| Ho visto il sangue
bagnare la terra,
arrossare i fiumi
ed era... la guerra.
Terra calpestata
di morte e di dolore.
Terra di soprusi,
inondata
di sangue innocente.
Vorrei
sentire una voce
che gridi forte:
PACE e LIBERTA‘.
Avere
la fede di Abramo,
credere in un paese
dove abbondi
latte e miele.
Fuggire dalla realtà
dove le radici si uniscono
con l’amaro respiro
della vita.
Vorrei
vedere gli uomini
abbracciati
alla madre terra |
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Il vento dell’indifferenza,
porta via la speranza.
"Vo’ cumprà, vo’ cumpra?".
Col sole o con la pioggia
decanta la sua merce:
tappeti, orologi, accendini.
È la voce del fratello nero
che da lontano ti chiama
e ti chiede:
"Amico, vo’ cumprà?".
Se hai cuore provi un sussulto,
nel vo’ cumprà c’è la storia
di un mondo sofferente.
E cammina
il tuo nero fratello
con la schiena curva
per il grande fardello
negli occhi scuri
brilla la speranza.
Se lo incontri e ti chiede:
"Amico vo’ cumprà?"
fermati, abbraccialo
regalagli un sorriso
e compra un poco di speranza |
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Signore
sono un bambino cieco,
ti scrivo una letterina
te la porterà la mia fatina.
È una lettera speciale
forse scritta male,
è una lettera in braille
ma dentro c’è il mio cuore.
Non vedo il colore
ma vorrei un po’ d’amore.
Non vedo la bellezza
e chi mi fa una carezza.
Non so com’è una farfalla,
non posso giocare a palla.
Non vedo la luna che ride sorniona.
Per questa società sono un minorato,
dalle istituzioni sono trascurato.
Ma ho fede e non mi sento solo
anche se a volte...
vorrei spiccare il volo.
Mi basta
il bacio della mia mamma
e nel mio cuore si accende
una grande fiamma. |
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| Dentro la stanza
delle emozioni
germogliano idee
con il sapore
del silenzio...
Come farfalle
lievitano parole
sopra un tappetto
avido di ricordi...
testimoni
che non chiedono
mai pegno alcuno.
Scendono dalle colline
frammenti di nuvole
che coprono
polverosi sentieri
dove cammino
senza lasciare orme,
lontano da occhi
che fanno da scorta
a una parvenza di vita
alla soglia dell’indifferenza... |
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| Questo mondo buio
e senza amore è un labirinto
da cui non si riesce
a uscire.
Neanche la più lucida- mente
può capire
dove tutti andremo
a finire.
Ho visto un bimbo
morire in Medio Oriente
falciato da un cecchino traditore...
l’ho visto ucciso,
rannicchiato al sole
con gli occhi aperti
senza alcun colore.
Ho visto spenti
gli occhi di un bambino
e una lacrima
m’è scesa piano piano.
Perché un bimbo musulmano
muore
e non sentiamo alcun rimorso
al cuore?
Madre! Non piangere...
Il tuo piccolino
è nel cielo stellato
e da lassù
ti chiama MAMMA
e ti sorride beato... |
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Avvolto dentro un cartone
dorme un barbone.
Sogna un diverso destino,
angeli nel suo cammino.
Passano tre balordi,
osservano il vagabondo.
"Ragazzi la notte da i brividi
e... non è ancora finita".
Hanno il cervello offuscato,
il cuore senza coscienza,
il nulla nella loro esistenza.
Deserta è la città,
non c’è anima viva
nell’oscurità.
Ci sono soltanto... tre balordi.
Per provare una nuova emozione
danno fuoco al barbone.
Di lui fanno un bel falò.
Cosa hanno in testa?
Proprio non so. |
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| Una signora della borghesia,
religiosa, cortese e pia
ha una madre anziana e malata,
non può accudirla, è molto impegnata.
La povera vecchia non ragiona più,
il suo umore va su e giù.
La figlia assume una rumena
affinché lavori di buona lena.
E’ affidabile la badante
ma le sue pretese diventan tante.
Seicento euro le sembran pochi
e fa discorsi davvero sciocchi.
Vuole domenica far sempre festa,
ha forse i grilli per la testa?
Questa rumena non sa ragionare,
presto con un’altra bisogna cambiare.
La signora è cattolica praticante,
frequenta la chiesa in modo costante.
Recita il Pater con devozione
Che importa poi se non ha comprensione? |
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Rantoli sovrumani
intessuti di disperazione.
Un salto nel buio
abisso... angoscia
come un buco nero
entro cui impazzisce il tempo.
OLTRE L’ABISSO
panorama senza ragione.
Vibrano ali di fango
nel macabro singulto
dell’ultima danza.
Morfeo
strappa il papavero
da uno stelo di siringa...
pallido come la morte |
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A Palermo era primavera
con canti d’uccelli
e rose in fioritura.
Primavera:
colori e profumi di libertà.
Libertà dalla prepotenza
e dalla mafia... era il sogno
di un uomo.
Senza tumulto in petto
con grande crudeltà,
trucidarono l’uomo
ma non svanì il sogno.
Smarrendo la giusta via
caduti sono nell’inganno
d’una malvagia idea.
Elevare non si possono
all’umana dignità
da cui si sono alienati.
Vano è ogni sforzo
per cancellare la memoria
del passato... per coprire
il sacrificio umano
con la ruggine del tempo.
È ancora vivo il sogno di un uomo. | |
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| Odore di zagara,
ginestre e limoni,
cielo limpido
e mare sempre blu.
Sicilia mia
un gioiello sei tu.
Sei la mia terra
e quella dei miei avi.
Baciata dal sole,
accarezzata dal mare.
Sei un miracolo,
un dolce incanto.
Terra di arte,
bellezza e cultura,
ma anche...
di servilismo e paura.
Politici corrotti
e disonesti imprenditori
ne hanno combinato
di tutti i colori.
Il tempo trascorre invano.
Ieri, oggi e sempre,
lo spettro
della disoccupazione.
I siciliani
più non sognano.
Hanno smesso di sperare.
I giovani
più non sorridono,
è rassegnato il loro viso.
Ti prego
Dio Padre Onnipotente,
sveglia dal torpore
la mia gente.
Fa che alzi la testa
verso il Cielo,
dalle la forza
di vivere e lottare. |
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Attimi di terrore
interrompono il fruscio degli alberi
ma il vento si placa...
gli attimi diventano eterni
Mentre il sangue gronda sulla terra
direttamente dalle mie vene
un taglio, un abisso...
gli artigli del mostro
affondano nelle mie viscere
eccola l’apocalisse,
l’apoteosi finale della mia vita.
Una voce roca esce di scatto
da quella luna perfettamente tonda.
Ancora un altro urlo...
il vento disperde il mio dolore,
i lenti declivi della terra
inghiottiscono lacrime e pensieri. |
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Il tuo sguardo
è chiuso tra le mura
di una terra
che non ti ha amato.
Uomini senza dignità.
Le radici delle loro vene
arrivano al tuo cuore,
ti confondono la mente.
La tua vita...
la tua ribellione.
Correre... denunciare.
Per il tuo coraggio
sei rimasto solo.
Girandole di luci
abbagliano i tuoi occhi
mentre attorno a te
cresce l’indifferenza.
Per non avere pagato
sei stato picchiato,
distrutto, umiliato.
La terra brucerà
per la tua ribellione.
Il tuo rancore
si unisce al tuo pianto.
Il pianto del dolore,
il pianto del riscatto. |
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Desolato è il sentiero
ove per tanti anni
il giudeo calpestò
la terra che portava
al non ritorno...
È deserto il gelido suolo,
non tuona più
al passo lento e stanco
di larve numerate
che percorrevano il sentiero
con scarpe rotte
e cuori affranti
che il lento soffrire
portava alla distruzione.
Ombre...
soltanto ombre
percorrono il sentiero.
Lontani fantasmi
s’affannano a salire
l’arduo percorso.
Tristi fantasmi
che non dimenticano
l’orrore estremo
della breve vita... |
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Sapevo
di una TERRA PROMESSA
dove si mangia a sazietà,
esiste la libertà.
Era un giorno di bufera
e... sono partito
assieme ad altri disperati
in cerca di una nuova era.
Adesso sono stanco
e non ho slanci,
non ho speranza
per il mio futuro.
Rivedo il mio paese,
al di là del mare
sul grigio di vuoti nidi
le ceneri del mio passato.
Sono fuggito...
per conquistare pane,
democrazia e libertà.
Son diventato
statua di gelo,
ho perduto fede e dignità.
I miei occhi... tra le nuvole
nell’ansia del mio sole.
Ridammi la mia fede
o grande ALLAH,
la fede
dell’infanzia nei prodigi
per la conquista
di una nuova aurora. |
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| Passerà il giorno, verrà la notte
e poi di nuovo l’alba...
Un’alba di dolore e di paura
Siamo rimasti fermi
dentro un cerchio malefico
con l’ultima speranza agonizzante.
Siamo pietra su pietra
con i cieli racchiusi dentro l’anima,
ombre di pianto tra le ciglia spente.
Sotto la roccia la sorgente
scavando incontro al sole,
si specchia nel suo cielo d’infinito.
Non abbiamo più lacrime,
dentro di noi muore il sorriso del mattino.
Il grido disperato del terrore
rimorderà silenzi e indifferenza
ma gli angeli dell’alba veglieranno
sui tanti morti e le ataviche paure... |
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Non bastano le mille illusioni
in un deserto pieno di croci
Ho camminato tanto e non ha tregua
questo mio eterno andare e poi tornare.
Senza essere vissuto sono vecchio
penso di avere più di mille anni.
Lottai contro Dionisio dittatore,
fui siculo, sicano e siciliano.
Da Federico a Carlo di Borbone,
dalla tirannia e adesso cosa nostra...
Questa terra di mafia e di tormenti,
di sudore e di fatica offesa
è tutta seminata delle croci
che gridano "Giustizia noi vogliamo".
Sepolto e ancora vivo.
Nell’ansia di rinascita si sente
il ritorno di un’alba assetata di cielo. |
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Sei dentro i miei pensieri Cristo
con il pianto del mio cuore,
assieme a te mi sento crocifisso.
Siamo simili
tu con le tue piaghe e io con fame e sete.
Chi sarà il mio Epulone?
Dove trovare il cibo
se la campagna non ha più erba,
se i mari e i fiumi sono avvelenati?
Si è oscurato il cielo al tramonto
e freddo lo sento nel mio cuore...
La notte sogno un letto e una sposa.
Mi nutro di speranze e delusioni
mentre piange dentro il cuore
la goccia del mio gelido tormento... |
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In questo pozzo pieno di sogni avvelenati
v’è l’impronta dell’ansia e dei tormenti.
Burattini senz’anima s’aggirano, diventano
foglie seccate nel cammino verso il nulla.
È chiuso il cancello della speranza.
Non sanno cosa vogliono, chi sono,
quali bandiere innalzano all’altare delle idee.
Sentirsi alienati dalla realtà, dentro assurdi limiti
per poi unirsi alla solitudine estrema e poi... il vuoto. |
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Occhi di pianto senza lacrime
un sogno sepolto dal dolore
che grida senza voce.
Signore dei cieli e dei pianeti
scendi dalle tue nuvole
e guarisci queste piaghe.
È fermo dentro al cuore il rosso
cielo del tramonto, si sente nella notte
un pianto senza luce e rassegnato.
Per andare oltre il buio della notte
contiamo le stelle per l’infinito cielo
trattenendo in gola un canto disperato
seme d’amore inaridito nel profondo
del cuore e dentro lacrime e sospiri |
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Il corpo è avvolto nella seta
i sospiri si fermano, l’aria
è appesantita da scirocco.
Un castello di sabbia
questa notte si è frantumato
e mille sogni sono diventati
evanescenti come bolle di sapone.
Negli occhi stanchi
muoiono anche i ricordi
si è spento il desiderio
di un amore sciupato.
Uno specchio impietoso
si appanna dell’ultimo fiato e non riflette
la sua vana attesa, ne lei più si stupisce
se la pietà degli uomini la sfugge.
La luce dell’alba ruba il respiro
all’agonia di un nuovo giorno.
Dalla piccola tazza
macchiata di rimmel e rossetto
ella ora beve la sua lunga notte... |
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Tendo la mano a mendicare il sole
I miei sogni sono nascosti dietro
nuvole grigie nei crocicchi
di un cielo buio, diventato folle.
Questa nebbia opprimente
che scivola dall’alto e mi raggiunge
pare che pianga tutti i miei ricordi.
L’incubo nero ha sete di vita
bisogno di sole in un abisso profondo.
Nell’ombra della mia miseria,
l’odio della gente è il pane amaro
che oggi ho consumato, in attesa
dell’ultima speranza affievolita |
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La voce che si sente è mista al pianto
ed è rivolta al cielo in un lamento.
È il cuore straziato di una donna
che guarda il figlio e vede in lui l’abisso.
Urla il figlio e cerca di trattenere
i suoi giovani anni da un velo opaco
che allontana l’anima dalla sua vita.
In una notte cupa il dramma si consuma,
la madre è muta, il ragazzo trema di paura.
Quando l’ultimo respiro si allontanerà
dal suo corpo, i suoi occhi diverranno bui.
Venditori senza dignità, regalano la morte
a chi chiede soltanto amore e libertà.
Nell’angolo una siringa fa da sfondo... |
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Fanciulli che fanno la guerra
senza un giocattolo in mano
vivono male sulla terra
in un mondo malato e strano.
Bambini fragili come cuccioli
abbandonati per sempre.
La pioggia penetra l’anima dei morti
che non hanno tombe e picchia su di voi
bambini armati, bagna la vostra attesa
e i sogni sepolti nella canna di un fucile.
E’ una cosa folle infrangere la barriera
dell’innocenza, invadere il dedalo della vita.
Non voglio perdermi in un mondo oscuro.
La guerra è un brutto sogno, è un incubo notturno |
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È lontano il pozzo
e già scivola nel suo cuore lo sgomento
Sono scalzi i suoi piedini
ha una brocca sulla testa.
Sono tante le ore di cammino
lei è in fila con altri bambini.
Aisha piange per la fatica
mentre attraversa la valle.
Chiude gli occhi, li riapre
Il sole picchia e brucia la pelle.
Finalmente... ecco il pozzo.
Riempie la brocca ma ormai è
quasi buio e deve ritornare al villaggio.
E’ stanca, trafelata
senza un sorriso, una carezza ma... cammina. |
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Oggi il mare è molto triste. È grigio e malato
da quando gli uomini lo hanno sporcato.
È un mare tradito, un mare inquinato
plastica e veleni lo hanno devastato.
Limpido e trasparente sogno il mare, con mille
sfumature. Verde quando risplende sotto il sole.
Grigio e dispiaciuto per la pioggia continua
In lotta contro il vento, le onde fa innalzare
Come potrà ancora illuminare il sole, in questo
tempo cupo che ha trasformato la grande
distesa azzurra in una pattumiera?
Il mare sapiente vorrebbe aprire il suo azzurro
manto con paterna saggezza e testimonia all’uomo
la sua discesa verso un abisso profondo.
Il mare è da pulire, non è una pattumiera |
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Signore
tu li senti i discorsi di questi nostri vecchi
che narrano sventure antiche, assieme
a quelle nuove: figli e nipoti senza un avvenire.
Sono giorni senza respiro
rami secchi senza foglie.
Giovani dai sogni vuoti
siringhe senza numero
L’alba non sorge più
per questi giovani radunati in branco.
Non guardano oltre i confini
nelle retrovie dell’universo
per decifrare i codici del cielo.
L’incertezza ristagna sui loro volti.
Si nutrono di droga e delusioni e
per succhiare la ruggine del tempo
scovano per la notte una grotta riparata.
Non c’è più nessuno che regali
un sorriso o che insegni a piangere
per amore nella speranza di un futuro nuovo. |
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Dentro il mio abisso
ripeto le nenie di preghiere mai esaudite
voce di uomini rassegnati e stanchi.
Io so il silenzio attonito
presagio delle notti d’uragano
che freme nelle labbra senza suono.
So il dolore di chi lascia tutto
che brucia i suoi ricordi nell’attesa
di un giorno senza nuvole e sereno.
Oh uomo!
Sciogli la nebbia che hai nel cuore
in questo mare antico e generoso
dove anche Cristo lacrima in silenzio.
Forse un giorno gli uomini
cercheranno in fondo al mare
quell’umanità che hanno perduto |
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| Stanchi, pallidi, smarriti
dentro un sordo dolore
scendono dal treno, rimasto
fermo alla stazione.
I profughi
con le loro occhiaie profonde
narrano un dramma senza fine.
Laggiù le case vuote
tremano al boato delle bombe.
Le messi non danno più grano
non c’è più uva nelle viti.
Vorrei essere treno
per condurli verso un’isola felice.
E adesso vanno con passo incerto
verso il confine di un pallido orizzonte. |
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| È un mondo grigio. Si costruiscono
barriere e filo spinato.
Siamo anime perse, cellule
prigioniere di insidiose ragnatele.
Stranieri, in un mondo
che fa paura, siamo binari
fuorvianti che conducono
verso una pista ingannevole
È vuota l’anima, aliena la maschera
del volto, l’eco della parola attraversa
i confini di una galassia ignota.
Nel caos universale è tradita
la speranza, la legge del più forte
decide il percorso finale |
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È lunga e violenta la notte
della tua giovane vita
con la tua stella ferita
per l’alba che non sorgerà più.
Piccola cara adolescente
hai lasciato ai posteri
le tue emozioni e i pensieri
d’un rifugio senza la luce.
La testimonianza d’un diario
per respingere la vergogna
disconoscere la menzogna
per vivere l’adolescenza
continuare a sognare ancora
la primavera e i suoi colori
la grazia e l’aroma dei fiori
un mare azzurro e sconfinato. |
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Il progresso ci toglie il respiro
i cieli sono unti di catrame
la terra è una pattumiera.
Hanno contaminato il mare.
Il degrado offende l’anima,
l’aria è soffocante per lo smog
e il buco dell’ozono s’allarga
le grandi foreste spariscono.
Basterebbe poco per cambiare
il cielo e la terra del pianeta
ma nessuno vuole migliorare.
È triste e nera l’anima mia
Mai più rivedrò cieli limpidi
e rondini danzare nello spazio
dentro il mare pesci saltellare. |
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Sono come forti rumori
che non fanno più respirare
uccidono i sogni. Pensieri
malvagi feriscono cuori.
Sento voci senza calore
sono invisibili, reietti
sono rimasti senza niente
senza un poco di batticuore.
Lasciano impronte di tormento
di piedi gonfi, labbra viola
per l’umidità della notte.
Volano illusioni col vento.
Esistenza nella tenebra
al limite della società
eternamente fa seccare
gocce di fiele sulle labbra.
(Occhi come finestre chiuse
non osservano l’infinito.
Hanno il buio dentro l’anima,
le speranze sono deluse) . |
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È ambiguo il commercio della caccia
si pratica nella foresta umana
senza guardare nessuno in faccia
per questa società alquanto strana.
Così l’uomo la monotonia scaccia
gli sembra d’essere nella savana
tutto demolisce, non lascia traccia
dell’insana stupidità inumana
E molti prendon posto a questo pranzo
di ciò che resta accettano l’avanzo
per loro è un’inezia l’esistenza.
Per imparare a vivere un po’ meglio
senza sacrificare agnello e manzo
bisogna agire senza incoscienza. |
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È come una culla.
Ondeggia nel suo letto
l’infinito mare.
In questa parte di mondo
l’arroventato respiro
dell’Africa nera secca
le fonti e brucia i canneti.
Tutto diventa silenzio.
Il dolce canto dei grilli
nella notte si dissolve
col lamento dei migranti.
Le cicale attendono
degli uomini la morte
e gridano la tristezza
d’un mondo senz’amore. |
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Sempre più il cielo s’oscura
anche il cuore s’inaridisce
gli occhi si velano di pianto,
si concluderà questa vita.
Avrà fine quest’avventura
con l’oblio freddo della morte.
Lascerò famiglia, amici
il nulla dovrò abbracciare.
M’inghiottirà la terra scura
svaniranno tutti i ricordi
e non vedrò il sole, il cielo
gli alberi, il fiume, il mare.
Nessun rimedio, non c’è cura
è stabilito, devo andare.
Al mondo infelice e sfiorito
lascio la gioia di un sorriso. |
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Credono di trovar la soluzione
senza pensare al popolo sovrano
cambiando la nostra Costituzione.
Molta gente non è perita invano.
Gli articoli della Costituzione
non si trasformano in modo malsano,
è davvero una brutta situazione
fatta con un solo colpo di mano.
Fanno sembrare una cosa normale
cambiare tutto dalla notte al giorno
senza interesse e nemmeno rispetto.
Non si può ribaltare un ideale,
cancellare chi non fece ritorno
è un modo d’agire molto abietto. |
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Macigno nel cuore.
È un pianto muto,
speranze deluse
dentro l’amarezza.
Si spara, si muore.
Ferite di guerra
come dura pietra.
È un forte schianto,
un sogno finisce.
Noi ti supplichiamo:
"Scendi sulla terra
coi motori alati
degli angeli, cura
dolore e tormenti.
Noi non siamo alieni.
Osserva Signore,
mordiamo la bocca
stringiamo i denti
vogliamo la terra,
coltivare un fiore". |
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Sono molto diverso
vengo spesso ignorato
mi sento maltrattato
da un mondo avverso.
Ho la mia opinione
un’altra religione
un diverso colore
ma lo stesso cuore.
Io sono nero, tu bianco
lui è indiano, lei cinese.
Noi formiamo un puzzle
un mosaico d’amore.
Con te voglio costruire
un ponte verso il cielo.
Ti parlerò d’amore
cesserà il tuo dolore |
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La vita senza fine si rinnova
in bilico su un tappeto d’illusioni.
Andando avanti per l’impervia salita
Si spera in una piccola discesa.
Tormento nel silenzio delle strade.
Se affondo gli occhi nei mille ricordi
sento nell’aria l’eco sospirosa
della mia terra, della mia famiglia.
Non ha mai fine il lavoro nero
un tormento che sento nel mio cuore.
In gola muore l’ultimo respiro
sono il nuovo schiavo della società.
Adesso il sole brucia la mia schiena
sono fermo dentro i miei sogni
le mani sono stanche, insanguinate
son rosse come questi pomodori. |
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Siamo simili e contrari,
diversi però uguali.
Un punto ci avvicina
quasi a eludere la diversità.
Un suono di parole
lambisce morbide onde
per prepararmi all’incontro.
Parole portate dal vento
corrono via sicure
alla ricerca dell’abbraccio
con un’altra cultura.
La mano aperta
mi conduce nel mare accogliente
di una magica alleanza. |
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Non scende la luce in questa stanza
e dentro di me muore la speranza,
su un selciato di tristezza scende
l’ombra cupa di un cielo di piombo.
Il mio petto si gonfia d’attesa
mentre le mie esili mani lavorano
fili per costruire bei tappeti,
penso di stringere un balocco.
Negli occhi si ferma una lacrima
non ho mai il tempo di giocare.
Vorrei svegliarmi dentro una stella
bere la rugiada del mattino.
- Questa è la trappola di fantasie
mai esistite, un muro di gomma
che frena il galoppo del mio sogno -
Sogni son nuvole che volano
mi portano nell’isola magica
dove tutti i bimbi giocano
e fanno volare l’aquilone. |
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È l’urlo di anime innocenti
che muore nella notte buia
son duecento piccoli angeli
annegati nel nostro mare.
Negli occhi c’è l’ombra del gelo
nel cuore un’immensa paura.
Finalmente sono liberi
di correre dietro ai miraggi.
Volano lassù tra le stelle
vogliono fare un girotondo
dopo danzare con la luna,
cantare l’infanzia perduta. |
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