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Viento y fuego di Arelys Agostini
Sorge il Sole ogni mattina di Alberto De Matteis
Minuzzoli di pane 2 di Berta Biagini
Sonetti Arcanici di Franco Scarpa
Un ‘emozione in volo di Rita Angelini

SpiegaPoesie riproposte
Siamo chi siamo di Elena Artaserse
Una vita che galleggia di Silvana Poccioni
Primo maggio di Giuseppe Mauro Maschiella
Il vecchio contadino di Giuseppe Mauro Maschiella
Ruth e Idgie di Pierfrancesco Roberti
Speranza di Stefano Acierno
Acque superiori di rosanna gazzaniga
Il tuo nome, Cristo di Stefano Acierno
Baiano di Stefano Acierno
Pensiero di Elena Artaserse

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Trovati 230 commenti di Mina Cappussi

Commento n° 170
«Il tulipano, originario della Turchia, appartenente alla famiglia delle Liliaceae, è un fiore di grande bellezza ed eleganza. L'autrice ne fa un messaggero di Primavera, con i suoi colori tenui e la consistenza leggera dei petali.»
Inserito il 02/05/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Haiku 12" di Sara Acireale  

Commento n° 169
«Inno al vino, preghiera che ruba parole antiche per descrivere con altri accenti, che sanno di famiglia e di valori, quella transustanziazione al centro del rito. Franca Donà racconta una “verità indelebile ascoltata dalla lingua al cuore” e inonda di vino i ricordi, legandoli al rito della vendemmia, della “magia di uve fatte sole”, della “curva oscillante dentro il vetro il rubino che addormenta il dolore”. E’ il gesto di chi assaggia il nettare prezioso, facendolo oscillare nel calice, per coglierne l’aroma e le note a latere, disegnando una rossa ellisse lungo le pareti del cristallo. “Mia madre tutti a tavola, e si spezzava il pane” per fermare le radici, la forza della famiglia. E la poetessa chiude “m’è rimasto addosso quel colore”»
Inserito il 01/05/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Rosso come" di Franca Donà astrofelia  

Commento n° 168
«E’ mai troppo l’amore? O ciò che chiamiamo amore è solo un sentimento di paura e di possesso? A rispondere è Maria Rosa Cugudda, che materializza sogni e ricordi, che sembra udire il suono dell’assenza, che stride con “liete stagioni ove il sole si confondeva col nostro amore”. E’ il silenzio della lontananza, che scardina l’uscio delle emozioni, facendo riaffiorare immagini e “frastuono di vita”. La lirica si chiude con una domanda, alla quale la poetessa di riserva di rispondere in privato. E’ l’amore il sentimento principe che ci solleva dalla materialità del quotidiano per collegarci al senso profondo della vita?»
Inserito il 01/05/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Per troppo amore" di Maria Rosa Cugudda  

Commento n° 167
«Maggio: si snoda allegro ma non troppo, il mese che implode l’anelito primaverile, quel “serafico niente di maggio” che Giovanni Perri immortala in versi liberi dalle costruzioni logiche, inanellati in una spirale significante “di segni disegnati in serie, seriamente”. Il poeta si lascia andare all’ispirazione: “se verso nel cielo capovolto una poesia, invoco l'ennesima ragione per amare il gatto, sorvegliare una stella”. Una nenia lunga di agonia sul significato intimo del mondo, “la giostra delle ombre sul cuore”, “le macchine scompaiono inghiottite dentro i lamenti della tangenziale”. Il non sense trionfa apparentemente, mentre affiorano i significati e le risposte: “mentre tu mi indovini”, “ci scivolo su questa vita”»
Inserito il 01/05/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Piccoli frammenti di maggio" di Giovanni Perri  

Commento n° 166
«Ricordi che si fanno reali, che portano il segno della malinconia per un mondo passato, dal quale emergono immagini, profumi, sensazioni. “La voce familiare del lattaio” e “quella del garzone del fornaio”, “la pasta lavorata con fatica di notte dalle mani della mamma”. Così forte il ricordo che inumidisce lo sguardo della poetessa, alla quale par di sentire ancora nelle narici il profumo fragrante del pane. Dal valore altamente simbolico, il pane rappresenta il senso del lavoro e del sacrificio “dono del sudore e della gioia”. Ma Libera Mastropaolo va oltre, inquadra il ricordo nell’amore con il quale le cose quotidiane acquistavano un senso e una dimensione nuova.»
Inserito il 01/05/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Ricordi vivi" di Libera Mastropaolo  

Commento n° 165
«Canzone che è elegia, quella di Cristiano De Marchi, che prende spunti dalla cultura del contemporaneo per disegnare l’epopea di un nome, Maria, simbolo cristiano per eccellenza della polarità femminile, di quella grande madre che è origine ancestrale e divenire. “Mary – scrive il poeta - sapevi d'esser una canzone, Tu sapevi d'esser bussola per le emozioni, bussola dispersa tra giri di parole, mentre lacrime cadono ma non t'ammalano?”. Ma Mary è canzone e poesia, musa ispiratrice e dolore immenso “nei segreti e nascosti pianti, quelli silenziosi ma sono tanti”»
Inserito il 01/05/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Tu sapevi?" di Cristiano De Marchi  

Commento n° 164
«Criptica e adulatrice, la poetessa investiga il sentire cogliendo il nesso tra ombre»
Inserito il 29/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Il poeta dentro" di poeta per te zaza  

Commento n° 163
«Siamo stelle e sogni, amore e morte, incantati e dannati. La poetessa include gli opposti nell’unicum della vita, dove luce e tenebra si contrappongono e “la notte e zittisce sotto al peso del vero”.»
Inserito il 29/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Suede" di Patrizia Ensoli  

Commento n° 162
«Pippo, e l'autore regala versi di tenerezza al ricordo dell'amico gatto»
Inserito il 25/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Ti chiamavi pippo" di Umberto De Vita  

Commento n° 161
«La poetessa Maria Fiorella Corazza sente forte la caducità della vita nello scorrere inesorabile del tempo»
Inserito il 25/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Il tempo va" di Maria Fiorella Corazza  

Commento n° 160
«E' il momento della solitudine, del rimpianto, dell'ossessione che tinge di nero ogni cosa. Anche l'amore, votato a portare la gioia, è visto nel suo volto misterioso, pronto a sconfiggere la serenità»
Inserito il 25/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Barriere" di Emanuele  

Commento n° 159
«Quadro bucolico di serpeggianti ricordi e vivide sensazioni»
Inserito il 25/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Nuvole bianche" di massimo turbi  

Commento n° 158
«Intimo verseggiare coagulato nei ritmi della natura. Favola sagace, diario di un momento a ricordare “le formiche sveglie sulla mano che solleticano avanzi rapiti al rosso delle lepri brune”. Una nota di tristezza, “non esiste pianto che cada goccia goccia su quest'occhi in fiamme e dentro” e il finale magistrale “A raccontar sollievo. Il bene nell'empio tempo. Che mi sei” ci parla di una poetessa matura, cresciuta stilisticamente e personalmente.»
Inserito il 24/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Ti parlerò di noi" di Patrizia Ensoli  

Commento n° 157
«La magia della vita è il senso più profondo del viver»
Inserito il 24/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Oltre le stelle" di Eolo  

Commento n° 156
«Vite silenti, speranze fragili, emozioni a fior di pelle»
Inserito il 24/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Bastione S. Remy" di Anna Maria Cherchi  

Commento n° 155
«Sottile velo di malinconia, nelle spire del tempo inclemente»
Inserito il 24/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Ideali" di Emanuele  

Commento n° 154
«Chi sente i fiori ha un orecchio puntato sul centro dell'universo, squarcia il velo della superficie e osserva il Vero»
Inserito il 24/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Inside " di Barba  

Commento n° 153
«Società vacua, intrisa di superficie; ruoli, stigma, usi che si impongono alla coscienza. Libertà va cercando, l'autore, straniero al finto mondo reale»
Inserito il 24/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Scusi" di Barba  

Commento n° 152
«Escatologia del ricordo, nell'idealizzazione di quel bacio. Rubato»
Inserito il 23/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "La magia dell'attesa" di Ventola raffaele  

Commento n° 151
«Inno alla Madre Terra che implode in forza e possanza»
Inserito il 23/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "¡Oh, Cronos!" di Arelys Agostini  

Commento n° 150
«Le riflessioni della poetessa si caricano di malinconia, quasi un destino tragico “d'improvviso questo corpo è una carcassa stretta che non posso dilatare” di chi ad un certo momento fa il punto e tira le somme della propria vita. Giuseppina Di Noia è lucida nella sua “visione di me e del mio nulla”, conta le rughe del cuore, anela l’amore che è cibo quotidiano per il cuore.»
Inserito il 23/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Svelare" di Giuseppina Di Noia  

Commento n° 149
«E' la notte dell'umanità quella che getta le sue ombre nere anelando il riscatto»
Inserito il 22/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Quella notte" di zani carlo  

Commento n° 148
«Ristori non si smentisce, guarda alla vita con lo sguardo del poeta, un po' filosofo e un po' sarcastico. E' il caso della gita fuori porta, rimando lieve ad una umanità soggiogata e amorfa, "liquefatte frotte di segmenti umani a fare cassa".»
Inserito il 22/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "La gita fuori porta" di andrea ristori  

Commento n° 147
«E’ il poeta che esiste “nel momento della parola, e di ogni successiva virgola o punto” e Santo Aiello è poeta che “esiste in mille frazioni di tempo che si susseguono uno dopo l'altro”, che insegue il richiamo della luce, “precario di tutto, del tempo e di me stesso”. Il poeta è sempre uno straniero tra gli uomini, dotato di quella sensibilità che non conosce latitudini. E per questo si sente invisibile, calato in una “vita che non mi appartiene”, irretito dalla parola che è imperatrice dell’anima viandante. Ma è un dolce nonesistere, il suo. Aiello sa che quella è la sua strada perché “cosi mi vuole la poesia”.»
Inserito il 22/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Invisibile" di santo aiello  

Commento n° 146
«Il sole diviene qui metafora per tratteggiare il senso e l'essenza della famiglia, che è "come una cornice indefinita", e diviene in crescendo "ricamo prodigioso della vita"»
Inserito il 22/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Il sole della famiglia" di Peppe Cassese  

Commento n° 145
«Incalza il ritmo della creazione primigenia, la poetessa Patrizia Ensoli che lancia strali di metabolizzate icone ancestrali. “E fu sera e poi mattino E fu luce” per regalare equilibrio all’incandescenza della vita in un universo misterioso. “Fu aria che esplose scindendo d'un colpo materia celeste”. Sembra di leggere il primo capitolo dei libri sacri dell’umanità, ma con una poesia ritmata nell’odierno: “fu l'inizio lasciato cadere. Eternità: tra fili d'erba l'istante d'agonia”. La chiusa “dentro al caos di un fiore” riprende il leit motiv e le pause che interrompono il ritmo e disorientano “Un grande imbarazzo in calma indolente...”.»
Inserito il 22/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Scorrere" di Patrizia Ensoli  

Commento n° 144
«Ripiegarsi su se stessi e cantare l'inno dell'anima "solo per poter piangere l'assenza sconosciuta". La voce poetica di Stefano Canepa colpisce dritta al cuore»
Inserito il 06/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia ""Con le nuvole del cielo"" di Stefano Drakul Canepa  

Commento n° 143
«"Oggi sono morto e domani lo sarò ancora" il grido di dolore del poeta sopraffatto dallo scoramento. Il dolore che non ha voce si scioglie in versi universali»
Inserito il 06/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Oggi sono morto" di Saverio Chiti  

Commento n° 142
«L'incanto delle parole del poeta che descrive la Primavera e l'Amore»
Inserito il 04/04/2017 da Mina Cappussi alla poesia "Quale sia il fato" di massimo turbi  

Commento n° 141
«Stefano Drakul Canepa ci regala un insolito quadro sensoriale dove “la falce di luna sottile può tagliare la pelle se si osserva troppo il cielo nel dolore delle stelle”. Un misto di malinconia, un arrendersi al senso delle cose “se dimenticherai il tuo vuoto fra le tenebre del mondo, carezze immaginate, albe del domani e strade vuote. Fredde come la notte senza luna.»
Inserito il 31/03/2017 da Mina Cappussi alla poesia ""La polvere della terra"" di Stefano Drakul Canepa  

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