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Trovati 52 commenti di Silvia Po

Commento n° 52
«C'è da dire poi che ha una musicalità incredibile, nelle prime due strofe specialmente»
Inserito il 23/03/2009 da Silvia Po alla poesia "Dell'immaginazione o del ricordo" di Zima  

Commento n° 51
«Il forte contenuto si percepisce ancora con più violenza paradossalmente proprio per via della delicatezza compositiva e dell'armonia del ritmo. Spero che l'ultima strofa risolvi almeno in eterna armonia la crudele insensatezza posta dal parallelismo delle prime due parti.»
Inserito il 19/01/2009 da Silvia Po alla poesia "Al suono di mute note" di Marcello Caloro  

Commento n° 50
«Le parole rilevate sinora dai commenti non sembrano inserirsi a mio parere tra quelle che delimitano il campo semantico del testo:
I quartina: leggo di un crollo interiore, forse in mancanza di certezze dall'esterno (sFAlda- FAglia; ViVere- VUOto- bUiO;
II quartina: una corsa frenetica che teme di approdare al niente (PaRole mai fERme- PREcipizio- coRsa Reiterata- indietRo)
I terzina): l'allargarsi della crepa in terra contro il senso fisico d'oppressione (fAgliA- lArgA- STRETti- RESTRinge- sEnsO- piEnO)
II terzina: sospensione, affanno che a lungo andare blocca l'io.(eccESsO- rEStO- VERtiginE- gREVE).
Leggendo il testo, la prima cosa che si coglie è uno smarrimento interiore al cospetto della realtà caotica (750 caratteri non bastano...)
»
Inserito il 26/11/2008 da Silvia Po alla poesia "così" di Zima  

Commento n° 49
«Forse, la scoperta d'armonia nel quotidiano, mera epifania fugace di un bocciolo che si schiude, saprà ripagare l'elusività dell'attesa, dei forse.»
Inserito il 12/11/2008 da Silvia Po alla poesia "Sulla scia di un forse" di Zima  

Commento n° 48
«Non nasconodo la difficoltà di comprendere il testo, che mi fa ad ogni modo pensare alla richiesta, da parte dell'io, di quel nulla che l'autrice già in una poesia precedente faceva coincidere con la calma.
Rancore, rabbia, lacrime: è a causa loro che non c'è perdono da chiedere, né dolore da ricambiare?
Noto che la pioggia compare ancora, come altrove, ad accompagnare un critico stato d'animo. Sottolineo anche la virgola al terzo verso come unico segno interpuntorio: la lettura toglie il respiro, rendendo così un senso di affanno. Inoltre tutti i verbi sono al presente, eccezione fatta per "ostenterà", che però denota la stessa certezza dei presenti. "Rabbia": soggetto di "astenterà" o "frusta"? (ha senso per me in entrambi i casi)
»
Inserito il 08/10/2008 da Silvia Po alla poesia "In attesa del non più" di Zima  

Commento n° 47
«Molto bello l'attacco, davvero di grande effetto, con queste Muse che girano velocemente a piedi nudi sul prato dell'incanto. Mi dispiace un po' per quel "fogna", che a me arriva come un pugno nell'occhio, perché stona tanto con la linea lessicale e stilistica del testo, che ad ogni modo trovo tra i più riusciti degli ultimi scritti dall'originale autore.»
Inserito il 05/10/2008 da Silvia Po alla poesia "Chimeriche Muse" di Atteone  

Commento n° 46
«un titolo così bello non poteva che annunciare versi splendidi, in cui l'io si annulla nell'indistinto naturale, dove il tempo è fermo - motivo per cui, come ribadisce tra l'altro anche l'ultima strofa, mi chiedo perché il mare si annoia-.»
Inserito il 03/10/2008 da Silvia Po alla poesia "Maglie di luce e di mare" di Zima  

Commento n° 45
«La categoria ne complica la lettura. Il titolo poi suggerisce un pensare tra sè, in un momento un po' in sospeso nel tempo (ma anche nello spazio, come indicano i vv. 7- 8- momento di morte, come assenza di vita in divenire: il sentimento di non appartenenza al passato (a cui collego le paure) finisce per annullare qualsiasi prospettiva nel futuro (nelle speranze).
Testo interessante proprio perché solleva tali interrogativi, a partire da un primo verso che forse chiarisce un contesto (e chiarisce anche il v. 9, e brillante da un punto di vista musicale.
»
Inserito il 19/09/2008 da Silvia Po alla poesia "Intrapensando morte" di Zima  

Commento n° 44
«L'imperativo del titolo urla al silenzio, in un paesaggio interiore dove si vuole percepire solo se stessi. Versi enigmatici, perché questo silenzio un po' sembra cercato, un po' sembra imporre chiusura e soffocamento, ma come sempre bellissimi. Piaciuta.»
Inserito il 14/09/2008 da Silvia Po alla poesia "Non parlare!" di Zima  

Commento n° 43
«Nell'immaginazione si compie il sacrificio delle Muse, coloro che in modo anche malizioso infondono a chi scrive l'ispirazione, per questo alla fine del verso compare la forca del Silenzio, sacra perché con il vaso che brucia ironia come fosse incenso, con gli altiforni che accolgono quanto resta dell'intimità e con il foglio che riceve fragili balbettii, fa pur parte del rituale.
Originale, frutto di incessante creatività e cultura.
»
Inserito il 10/09/2008 da Silvia Po alla poesia "L'ecatombe delle Muse" di Atteone  

Commento n° 42
«L'agitazione, dovuta al distacco da quanto è caro, alla panica voglia di abbandono è anche verbale (i mah, i forse, i perché, le lacrime, ecc, ritmica (un continuo oscillare dall'endecasillabo a versi più lunghi che rasentano l'alessandrino, fonetica (per la particolare insistenza sui nessi di consonante o vocale più 'r'). Ma solo una lacrima è visibile.
Estemporanea, si, ma letta con interesse, in questo modo, giusto o sbagliato che sia.
»
Inserito il 05/09/2008 da Silvia Po alla poesia "Deliri estemporanei" di Zima  

Commento n° 41
«Notevole l'impiego di una forma metrica galvanizzata, quella della ballata appunto, come giustamente sottolinea anche l'autore.
Parodia di piacevole lettura, in particolare grazie all'ampia escursione lessicale, che saccheggia senza misura il vocabolario antico, quello della nostra tradizione poetica.
»
Inserito il 05/09/2008 da Silvia Po alla poesia "La ballata del cuore spezzato" di Stefano Toschi  

Commento n° 40
«poesia come sempre originale e aderente al personalissimo stile del brillante autore. Certo è difficile coglierne pienamente il senso, ma, non senza un po' di paura di sbagliare, cerco di esprimere quello che mi ha trsmesso: sicuramente colgo una certa agitazione, anche verbale, specialmente nel finale, forse dovuta all'effetto della sincronia di più forze sull'io: la Voluttà che vuole vincere l'Attesa, Quiete annullata dall'abisso scavato da scompigli e voglia di Assoluto vagheggiati. Tanto sconvolgimento è preparato da una sincera dolcezza: vissuta, ricordata, forse sognata? Provata, senza dubbio.

Letta con entusiasmo.
»
Inserito il 03/09/2008 da Silvia Po alla poesia "Lampi di eternità furiosa" di Atteone  

Commento n° 39
«Versi molto profondi, di una profondità che emana dall'anima, e che purtroppo non sempre trova scolo in anime dello stesso spessore. Bellissimo il viaggio interiore descritto, in cui è il nulla ad aprire la porta.»
Inserito il 23/08/2008 da Silvia Po alla poesia "Accidia e Verità" di Atteone  

Commento n° 38
«Bellissimi versi, di un io che vuole infrangere l'immobilità del silenzio, rivolti a un tu che forse non ha la stessa sensibilità di chi racconta: vede il mondo in modo unilaterale e si sente protetto dalla quotidianità. La ricerca del movimento sulla stasi non sembra però trovare sbocco: l'altro non si scorge, e il tempo si percepisce come immobile. L'invito ad aprirsi diventa una supplica a scorgere quello che pure si può vedere nella trasparenza: la profondità di un'anima.»
Inserito il 23/08/2008 da Silvia Po alla poesia "Il vetro del Silenzio" di Atteone  

Commento n° 37
«"sono le immagini eloquenti della bellica violenza... luoghi lontani e ignoti che solo la guerra rende noti". Poesia purtroppo troppo aderente al vero storico, in cui l'evento particolare si carica nella tragicità universale. Ogni guerra si scatena a causa di situazioni diverse e contingenti, legate all' hic et nunc, ma tutte le guerre sono uguali dal punto di vista delle morti, della distruzione e della violenza, dell'importanza maggiore conferita all'interesse che alla vuota diplomazia.»
Inserito il 11/08/2008 da Silvia Po alla poesia "Guerra e pace" di Michele Serri  

Commento n° 36
«Nella poesia l'io muore in un talamo di libri, scrivendo un'addio. La difficoltà del gesto, a causa del pensiero della di lei bellezza, consuma il soggetto lirico, fino alla morte. Ma con se, insieme agli oggetti più importanti, non mancano i ricordi, le foto degli amori e degli odi: forse un non voler dimenticare quanto può far male l'amore?
Poesia che è al contempo originale e capace di trasmettere al lettore i sentimenti della sconfitta.
»
Inserito il 11/08/2008 da Silvia Po alla poesia "Morto di parole" di Atteone  

Commento n° 35
«Movimenti veloci nello spazio; gesti che riempiono il vuoto; triste sagoma sullo sfondo nero della vita, la sagoma del mimo, artista di strada che eclissa il dolore per regalare sogni. Piaciuta.»
Inserito il 04/08/2008 da Silvia Po alla poesia "il Mimo" di Zima  

Commento n° 34
«Intelligente, sensibile, attenta: poesia i cui versi fanno attenzione a un attimo, a cogliere un insieme di particolari -con una nota di tristezza, forse, dato il titolo -nello sfondo di una grande città.
Piaciuta.
»
Inserito il 02/08/2008 da Silvia Po alla poesia "Il mimo non sorrise " di Good William Mary John  

Commento n° 33
«Ben resa la descrizione imposta dal tema. Piaciuta nel complesso.»
Inserito il 26/07/2008 da Silvia Po alla poesia "Al calar del sole" di Antonio Biancolillo  

Commento n° 32
«Vestirla di tela di ragno. Donarle una collana di sofferenza. Ferirla e averla, per poi dimenticare il suo amore e la sua morte. In questa ambivalente e personale espressione d'amore noto che l'autore ha buona dimestichezza con le parole; proprio per questo avrei preferito riscontrare una lettura più allusiva e metaforica del verso 19, in cui l'espressione dell'atto d'amore così prosastica - a mio parere - stona con gli altri versi.»
Inserito il 25/07/2008 da Silvia Po alla poesia "Ragnatele" di Ignazio Messana  

Commento n° 31
«La rarità di un angelo innamorato, dannato demone prescelto, intento a librare la sua anima in cielo (quanto deve essere bella un'anima variopinta come l'arcobaleno...) . In quest'atmosfera incantata c'è però qualcosa che fa da ombra all'idillio: i fantasmi del passato (fosse questo il flash che folgora la pelle e lo sguardo dei primi versi?) . L'importante è che alla fine si spicchi il vclo.
Poesia molto bella, molto piaciuta. La quasi assenza di punteggiatura concorre alla resa incalzante delle immagini.
»
Inserito il 23/07/2008 da Silvia Po alla poesia "il volo" di You Don’t Know Me  

Commento n° 30
«In uno stile semplice e molto personale, attraverso cui si sorge la filigrana propria dell'autrice, parole sincere e profonde.»
Inserito il 23/07/2008 da Silvia Po alla poesia "Primo Sole" di Rosy Marchettini  

Commento n° 29
«Davvero colpita da questa poesia così affascinante, che cala un contenuto profondo in una riuscita forma metrica. Molto belli gli ultimi versi. Significativa la maiuscola di "Vita": conferisce importanza maggiore a questa parola sulle altre, quasi che la vita fosse più importante, più necessaria dei sogni. Certo non è facile cogliere in pieno il senso dei versi, in particolare a causa di questo ambivalente oscillare tra pianto e sorriso, tra sogno e Vita. Letta e riletta. Davvero piaciuta.»
Inserito il 23/07/2008 da Silvia Po alla poesia "Sogni" di Danielinagranata  

Commento n° 28
«Il buio è condizione interiore (anche in una mia poesia) dell'io che si sente bloccato. La poesia, che non mi dispiace, e che contiene versi davvero riusciti, meriterebbe forse una revisione formale (non sarebbe meglio sciogliere le abbreviazioni da sms?) .»
Inserito il 23/07/2008 da Silvia Po alla poesia "Buio e luce" di Marcella  

Commento n° 27
«Poesia molto riuscita; nella storia di questa donne foca c'è qualcosa che mi colpisce. Interessanto le ultime strofe. Piaciuta.»
Inserito il 23/07/2008 da Silvia Po alla poesia "La donna foca" di Marinella Accinelli  

Commento n° 26
«mi chiedo perché la poesia sia stata inserita nella categoria "introspezione". Certo così si amplifica di significati.
Il soggetto lirico sceglie di non ricorrere a riti di nessun tipo, perché è vana la conquista sotto l'offerta, non basta ingraziarsi il dio dell'amore (ammesso che il tu sia l'amata) . Scegliere di far scendere la temperatura dei sentimenti, e di spogliare le parole... è il sogno d'Inverno, la stagione glaciale.
resta difficile carpire il vero senso del testo, si può però abbozzarlo.
»
Inserito il 22/07/2008 da Silvia Po alla poesia "Sogno d'Inverno." di Atteone  

Commento n° 25
«Le insistite anafore ben rendono l'incalzare di una presa di coscienza di cosa rappresenti questo amore. Splendidi i versi centrali, "nel momento in cui non eri più domani". Dopo l'Incanto, dopo i sospiri, ritorna però il silenzio, che rende più acuti i rumori del mare, mette l'io, solo, davanti al mare che l'altra rappresenta. Alla fine è come se si invocasse la fine di un circolo vizioso che dall'amore sembra sfociare in senso di privazione, di desiderio inappagato. O la Carne o l'Addio. O un amore vero o il tramonto dell'ideale, delle illusioni. Poesia sentita, bella, sofferta.»
Inserito il 22/07/2008 da Silvia Po alla poesia "Il tramonto del mare" di Atteone  

Commento n° 24
«La fine del cammino, la fine della terra, un punto nell'immensità; infinità in cui si perdono mete finite e desideri finiti. Poesia molto interessante»
Inserito il 21/07/2008 da Silvia Po alla poesia "Finis terrae" di Picots  

Commento n° 23
«Dal trampolino rigido di uno sgardo bello (forse freddo?) un salto nel fango dell'irreale. poi l'immobilità. Questa Fissità solleva in me degli interrogativi. Sembra essere avvertita solo dall'io che soffre, mentre gli automi di sempre continuano a muoversi nella vita "reale". E ancora immobilità. E' interessante che sia ambientata nell'irrealtà... ma c'è forse uno scambio tra realtà autentica e inautentica? Tra le due quale è quella vera, se nell'immobilità il cuore batte e se nell'irrealtà ad auscultarlo concorrono il Male, il Nulla, la Fine?
Forse la mia interpretazione è stata arbitraria, lontana dal giusto senso dei versi. Posso però assicurare che almeno la lettura è stata attenta e sincera.
»
Inserito il 20/07/2008 da Silvia Po alla poesia "The end." di Atteone  

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52 commenti trovati. In questa pagina dal n° 52 al n° 23.



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