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♦ Pasquale Farallo | |
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Questa è una poesia erotica: se può turbare la tua sensibilita o se non hai più di 18 anni dovresti evitare di leggerla.
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Lucido nero raso a gocce
era nel quadro.
Era il peccato,
era l'impudicizia mascherata da verecondia.
Erano crespe ciocche corvine di riccioli
su di un collo bianco
eppure consumato da chissà quanti piaceri!
Erano complimenti e premure suggellati da un bracciale d'oro,
gentile omaggio.
Erano ovunque segni di capricci
di chissà quante mani viziate!
Erano unghiate su quella tela
e suppliche perverse
e sacrileghi pensieri...
Erano unghie rosse
e profumi da strega
e filtri di donna.
Quella donna...
E la sua voce!
Quei graffi di rauco facevano inginocchiare persino un santo!
Ma era anche il velluto
sopra il rauco delle sue parole.
Sortilegio,
Maleficio,
Quale strana
sconosciuta
insana
malattia doveva annidarsi in quell'innocente corpo,
che ristagnava rendendolo ancor più corrotto?
A vederlo contorcersi, quel corpo, solo per i baci...
Voluttà...quanti ad averti insidiata!
Voluttà...il tuo nome è Letizia. | 
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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