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Trovati 521 commenti di Gesuino Curreli

Commento n° 521
«Sabia jughes sa cara e su faeddu,
ca sa poesia est bisu a ojos abbertos,
chie drommit connoschet sos desertos
chi non dant fruttu, né perunu isteddu
li dat connoschimentu ‘e poesia.
Tue ses poeta e ses anima ‘ia
lughente de dulzura in su cherveddu,
duncas l’ iscas chi ses de cara ‘ona,
e cun tegus donzunu b’arrejona (t)
»
Inserito il 05/10/2018 da Gesuino Curreli alla poesia "Tottu est in assentu" di Lia  

Commento n° 520
«Non c’é storia. Il tempo che verrà non si conosce. Si percepisce il suono del perduto, del vento e dello scroscio già vissuto nell’angolo che abbiamo abbandonato. Recidi e poi ti appelli alla memoria, la cara e mai compiuta rimembranza, che vola sui castelli, in lontananza, dove sentimmo il canto degli uccelli.»
Inserito il 09/10/2017 da Gesuino Curreli alla poesia "Goccia di memoria" di Rosanna Peruzzi  

Commento n° 519
«Il commiato. Tenero e lieve come il bacio mai dimenticato.»
Inserito il 12/08/2017 da Gesuino Curreli alla poesia "Ricordi quell'estate?" di alias Marina Pacifici  

Commento n° 518
«Anche gli occhi vengono meno per regalare la cecità, a favore di un altro senso possente e sovrano che annienta ogni altro respiro. Si diventa voglia, e poco importa che si possa vedere o sentire. Meglio il naufragio in cui smarrire ogni coscienza di se stessi. Il piacere si spande e ci maciulla; siamo corpi e più nulla, dentro l'empito con cui ci si offre. Si perde ogni confine. Il ricevere é dolce e si confonde con il dare e il volere. E' piacere ogni fiato, ogni carezza, anche il tempo attutisce la sua asprezza e si naviga insieme, a non finire. Non più mani, non baci, non promesse, ma silenzio e orizzonti lontani, a fare grande il mare che ci accetta. E si è naufraghi ardenti, con la brezza che ci spinge sovente anche a mentire.»
Inserito il 08/08/2017 da Gesuino Curreli alla poesia "Amplesso d’infinite fiamme" di Rosanna Peruzzi  

Commento n° 517
«Non posso fare a meno di pensare al brano musicale tanto malinconico quanto famoso. Mi tuffo nei colori dell'autunno e il domani eccolo qua. E' già domani, dunque, ma ci si illude che non sia, volgendo gli occhi altrove, magari ardendo sopra una poesia, inventando un canto breve, che giunga sulle pene in ogni dove e le addolcisca con la nostalgia. Autunno che magnifica stagione! Amante e madre amata, ricca di bronzo e d'oro in ogni via, tenera come il giorno in cui scoprimmo l'ultima magia.»
Inserito il 07/11/2016 da Gesuino Curreli alla poesia "Haiku" di Patrizia Ensoli  

Commento n° 516
«...e dunque l'aquila ha smesso il volo, resta solo la voce, l'eco del ricordo, e qual'é dunque il senso del rifiorire di stagioni, del levarsi nuovo di altri frulli di ali? Quale? Il senso, mi vien da dire, é che tu, poeta, sopravviva a quel volo spento, e ti tocchi in sorte di ascoltare l'eco e non già il vivo canto del rapace dallo sguardo fiero e dell'artiglio che fendeva a sangue ogni spaurita preda. E' il calendario che ha fermato i giorni e con essi tutti i colori d'alba in un binario giunto al capolinea senza aver sfiorato i "sogni attesi"...»
Inserito il 31/01/2016 da Gesuino Curreli alla poesia "Nell'ancòra che non sverni" di Lia  

Commento n° 515
«...Solo rumori di macchine che andavano e venivano..."ma da lontano, un riverbero arcano, una voce diversa che sovrasta il rumore che imperversa, e porge all'anima il tintinnio sonoro di un verso che scintilla, e come l'oro seduce e intriga chi abbia piacere dell'ascolto. Crolleranno i muri ma "l'armonia vince di mille secoli il silenzio", e gli spigoli sentiranno smussate le punte taglienti quando il poeta canta ed i possenti ciclopi dell'avversità conquista. Rinascerà il candore come il barbaglio di una nuova aurora, e quella sarà l'ora in cui sorgeranno i canti dai lamenti, chiamati a nuova vita dai fermenti dall'anima mai sazia di cantare. Canta e non ti fermare, canta e farai contenti i cuori che non cessano di amare.»
Inserito il 28/01/2016 da Gesuino Curreli alla poesia "Troppe lune" di Rasimaco  

Commento n° 514
«Amico caro, trovarsi ad esplorare l’infinito, scoprire di averlo anche per un solo attimo capito è cosa che fa tremare le vene. Quell’attimo è poesia, se si riesce a fondere in parole l’estrema nostalgia che ti pervade, lo sgomento che non puoi contenere, il timore del nulla che ti assale. E allora ti ritiri, cosciente della strada che s’impenna, della sovrana altezza, e lì tentenna ogni certezza che si sia poeti per davvero. Dal posto dove svetta la cima incontrastabile di eventi che danno affanno all’anima, da lì potrai sortire con preghiera, un bagno di umiltà che ti fa onore, e non è resa, bada, ma singolare amore di onestà. Nessuno mai, nessuno, se non i lumi dell’umanità, saprà brillare in quella sommità.»
Inserito il 17/12/2015 da Gesuino Curreli alla poesia "Poeta senza capacità" di ex Lorenzo Crocetti  

Commento n° 513
«"...se nel cielo uggioso di ora ancora vorrei quel giaciglio?" "...si como ch'est muda s'aera dia cherrer galu un'accottu? Ma l'espressione in sardo é di una sonorità cristallina e, per quanto la trasposizione in Italiano tenga l'eleganza del testo e non disturbi l'impianto espressivo. ...E tzegas sas fozas, carchina e altas, in coro, sas lunas:...sa lunas (tante) nel cuore che diventa pascolo d'argento immacolato. I brividi di allora sono qui, ancora, a dettarti canzoni di nostalgia dal profumo perduto, e qui ritrovi i palpiti al pari delle " duas buccas ch'ischiant de ua! due bocce che sapevano d'uva (mi piace più che: due bocche al sapore d'uva. Ma questo é un altro argomento.) Ora ascolto. E' meglio tacere quando il canto si impone!»
Inserito il 28/09/2015 da Gesuino Curreli alla poesia "Trèmidas de ora" di Lia  

Commento n° 512
«"...tra le bancarelle di San Silvestro..." é troppo presto! Aspetta che ti scaldi il fuoco di poesia, quando il freddo sferzante parrebbe aver ragione, e ti sovviene, con malinconia, l'età che avanza e accorcia la distanza dell'estremo confine e della via. Perché invocare l'ultima tornata? Tu prosegui e canta, immagina che sia la serenata alla donna che ami, al tempo che ti avvolge e non comandi.»
Inserito il 14/09/2015 da Gesuino Curreli alla poesia "Ĕ ora d’andare" di Rasimaco  

Commento n° 511
«...non avevi/a messo in conto il risvolto del dopo, il deteriorarsi del corpo, l'allontanarsi dell'immagine primaria, e, si sa, per quanto bello, un tramonto non vale i bagliori di un'aurora. Non fare la conta dei giorni, non arrenderti alla tentazione di cedere il pallottoliere al tempo. Nulla può sulle stagioni dell'anima se l'amore le sostiene, a dispetto delle labbra che piegano il sorriso al premere della corona sfatta. I ricciolo grigio porta dentro una storia che ha senso se della vita non si apprezza solo la croma più vivace. L'ombra della notte dà risalto al lampo del mattino nascente. Il "prima" vale e rimane come soffio vitale, e non mostra rughe che disdegnino una carezza. Non fare la conta. Si é come l'anima comanda.»
Inserito il 17/06/2015 da Gesuino Curreli alla poesia "Diecizerosei" di Amara  

Commento n° 510
«... ma di ricordo vivi e non ti aggrada. Il poeta non può mandare via la storia, riemergerà dai flutti del distacco, e tornerà il baleno e la memoria di ciò che visse e non vorrebbe amare. Sono pagine d'addio e fa penare quello che manca. Si sta soli "nel cuor della sera", e la nave che va, vista di schiena, e come un volto che non vuol mostrare le lacrime d'addio. No, che non puoi seppellire la parte di te che sta male. Non servirà partire, né rompere il vissuto in prima e dopo. E' un tutt'uno che soffre e gioisce, un tutt'uno che ride e che piange, e la nave che frange e graffia il derma del mare, non scinde l'anima in quarti. Speri solo che passi, non parti, lasci che la carena segni il mare e trapassi, però attendi la giornata serena.»
Inserito il 13/05/2015 da Gesuino Curreli alla poesia "Di schiena" di Rita Minniti  

Commento n° 509
«sas istajones dant sos colores chi jughes in s'anima, sos faeddos sunt cussos de sa mente, sas cantones, cussas de sos puzones riverentes chi 'asant sa natura, masta e mama.»
Inserito il 16/03/2015 da Gesuino Curreli alla poesia "Chesùra rie- rie" di Lia  

Commento n° 508
«Il tempo va, e trita vite e speranze. Talora premia e offre un canto all'anima, e lì il poeta rompe il silenzio e si adopera perché altri sappia che cosa sente e intende. Traduce i trapassi dei giorni, e ciò che rimane per strada, filtrando con la sua luce il succedersi incompreso degli eventi, le paure del domani, le felicità di rapidi barlumi che hanno fatto dolci le attese che fremevano nei cuori. E tu poeta sai cos'é l'attesa, conosci l'incostanza dei tramonti, ora fervidi e pregni di colore, ora gelidi a bianchi come di chi si arrenda al buio della notte. Tu sai cos' é l'aurora, la speranza che cresce e che rinnova la tessitura instancabile di sogni, confessi i tuoi respiri, li versi nei calici piangenti, e brindi al giorno... prosit! !»
Inserito il 13/03/2015 da Gesuino Curreli alla poesia "Illusioni ottiche" di Rasimaco  

Commento n° 507
«Ci sento Foscolo, ma nulla toglie al tratto lirico e dolente della poesia, che si piega in fondo al verso, a chiama la chiusura sopra il dolore che é di sempre e di ovunque!»
Inserito il 07/01/2015 da Gesuino Curreli alla poesia "Elegia sicana" di Rasimaco  

Commento n° 506
«...mi piace pensare che il foglio bianco sia esso stesso la più grande ed intensa poesia che sia mai stata scritta. E per la capacità che ha in sé di accogliere qualsivoglia scritto di qualsivoglia levatura, e perché, come ho avuto modo di dire qualche volta, in noi tutti la poesia é quella rimasta inespressa, tanto bella e tanto grande da rimanere lì, sul foglio bianco, orfana di segni e di parole, inarrivabile, e solo viva come idea, nella mente del poeta, del musicista o del romanziere. Concetto che assomiglia al pensiero di Enzo Ferrari che una volta, intervistato, alla domanda di quale fosse la sua Ferrari più bella, rispose "quella che non ho ancora costruito". Ecco sul foglio bianco ci sono le sommità cui ognuno vorrebbe giungere.»
Inserito il 01/01/2015 da Gesuino Curreli alla poesia "L'immenso VALORE di un FOGLIO BIANCO" di sergio garbellini  

Commento n° 505
«...gli occhi pieni di sale di questa terra... Resta Natale, e torna, col tempo che non dà più alcun segnale di pace e amore. E' la corsa (o la danza? ) delle ore alle quali non possiamo stare appresso. E' appena scorso il pianto in un cipresso e già facciamo festa nel giorno che si appresta a rinnovare il rito di un Natale e... porta il sale agli occhi questa terra... Restami negli occhi come una goccia chiara... restami nei pensieri quando la notte salta tutte le ore... Ma sarà pianto e amore, gioia e malinconia, pane della poesia per "sta terra arruggiata e senza suli". Ma i giorni non saranno più gli sessi, perché il tempo consuma anche il respiro, cambieranno i colori ed i profumi e rimarranno i fumi della memoria che ci dà emozione.»
Inserito il 17/12/2014 da Gesuino Curreli alla poesia "Rrestàmi Natali" di Caterina Zappia  

Commento n° 504
«...e lo sfolgorio si fa mestizia, nell'imminenza del tempo fatale che ci condanna a vivere il Natale, anche se il cuore non ha più letizia. I lumi sono magica finzione che non arriva al cuore di chi ha pena, bagliori per la triste cantilena
che ci accompagna ma non dà lezione all'anima smarrita in mezzo ai guai. Natale di fulgori e di via- vai che scorre senza un pallido saluto, mistura dell'inutile che é frutto del troppo smisurato come mai. Rimpianto di serate più serene, di povertà accettata e di sapienza dettata da una magica cadenza che non tradiva attese, come sai...
»
Inserito il 14/12/2014 da Gesuino Curreli alla poesia "Poesia... natalizia" di ex Lorenzo Crocetti  

Commento n° 503
«La spina dell’esistenza è quella che fa librare in alto il fulgido aquilone di speranza, e tu da quell’altezza, consapevole e incredula dell’età che avanza, osservi e vedi quanto stretto sia il cammino per il quale passare, e tessere le maglie del destino. Una rosa, un fiore per il profumo che accattiva e inganna nel breve tratto che sarà concesso, senza sapere fino a quando. Ma volando col mai fermo pulsare di aquilone avrai la vista esatta, la giusta percezione di cosa scorra in terra, e avrai carezza e candida emozione da uno stato di grazia: quello della poesia e della canzone. Non serberai dolore di punture perché sta scritto chiaro nei fogli dell’umana convivenza. E’ sorte, è l’evidenza che segna le più nobili creature.»
Inserito il 30/11/2014 da Gesuino Curreli alla poesia "Stringendo una rosa fra le mani" di Alessandra Bucci  

Commento n° 502
«...e sulla scia di quella stella troverai i cammini persi, sentirai nel frangersi dei flutti sugli scogli la canzone di sempre, la quotidianità che ci accompagna nella questua, in stato di dolce povertà. E “il solito”, vedrai, é cosa mai compresa fino in fondo, é canto che rimbomba fino a quando avremo di noi stessi la consapevolezza di fragilità. Noi e l'eco che risuona di mille cose semplici, di parole ascoltate con indifferenza e lasciate cadere troppo in fretta nel baratro d' inopportuna vacuità. Il rintocco dell'ora di leopardiana memoria non é forse la voce che ripete se stessa e ci ristora? E “il fischio del zappatore che riede alla parca mensa” non é forse canzone che innamora? La stella e i flutti: pellegrinaggio dell'eternità»
Inserito il 29/11/2014 da Gesuino Curreli alla poesia "Al buio" di Rasimaco  

Commento n° 501
«...in piena perenne... e corre, e sbatte sulla sponde, si dimena e trascina ogni silenzio, una domanda batte e non risponde. Non c'é risposta al mormorio che esulta, al fragore che irrompe e fa paura. La piena si assottiglia e torna il canto a dire che il tuo bacio la confonde. Burrascosa caduta fino a valle dove trova il giaciglio e si riposa, si promette alla terra e si fa sposa, come giace, ammaliata, la poesia col poeta che la palpa e poi l'annusa. La musa si converte e cede al gioco, si fa in versi dell'anima e si scusa per aver malinteso ogni proposta. E la piena perenne che non ha risposta, bussa al silenzio di malinconia. Troverà la sorgente donde venne a ristorare i campi e la magia che esala dalla corsa... e fugge via.»
Inserito il 13/11/2014 da Gesuino Curreli alla poesia "Naturalmente mutevole" di Antonella Borghini Anto Bee  

Commento n° 500
«... e custa la cumprendo e la respiro, ca jughet de sa terra nuscu e umore, de cudda terra chi nos dat amore dae s'attimu ch' in coro la patimos! A menzus biere!»
Inserito il 07/10/2014 da Gesuino Curreli alla poesia "Nois chi sighimus" di Lia  

Commento n° 499
«Amo pensare, ma il riferimento é solo a quello che scrivo io, che la poesia si riesca solo a sfiorarla perché essa si annida nell'inespresso, nel concetto che scoppia dentro il cuore del poeta e non trova la stura nelle parole e nel verso, mai abbastanza specchio di ciò che vorremmo tradurre col dizionario dell'anima. Così la poesia rimane nell'insoddisfazione che fa amara la bocca dello stomaco e la gola, atrio in cui tutti si entra per fare la fila davanti alla luce che riceve indistintamente i questuanti, ma non a tutti dispensa i bagliori sperati. Poesia, quella cui non arrivo, ma che sento viva e ardente, che mi scoppia nei polmoni e mi induce a tentare, a provare ogni volta con rinnovata speranza.»
Inserito il 02/06/2014 da Gesuino Curreli alla poesia "In morte del sonetto" di ex Lorenzo Crocetti  

Commento n° 498
«Mi perdonerà il poeta se salto a pie' pari il commento della sua, e mi soffermo sulla poesia della vita, quella che auguro possa vivere respirando a pieni polmoni, dopo che avrà varcato la soglia dell'ospedale. NULLA, davvero nulla, di tutto ciò che scriviamo avrà il profumo delle giornate trascorse in compagnia di amici e delle persone care. A hent' annos un'atera! Auguri!»
Inserito il 31/03/2014 da Gesuino Curreli alla poesia "Mi hanno fatto buttare il COMPUTER" di sergio garbellini  

Commento n° 497
«Il vizio. L’ anima si piega e porge il suo bacio verso il nulla. La sue labbra hanno l’arsura ed il timore di altri occhi che non siano quelli dell’amore. E tutto si consuma nell’umido sapore del vicolo stretto, dove si passa appena, prendendo sottobraccio il muro o il vezzo di chi a te si vuole accompagnare, per un breve tratto, fin dove l’ultimo lume, poi, scompare. Vietato. Ma cosa è consentito all’ anima che ha pianto e anche patito per non aver avuto neanche la stravaganza di un bel sogno? Allora il suo giaciglio, il suo abituro solo è nella via che sa di muffa e angusto, per masticare il male che dà gusto al palato e rende meno opaca anche la sera. Di fretta, perché nessuno veda, nel luogo del silenzio e dell’ oblio.»
Inserito il 16/02/2014 da Gesuino Curreli alla poesia "Vietato" di Amara  

Commento n° 496
«“ …son rimaste risate sguaiate unite a paure della luna piena.” Vive però la lena del canto che si volge ai giorni scorsi che erano ubertosi e pieni, se è vero che quest’ oggi “sui sentieri brulli si vaga”. Si ascolta la memoria si assiste alla sconfitta di speranza, posata come polvere sopra la nuova strada, che pare ferma lì, e non si allontana a cercare le sfide di orizzonti, che sapevano d’ impulso e di entusiasmo. Si è arresa, dunque, infine, l’ illusione? “ Son troppe le parole ad occhi chiusi sussurrate”, così si sfata l’ illusione e ci si volge a guardare ciò che manca, mentre l’età che corre sopravanza “le cose ormai svanite”. Non resta che il canto, il libero pianto del poeta che alla luna volge un’ ultima preghiera.»
Inserito il 26/11/2013 da Gesuino Curreli alla poesia "Parole alla luna" di Rasimaco  

Commento n° 495
«Non c’è respiro, ogni fiato sembra trattenuto nella visione di un silenzio che sorprende, nella percezione di una profondità che inquieta. Parrebbe del tutto assente il riferimento a una traccia umana, (se non la presenza dei lampioni) , il silenzio è abissale quanto la vastità della notte, il freddo disanima le strade. Eppure, eppure si sente il gemito dell’ occhio che guarda, la solitudine dell’ anima che si protende all’ascolto del vuoto, un qualcuno a cui manca una radiazione, una emanazione, anche flebile, di calore che sappia di umano. Ecco l’uomo! Il poeta presente nella postazione privilegiata di ascolto, nel suo angolo di visuale che raccoglie i segni più tangibili, tutto il resto è proiezione, narrazione dei scenario e sconforto.»
Inserito il 26/11/2013 da Gesuino Curreli alla poesia "Pioggia di stelle" di Clara Gismondi  

Commento n° 494
«L’impalpabilità del tempo, convenzionale nelle scadenze, l’imprendibilità delle stagioni che ci sono- non ci sono turbano e muovono attese nell’animo avvezzo al loro ingresso. Arriva -non arriva questo autunno, e cammina tentoni in mezzo ai riverberi del sole che ancora canta la gioia dell’ estate. E’ finita. Voltarsi indietro è gioco istintivo quanto naturale nel propagarsi di giorni non ancora maturi d’autunno, orfani e figli dell’estate, metafora del trascorso, come l’infanzia che è piena di sole. Il versi, la poesia, in qualità di mezzo espressivo del detto- non detto, sposa il chiaroscuro del tempo che non è, e si posa “sul ginocchio bambino”. Un mattino c’è, c’è stato, il meriggio è incerto, della sera non si avverte segnale.»
Inserito il 15/10/2013 da Gesuino Curreli alla poesia "Mai stato Ottobre" di Lia  

Commento n° 493
«….se sapessi! Ma tu hai dipinto, e lo hai fatto con disegno lieve e col colore forte che rimane impresso. Hai giocato con l’aria e con lo sguardo, con il vento e col senso dell’amore, il coraggio, il ricordo e quanto muove ad essere gentile il cuore umano. Al pensiero hai dato tinta ed espressione per cui diviene canto la parola, così il tuo verso è più leggiadro e vola dove possa capirlo il triste amante, il poeta che sogna ed il restante degli uomini a cui sorride la virtù.»
Inserito il 05/08/2013 da Gesuino Curreli alla poesia "Il sogno di un pittore" di Anna Luisa Manca  

Commento n° 492
«Ascoltala, se vuoi, ma comincerai a sentirla quando verranno meno i suoi bisbigli. Dirai dentro di te, ripeterai gli amabili sussurri, - non diedi ascolto ascolto ai suoi consigli azzurri! - ma adesso è tardi e restano i miscugli d' amaro e di rammarico costante. - Avessi nell'orecchio il dolce andante che ritmava i giorni e i sentimenti! - Ma è sordo il brano e muti gli strumenti degli orchestrali senza il direttore. Il podio vuoto, e la bacchetta inerme sul leggio sanno di un tempo consumato, di un commiato inatteso e di un addio che non concederà più note care. Saprai allora quanto é vasto il mare, e quanto costi non aver la vela, per veleggiare con quella chimera che ti invitava a vivere e a cantare. Ma quella fola non tornerà mai»
Inserito il 12/06/2013 da Gesuino Curreli alla poesia "La mia musica" di Fiammetta Campione  

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521 commenti trovati. In questa pagina dal n° 521 al n° 492.



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