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i ricordi...
astratti quasi come aria dei respiri
prigionieri dentro fotografie
vivono dentro il cuore ma appena possono
escono e indossano abiti e colori e profumi
vogliono ritornare
dentro la buccia di un'arancia abita il Natale
mio padre e la sua abilità di cesellatore
non si sprecava niente
stella filante e parrucca di un'improbabile
donna forchetta amante di un coltello dritto e stretto
bucce di fave si trasformavano in frati
e i gusci delle noci culle di molliche di pane
il cocomero rosso accendeva l'estate
che si mordeva e fuggiva
I ricordi
te li trovi quando meno te l'aspetti
sono loro che ti vengono a cercare
come se la polvere della cantina
venisse alla porta a suonare
no non butto via niente e intanto continuo
ad ammassare giorni su giorni
gioie e dolori
solo così possono tornare
Un padre che credevo severo
con un cuore di burro
che si scioglieva di fronte a un bel voto
bastava poco un'emozione
un padre che ho visto bussare
con umiltà e chiedermi di tornare
un'ombra al mio risveglio dall'anestesia
era lì in fondo al letto e lottavo con quella forza
che mi impediva di aprire gli occhi
la stessa che li chiude per sempre
Il diciannove marzo torna come sempre
e profuma di felce azzurra...
auguri babbo e una lacrima
che non riusciva a fermare
-figlia mia... abbi cura di te-
Sono sempre così...
ti voglio bene babbo non te l'ho mai detto
e ora lo scrivo qui... | 
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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