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♦ Pasquale Farallo | |
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Maggio 2025 |
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Ti ho sparato in bocca, tesoro,
e i tuoi fiotti di rosso
sono quei fiori rossi
che hai gettato via.
Siamo arrivati fino a qua,
con tu che già quel giorno,
sul divano,
mi morivi tra le braccia.
E il tuo volto si faceva maleducato,
già allora,
già prima che quei fiori nascessero,
tu li avevi donati a un altro.
E' un peccato,
tutto si sta riducendo in niente,
succede a tutte le cose,
ma non avrei voluto essere io,
a dissolverti.
La pistola fuma
sui tuoi occhi appena spenti,
mi sento sporco adesso,
ma non fa nulla,
perché nulla sta accadendo.
Ti piangerò spesso,
come succede a tutte le cose,
ma non sei stata che un passo,
incerto e uguale agli altri,
di questa nostra lunga strada.
Tutto marcisce di continuo,
ma riusciamo a fiorire nel marcio,
dei piccoli fiori rossi
che subito volano via
mentre noi li preghiamo
di rimanere.
Oggi mi ricorda quel giorno
che ci siamo conosciuti.
C'è lo stesso odore,
Lo stesso freddo,
e tu muori, come allora.
Ci vedo, laggiù sul ponte,
Io mi chiamo, e tu?,
poi sorridi imbarazzata
e i fiotti di sangue sul tuo seno
affondano nelle acque
di questa nostra lunga strada. | |
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