Amica mia,
mi rivolgo spesso a te,
aspettando,
che scrivi al posto mio.
Urlando spesso
la tua forza,
la luce della tua essenza.
Mi ritrovo
a chiamarti,
ad amarti,
a lasciarti libera
di mettere in versi
ciò che sei,
perché a me,
proprio non riesce.
Apprezzandoti,
in ogni tuo angolo nascosto,
che poi così nascosto non è.
A farti leggere da altri,
sperando che poi,
qualcosa di me arrivi.
Amica mia,
scrivi tu stasera,
toglimi la polvere dalle spalle,
che si veda l'anima. |
|
|
|
Senza colore,
senza sesso,
quel sorriso,
quello sguardo
che doni generoso.
L'amore è identico,
l'anima è limpida,
più di coloro
che ti vedono diverso.
Puntare il dito
su ciò che non vedo,
perché la normalità
proprio non capisco,
sento di esser io diversa. |
|
|
|
Come una campana di vetro,
quello sguardo accogliente
che ricordo.
Solitaria,
in quel guscio lavorato,
senza pensare
a ciò che sarà il domani.
La paura mi ha preso le mani,
strinta in quell'acre malinconia,
che come colla mi veste.
Guardo
al di là di quel guscio,
sento il silenzio. |
|
|
|
Ogni tassello
unito con un'insieme
di valori.
Indissolubile,
una forza che rimane,
anche senza la presenza,
ci tiene unite,
per mano ci accompagna.
Si accende nel mio essere,
niente può sconfiggere
ciò che siamo insieme.
Avanziamo,
affrontando ogni ostacolo
con coraggio,
con il sorriso che mai manca.
Osservando il domani
con speranza,
e convinzione
che sarà meglio di oggi,
senza mai esser sole. |
|
|
|
Smarrita
in quell'impronta,
adeguando scarpe
che sgusciano.
Allaccio le stringhe,
raccolgo i semi,
percorrendo ogni
parte di perimetro.
Paletti in legno
si trasformano in scala,
porta in alto
senza fine.
Quell'impronta vissuta,
ricca di insegnamenti,
la coltivo,
conservo,
crescendoci dentro. |
|
|
|
Il ricordo,
del grido freddo
senza lacrima.
Mentre qualcuno decideva
ciò che accadeva.
trasformata in marionetta
senza espressione,
non il tempo
di capire.
Come se avessi potuto decidere,
dando una colpa quasi
al tuo abbandono.
Perché era troppo
il fardello sulle spalle,
ancora piccole per ciò che è stato.
Rabbia cresciuta,
senza uscita,
senza sentire,
senza abbracciare il dolore,
per poi lasciare andare
colui che avrebbe tanto voluto
non abbandonare mai. |
|
|
|
Prezioso,
quell'istante di sguardi.
Tremanti le gambe,
si abbandonano,
al volere del cuore.
Aliti di carezze,
abbracciati a sospiri d'amore.
Impalpabile il silenzio,
accompagna gli attimi.
Momenti di ardore
travolgente,
circondano l'anima.
Solitario il cuore rimane,
scaldato dai riflessi tuoi. |
|
|
|
Vestita a festa
come ogni sera.
Accompagnata
dalla tua fidata amica
che ti illumina la via.
Con il tuo mantello pieno di stelle
avvolgi chiunque incontri.
Racconti sogni,
nascondi i segreti,
affascinante
trascorri il tempo,
carezzando volti
fino all'arrivo del sole,
a cui dai le spalle
scappando via. |
|
|
|
Quel segreto
che nessuno svela,
non una ricetta,
non una mappa.
Tanto tempo sprecato
a cercare ciò che era lì davanti
ma che non si vedeva.
Arresa,
nel luogo più buio
ti ho vista.
Tranquilla sorridevi,
porgendomi le mani,
mi hai stretta in un abbraccio,
mi sei rimasta accanto.
In ogni sorriso,
che vedo e concedo,
in ogni mattino
del nuovo giorno,
in un saluto ad uno sconosciuto,
nello specchio,
quando guardo i miei occhi. |
|
|
|
Danzando
sinuosi nel buio,
seguendo
il ritmo dei gemiti.
Corpi roventi
strusciano con la seta.
Inspirando
profumi segreti
delle voglie.
Esplorando ogni anfratto,
sfiorando,
ondeggiando
inarco i sensi
arrivando al picco,
assaporando l'attimo infinito del peccato. |
|
|
|
Ginocchia sbucciate,
non piangono dolore,
proseguono sul selciato,
che sia notte oppure no.
Scrivendo ciò che è stato,
nel silenzio intimo
che circonda l'animo.
Marmoreo,
delicato,
il tuo cucito giornaliero,
ricamato con fil di ferro,
un universo senza confini. |
|
|
|
Tolti i sassi,
cresciuta l'erba.
Manto verde profumato.
Piantati fiori rari e
tanti "non ti scordar di me.
Mai annaffiato,
mai seccato.
Passati anni,
tornati i sassi,
non ci sono più fiori rari,
ma son rimasti i
"non ti scordar di me". |
|
|
|
|