
sento accanto l'abbandonato respiro
di Te, amore vero, mentre l'oscuro
la mia lacrima lascia opaca.
Non sai, dietro uno scudo di foglie
nascondo la mia pena,
come un topo, nell'anima rodo
quell'essiccato ramo d'affetto
che m'aspettavo dovesse germogliare.
Sul fianco, lentamente, una carezza
che vuol tranquillizzare, che non si spiega
la mia inquietudine, la mia insicurezza. | 

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Amor profuse
ciglia accostate a labbra...
strinse una cintura di stelle
d'ali d'angelo in preghiera, il velo.
Volse la mente a Romeo e Giulietta
virgineo il trasporto
dimora d'un compiersi agognato.
Nella tetra alba
l'ombra d'un presagio
oscura l'apparenza bugiarda.
Coperta di rose l'avello nostro si figurò...
spire velenose il verbo ostile
di padri e madri nel contendere
il falso manto protettore.
Amarci fu il nostro crimine
fra lembi di brume antiche
cuori in afasia ostacolati,
ma mai vinti, mai.
Profeta il fervore in ogni volontà
Loricati a sfidar il tormento
finché gli occhi del cielo
una luce per noi diffuse.
Oltre il patimento ordinò il destino,
rose scarlatte trofeo d'amore,
così per sempre, nel divinizzar, stretti
chi noi, alla vita assieme, trascelse. | 

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M'incanto nel guardarti,
sei fiore sulla morbida neve,
miraggio d'un bene che rincorro
e non lo sai
che di brividi luminosi
si pervade la mia essenza.
Apro ore all'affiorare dei giorni
ad un affetto improvviso
come rosa di colpo sbocciata,
fremente, come foglia al primo temporale.
Nel vuoto il tuo nome, sospeso, Notte,
mi vegli in un percorso sconfitto,
voglia proibita in un corpo
desolato dall'amore che manca.
Lo so, mai ci sarà ragione,
la tua vita stà chiusa nel pugno di un'altra.
Vana errietà, fuoco che consuma,
avanzi di cenere per me, sola,
vagheggiando di noi su terre lontane
nella geografia del sentimento.
Resta nel giorno la tua mano,
amichevole, nella mia ...
gladiolo che mi doni,
costante tormento... trapassa il cuore...
insanabile d'amore, mia follia. | 

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Eterno labirinto di sentimenti
intrecciati sulla trama dell'anima,
c'innalzano via d'ogni balza
io e te su una nuvola sospesa.
Anelli di luce il mirifico amore
in fastelli di voluttà serra
nel rapimento d'un totale disarmo.
Fronde d'odoroso mirto le braccia,
riportano l'odore salmastro
di rene sabbiose, scrigni di nostri baci.
Trasvoliamo al crinale del tramonto
che infiamma il cielo dei nostri sensi.
Lacera ruggine l'invadente sospiro
e ci abbandona sulle ginocchia d'un'alba
dalle mani colme di d'arabeschi rosa.
D' eugenia odorosa sa profumare il nostro tempo. | 

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Vorrei quel tempo...
di noi satelliti gemelli
alternati attorno allo stesso astro
sguardi da angolature diverse
nel godimento dello stesso sole.
Quel buio che placa la curiosità della vista
arricchendo i sensi di nuove emozioni...
ma siamo troppo vecchi per poter volare
in un cielo che sanguina per il giorno che muore.
Sul velo del mare, sotto un ricamo argenteo,
la realtà che invecchia
unico specchio che riflette gioie e dolori,
che ci avvolge come sudario.
Siamo ancora padroni d'anime innamorate...
abbracciami allora senza tempo,
saremo solo polvere se improvvisa
si desta la morte... | 

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